
[lid] – Con delibera dell’Assemblea GEU del 14.1.2016, il Socio GIFER EDITORI SRL, su debita relazione del dottor Camilloni, anche in qualità di consigliere di Amministrazione, ha deciso di chiudere la Società con licenziamento dei dipendenti, anche per loro insubordinazione, indicando la data del 31.1.2016 per la cessazione dell’attività.
Dal 14.1.2016, si è dato inizio senza indugio delle operazioni di liquidazione con l’ausilio indispensabile e necessario dei suddetti consulenti inquadrabili nei collaboratori pagati ai sensi e per gli effetti dell’art. 67 comma 4 lettera f.
Nel mese di gennaio 2016 il Dottor Camilloni, aveva licenziato i dipendenti con cessazione dell’attività? al 31.1.2016 (peraltro Il Giornale dell’Umbria non usciva più? nelle edicole da due mesi), aveva offerto il 25.1.2016 la testata IL GIORNALE DELL’UMBRIA ai giornalisti gratuitamente, aveva richiesto il contributo pubblico 2015 all’editoria ed aveva programmato il tavolo regionale con la Regione Umbria per il 12.2.2016.
Nel mese di febbraio 2016, il Dottor Camilloni proseguiva la sua attività? di liquidazione ricevendo il rifiuto dei lavoratori di acquisto del Giornale dell’Umbria, partecipando al tavolo regionale, contestando le dichiarazioni della Regione Umbria sulla CIGS (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria), richiedendo pareri per mano dei suoi consulenti al Ministero del Lavoro e chiedeva in data 29.2.2016 relazione aggiornata al Sindaco Nicchi, mai concretamente riscontrata.
Nel mese di marzo 2016, il dottor Camilloni proseguiva le attività? di liquidazione in Umbria, chiudendo la sede di Terni, trasferendo la contabilità? presso la sede operativa di Roma, contestando le pretese creditorie, iniziando a predisporre il piano di liquidazione con fondamentale attività? il recupero del credito avverso le ex società? collegate e proprietarie del Gruppo Editoriale Umbria (FINANCO, BIFIN, TMM, UMBRIA TV CENTRO ITALIA PUBBLCITA’), presentando tre decreti ingiuntivi per un ammontare di euro 900.000 da recuperare e citando in giudizio la Regione Umbria ed il Corriere della Sera per danni.
Nel mese di aprile 2016, il Dottor Camilloni ha affrontato le problematiche relative all’istanza di fallimento pendente presso il Tribunale di Perugia. Infatti all’udienza del 5.4.2016, il Gruppo Editoriale Umbria 1819 S.r.l. si costituiva in giudizio rappresentando chiaramente la situazione della Società?, ovvero che stava recuperando le somme dalle società? cartiere che prima erano di proprietà? e collegate (FINANCO, TMM, BIFIN, UMBRIA TV E CENTRO ITALIA PUBBLICITA’) e che doveva avere il Contributo Pubblico per euro 500.000 relativo all’anno 2015 e chiedeva termine per la sua approvazione prevista per giugno 2016 visto che la Società? era ormai inattiva ed in liquidazione.
Il Giudice Delegato chiedeva l’immediata approvazione del Bilancio 2015 e concedeva termine fino al 3.5.2016.
Durante il mese di aprile 2016, il Liquidatore dottor Camilloni, accelerava l’approvazione del bilancio 2015 ed otteneva la collaborazione dei consulenti nelle persone del Dottor Fabio Casasoli per al questione contabile; la dottoressa Giagnorio per la consulenza del lavoro; il Dottor Giancarlo Monello per la parte contabile; l’avv. Marrocco per le vicende legali giudiziali e stragiudiziali e l’assenza di alcun contributo da parte del sindaco dottor Marco Nicchi.
Il tutto è stato suggellato nella delibera assembleare di Geu del 29.4.2016, dove è stata analizzata la vicenda della Società? con la relazione di azione di responsabilità? nei confronti degli ex amministratori Umbria Tv, Centro Italia Pubblicità? e Gruppo Editoriale Umbria 1819 S.r.l., signori MAPELLI E TRAVERSINI; la relazione dei giornalisti infedeli che avevano aperto un nuovo giornale NUOVO CORRIERE NAZIONALE; la relazione del sindaco Nicchi che chiedeva l’annullamento della delibera totalitaria del 14.1.2016 a distanza di oltre 90 giorni dalla sua assunzione e non apponeva il suo visto al bilancio 2015 per eccezioni pretestuose ed infondate; approvava il bilancio 2015, necessario per ottenere il Contributo Pubblico.
Nel mese di maggio 2016, il dottor Camilloni continuava la sua attività? liquidatore per cui riceveva il parere negativo alla CIGS dei lavoratori, assisteva all’udienza di fallimento portando il bilancio 2015 al Giudice Delegato, dopo la data del fallimento del 18.5.2016 portava i documenti della Società? in Tribunale in data 23.5.2016.
