
(AGENPARL) – ven 04 agosto 2023 Sul salario minimo. Cavion: “La questione va affrontata con serietà tenuto conto
che in molte realtà, come nel nostro territorio, esistono strumenti che tutelano
i lavoratori al di là dello stipendio (per altro già superiore a quello minimo)”
La proposta del salario minimo nasce come obiettivo dell’Unione Europea per dare ai
lavoratori di tutti gli Stati membri adeguate tutele per preservarne i redditi reali.
“Obiettivo nobile e condivisibile, ma complesso e che non può essere ridotto a popolari
slogan o a informazioni parziali”, commenta Gianluca Cavion presidente di
Confartigianato Imprese Vicenza. E aggiunge: “Pochi ricordano come, ad esempio, la
contrattazione collettiva, ovvero il miglior bilanciamento tra richieste dei datori di
lavoro e lavoratori attraverso i loro rappresentanti sindacali, rappresenti il primario
strumento di tutela. È necessario quindi essere chiari perché le tutele non passano solo
dallo stipendio stabilito ‘per legge’ ma anche da un insieme di condizioni contrattuali
(ferie, permessi, flessibilità, percorsi di crescita, benessere aziendale…) e nel comparto
artigiano di supporti erogati dalla bilateralità. In pratica più stipendio non significa
necessariamente più tutele. Prova ne è il fatto che i più giovani oggi nel valutare
l’offerta di lavoro non guardano più solo ai denari ma soprattutto agli strumenti del
welfare che l’azienda propone”.
“Se con la base minima di 9euro l’ora, cifra stabilita non è chiaro come, si intende
evitare il depauperamento di lavoratori, anche in questo caso va considerato che gli
occupati di alcuni settori, legati alla stagionalità (agricoltura, turismo) o alle ore di
lavoro (personale per le pulizie), realisticamente avranno pochi margini di
miglioramento. Inoltre, se l’obiettivo è di uniformare le situazioni economiche dei
lavoratori dell’Unione si deve tener conto che nella costruzione del salario vanno
considerati anche i ratei, per esempio di 13esima ed eventuale 14esima, che non tutti i
Paesi prevedono”, continua Cavion.
Il presidente di Confartigianato Vicenza ricorda inoltre che “Alla contrattazione
collettiva nazionale si affianca quella di 2°livello: per l’artigianato si tratta di una
contrattazione territoriale di dimensione regionale che quindi tiene conto delle
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peculiarità produttive ed economiche del territorio e rende coerente lo stipendio con il
contesto. È perciò migliorativa rispetto a quella nazionale. In questo caso le indicazioni
europee vengono ampiamente superate. A questi risultati, va ricordato, non si arriva a
caso. Dietro c’è, appunto, una contrattazione tra le associazioni datoriali e quelle dei
lavoratori. Ora: se il 96% dei lavoratori è coperto dal Contratto Collettivo Nazionale di
Lavoro, ben oltre quindi in minimo dell’80% richiesto dalla UE, logica vuole che le due
parti abbiano trovato un accordo rispetto alle loro reciproche richieste. Perciò da un
lato il mercato ‘premia’ competenze, professionalità, preparazione, scolarità,
esperienza, attitudini, con stipendi che nei fatti superano i minimi contrattuali (anche
tramite concessione di superminimi) accrescendone il valore economico; dall’altro
l’aspirante lavoratore valuta l’offerta anche in base a una serie di benefit quali le
prospettive di crescita personale e le politiche di welfare dell’azienda”. “Il tema quindi
del salario minimo va contestualizzato e la discussione fatta con concretezza e serietà
per rispetto di tutte le parti coinvolte”, conclude Cavion.
Comunicato 94 – 04 agosto 2023
Contributo video: Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza
https://drive.google.com/file/d/1XxP5m6lJkS_SRb3SThqZbOfnR3SFjz4G/view?
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