
(AGENPARL) – gio 15 dicembre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: Bilancio 2023, discussione generale – 7](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt672111)
Consiglio -Gli interventi sulla manovra finanziaria 2023 di Nicolini e Deeg. (continua)
Nell’ambito della discussione generale del bilancio 2023 della manovra finanziaria 2023 della Provincia, contenuta nei disegni di legge [119/22](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=667366&blank=Y): Legge di stabilità provinciale per l’anno 2023, [120/22](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=667376&blank=Y): Bilancio di previsione della Provincia autonoma di Bolzano 2023-2025 e [121/22](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=667379&blank=Y): Disposizioni collegate alla legge di stabilità provinciale per l’anno 2023, ha preso la parola questo pomeriggio Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle), che ha fatto riferimento al “giorno della marmotta” per dire che gli sembrava di rivivere costantemente le stesse dichiarazioni e situazioni. Anche l’anno scorso la relazione di kompatscher era basata sui concetti di sostenibilitá e rinuncia, concetto, tra il resto ripetuto ieri dal vescovo. La novità era che la rinuncia non era più una scelta, ma una condizione, e questa fascia di persone stava crescendo, nonostante il benessere ricchissimo: la forbice si allargava ed escludeva gli ultimi, cresceva la disparità nella società, il che creava frustrazioni alle fasce più basse. I ristoranti di lusso erano pieni, ma c’erano persone che avevano dovuto eliminare ogni spesa superflua: a queste non si poteva chiedere di rinunciare. A confronto con altre situazioni, non ce la si passava male, ma il problema era la disparità: c’era volontà morale di integrare anche gli ultimi, ma il sistema politico viaggiava per gruppi di interesse, il che faceva permanere l’esclusione. La scorsa settimana si trovava a Bruxelles per una conferenza su porte girevoli, corruzione e lobbismo, subito prima dello scandalo: anche lì era emerso che quando la politica diventa rappresentanza di interessi particolari, si perde l’interesse generale. Il discorso sembrava personale, e non di una maggioranza compatta, non c’era coerenza tra pensiero e azione, come giá l’anno scorso: uno sforzo si riconosceva, ma poi prevalevano gli interessi particolari, come era accaduto con la misura del Bettestopp, successivamente annacquata. CI si rivolgeva sempre alle fasce alte della società, escludendo quelle più basse. Alcune visioni come transizione ecologica, economia circolare, erano positive ma arrivavano troppo tardi: l’anno prossimo la crisi sarebbe peggiorata, sarebbe arrivata una deflazione, e ne avrebbero fatto le spese i più deboli. Il Governo nazionale invece adottava misure di lotta ai poveri, e anche la Giunta si convertiva verso politiche che non erano accettabili; il bilancio non operava una ridistribuzione dle reddito. Anche l’accenno all’economia circolare era tardivo; la relativa contrapposizione era il termovalorizzatore, scelta non del tutto lungimirante in quanto l’impianto era nato sovradimensionato: bisognava pensare a iniziative nel segno della sostenibilità, non solo a parole ma nei fatti, accogliendo le proposte.Un esempio di queste misure era il bonus 110%, che aveva coniugato sostenibiitá ambientale, sociale ed economica. Ora si era passati al bonus 80%, che però non permetteva di intervenire a chi non aveva disponibilità di spesa. L’ecobonus traeva ancora beneficio del volano dell#edilizio, ma le commesse sarebbero diminuite. Anche la liberalizzazione del mercato energetico e della decentralizzazione della produzione sarebbe stata una misura che coniugava sostenibilità ambientale e sociale: la Provincia doveva intervenire. Meritevole era il capitolo dedicato ai boschi: egli aveva segnalato da tempo la loro funzione di tutela, ma le sue proposte erano state respinte; nella relazione si era accennato anche alla progressione geometrica di certi fenomeni, come quello del bostrico, che a un certo punto diventava inarrestabile: ancora più incomprensibile diventava quindi l’OK a parcheggi rifugi, piste da sci, impianti: anche in questo caso, l’opposizione aveva dato tanti impulsi. Un problema importante era quello del working poor: molte persone non riuscivano a sopravvivere senza sussidi,pur