
(AGENPARL) – gio 29 dicembre 2022 COMUNICATO STAMPA
Dl rave: Patriarca (FI), coniuga garanzia e sicurezza
“Il provvedimento riesce a coniugare le istanze di garanzia e sicurezza in perfetto equilibrio”, dando “un chiaro segnale della direzione intrapresa da questo Governo in tema di giustizia: è chiara la centralità del Parlamento come sede deliberativa, capace di recepire ed elaborare soluzioni migliorative” ed “emerge che questa maggioranza è compatta ed omogenea, con un patrimonio di valori condivisi, al netto di sensibilità particolari che arricchiscono e completano il quadro dei valori”. Lo ha detto Annarita Patriarca, deputata di Forza Italia, nel corso del suo intervento in Aula a Montecitorio sulla questione di fiducia posta dal governo sul Dl Rave.
“Nel vocabolario Treccani, il rave party viene qualificato come ‘grande raduno di giovani, notturno, per lo più clandestino e di carattere trasgressivo’, dove migliaia di persone spesso ‘fanno uso di sostanze stupefacenti.’ Le pene previste sono adeguate, perché manifestazioni notturne di questa risma rappresentano un pericolo concreto alla salute e all’ordine pubblico, ed è innegabile che la ratio della norma sia quella di scongiurare eventi pericolosi che fino ad ora non siamo stati in grado di fronteggiare”, ha sottolineato la deputata azzurra. “Si interviene anche sulle misure in materia di benefici penitenziari”, con l’obiettivo “da un lato, di tutelare l’ordine pubblico, dall’altro, di dare adesione alle disposizioni della Corte costituzionale, che ha deciso di allargare la rete della possibilità di accesso alla libertà per i detenuti ergastolani una volta rieducati e non più pericolosi. Il Governo riesce a tenere in equilibrio queste due forze solo apparentemente opposte, dettando una serie di condizioni per accedere alle misure alternative alla detenzione”, ha aggiunto.
Infine, “i reati contro la pubblica amministrazione non possono e non devono essere equiparati a quelli di matrice mafiosa. Abbiamo ripristinato la distinzione fra reati gravissimi, in particolare mafia e terrorismo, che meritano un trattamento sanzionatorio più severo, e i reati pur gravi per i quali è stabilita una disciplina ordinaria. La parificazione dei reati contro la pubblica amministrazione a quelli di mafia era un’aberrazione normativa, frutto solo di un dogmatismo giustizialista che non fa parte della nostra tradizione giuridica”, ha concluso Patriarca.
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