Anche qui da notare la risposta sopra le righe della Regione Umbria a firma di Luigi Rossetti.
Tutta questa attività? certificata in delibere assembleari notarile ed in contratti con data certa, sono state completamente e volutamente ignorate dal nominato curatore Eros Faina.
Il Curatore Faina ha dichiarato il falso nella costituzione in Giudizio del 7.9.2016 avverso il reclamo alla sentenza di fallimento proposta da GRUPPO EDITORIALE UMBRIA 1819 S.r.l., quando ha scritto a chiare lettere che il Contributo Pubblico 2015 non era dovuto.
Invece, a soli 20 giorni da tale costituzione, il Curatore Eros Faina, si contraddiceva e chiedeva al Giudice Delegato Umberto Rana l’autorizzazione alla spesa di euro 70.000,00 per integrare la domanda di contributo pubblico 2015.
Il contributo pubblico 2015, ovviamente, è pervenuto al soggetto fallito (GEU) nel dicembre 2016 ed è sul conto della procedura. E tale statuizione, si ricorda, proviene da un Pubblico Ufficiale.
Tale condotta ha arrecato un danno morale e patrimoniale al dottor Camilloni in quanto è stato denunciato da Massimo Sbardella per associazione a delinquere sulla scorta di tale ignominiosa costituzione del Curatore e successivamente archiviate.
Sempre nella comparsa di costituzione e risposta del 7.9.2016, il Curatore dichiarava di non ritenere fondata la richiesta di somme di danaro a EX SOCI, UMBRIA TV E CENTRO ITALIA PUBBLICITA’
Gli ex soci dovevano, invece, pagare il Gruppo Editoriale Umbria perché? li avevano sempre corrisposti per sanare le perdite (lo afferma il meccanismo lo stesso curatore nella relazione fallimentare).
Le perdite, però, erano infondate, come espresso dall’Avv. Rubini nel suo parere del 7.4.2017. La prova del meccanismo di falsa fatturazione è presto provato. Si rileggano le dichiarazioni del Signor Sbardella che parla del meccanismo fraudolento di spese per ottenere i contributi pubblici con le consorelle UMBRIA TV E CENTRO ITALIA PUBBLICITA’. Ovvero vi erano false fatture per prestazioni inesistenti e comunque non giustificabili che servivano solo per alzare i costi, fatture che poi venivano compensate. Compensazione non impugnata dal Curatore, ma che invece doveva essere impugnata perché? inefficace verso il Fallimento. Di fatto non vi era mai passaggio di danaro, denaro pubblico che invece arrivava dallo Stato per questi costi fittizi.
La nota di colore è che il Curatore giammai ha eseguito una contestazione a Mapelli e Traversini per queste frodi ai danni del Gruppo Editoriale Umbria, e non ha denunciato tale situazione alla Presidenza del Consiglio, tramite gli organi competenti. Al contrario, sono Mapelli e Traversini che hanno denunciato penalmente il dottor Camilloni, denunce archiviate con il monito del PM PISANI che di sicuro la Curatela li avrebbe perseguiti.
Il Curatore non solo non li ha perseguiti, ma ha riconosciuto le compensazioni che in sede fallimentare si debbono revocare, chiudendo in transazione i decreti ingiuntivi proposti dal dottor Camilloni. Sul punto è stato chiesto l’intervento del CTU contabile per la conferma del meccanismo, peraltro già? denunciato in due interrogazioni parlamentari.
Da evidenziare che l’articolo 67 della Legge Fallimentare stabilisce che gli atti soggetti a revocatoria: «Sono revocati, salvo che l’altra parte provi che non conosceva lo stato d’insolvenza del debitore:1) gli atti a titolo oneroso compiuti nell’anno anteriore alla dichiarazione di fallimento, in cui le prestazioni eseguite o le obbligazioni assunte dal fallito sorpassano di oltre un quarto ciò che a lui è stato dato o promesso; 2) gli atti estintivi di debiti pecuniari scaduti ed esigibili non effettuati con danaro o con altri mezzi normali di pagamento, se compiuti nell’anno anteriore alla dichiarazione di fallimento».
A questo punto sorgono alcune domande.
La prima è se la Guardia di Finanza di Perugia ha avviato un’indagine in base ai due verbali dell’Assemblea del 14 gennaio e del 29 aprile 2016?
La seconda è quella relativa all’indagine avviata dopo la presentazione dell’esposto presentato dai dipendenti in data 30 marzo 2016?
Ah a saperlo…
Nel frattempo sarebbero utili sia l’intervento della Corte dei Conti che degli ispettori del Ministero della Giustizia per fare piena luce sul fallimento del Gruppo Editoriale Umbria 1819.