lavorando, e questo andava risolto, non era pensabile che la Giunta pagasse 30 milioni l’anno per sostenere gli affitti. In quanto alla scuola, problematica era la situazione di quella italiana, con classi con altissima percentuale di background migratorio, strutture danneggiate, da cui gli studenti non potevano ricavare nulla di buono; questo metteva in difficoltà gli insegnanti, evidentemente mancava un’adeguata gestione della scuola; mancavano addirittura i dati sulla dispersione scolastica. Tra scuola italiana e scuola tedesca c’era grande disparità, il che danneggiava una buona convivenza; inoltre mancavano insegnanti, molti di loro volevano cambiare lavoro. La mobilità era disastrosa, nonostante negli uffici lavorassero persone competenti: i mezzi pubblici saltavano le corse e non erano affidabili, e tutto si riversava sulla mobilità privata, c’erano code ovunque. La variante della Val di Riga non era una rivoluzione. Nella sanitá c’era la spesa pubblica pro capite più alta d’Italia, ma anche la spesa privata più alta d’Italia; non si capiva il motivo dei sovraccosti, ma dalle delibere dell’azienda sanitaria emergevano incarichi molto costosi e lo stanziamento facile di importi molto grandi – sarebbe stato opportuno intervenire razionalizzando e unificando i servizi. Infine, in merito all’Autonomia, essa funzionava, in paragone ad altre esperienze, tuttavia non era più al passo con la societá attuale, ma siccome non ci si accordava sui cambiamenti, si restava fermi, mentre fuori il mondo andava avanti, l’inglese era ormai una lingua che i giovani padroneggiavano, il Marocco arrivava a una semifinale mondiale. Nicolini ha annunciato alcuni emendamenti, augurandosi che fossero correttivi accettati: in particolare., relativamente all’IRAP bisognava andare incontro alle tantissime imprese indebitate che avevano grande paura del futuro, e non agevolare sempre i soliti settori.
Dai banchi dei consiglieri, Waltraud Deeg (SVP) ha fatto riferimento all’anno di crisi, e al fatto che dal 2019 se ne erano superate diverse; il coronavirus c’era ancora, seppur in una forma più lieve, i prezzi aumentano, e anche i giovani si rendevano conto che li aspettavano delle grandi sfide, a livello globale. Lo statuto di autonomia era ancora vivo, ciò che veniva fatto nell’ambito dell’edilizia e in altri settori era già contenuto in esso. Le critiche dell’opposizione erano state dure ma anche costruttive, avevano stimolato la riflessione, ma andava detto che molto ancora funzionava, anche se interventi erano necessari.Si dice che se L’ecomia sta bene stanno bene tutti, ma non sempre è vero, bisogna occuparsi anche dei più deboli della società. La quota di disoccupazione è molto ridotta, di fatto c’è piena occupazione; il marchio di riconoscimento della SVP è che a volte si discute, ma poi ci si ritrova, e alla fine si rappresenta un pilastro stabile della provincia. riguardo alle donne, non si è primi, ma gli sviluppi sono positivi: molte di esse lavorano, il tasso di natalitá è molto alto, la politica della famiglia funziona. C’è un’alta qualitá della vita, come dimostra il coefficiente Gini, tuttavia il 16-18%, con o senza aiuti, sono a rischio povertà, e tani di essi sono gli anziani che hanno creato il benessere attuale, e che non chiedono aiuto, piuttosto risparmiano anche su cibo e medicine: con i Comuni bisogna cercare di garantire servizi sociali, anche collaborando con i volontari. Anche per questo servono nuovi pacchetti di aiuti, evitando il social-washing ma garantendo un sistema sociale che funziona bene, per il quale la SVP, con l’ala sociale in primis, si è battuta. Sul settore dell’abitare c’è una pressione molto alta, ma chi si lamenta e critica è püroprio che ha avuto in mano questo dipartimento per 30 anni; ora finalmente si ha il coraggio di fare degli interventi coraggiosi. Non è vero che la Giunta non ha un piano: c’è un programma definito con 12 punti, e se ne sta occupando tutto l’esecutivo. Nessuno dispone di tutta la verità, ci vuole una democrazia che si confronti anche litigando, c’è bisogno di partiti indipendenti anche finanziati pubblicamente. Due sono le leggi del settore approvate, e in merito alL’edilizia sociale si era confrontata anche con la promotrice del Neunerhaus viennese, l’altoatesina Unterholzner: a Vienna la quota dell’edilizia sociale e agevolata era del 43%, con prezzi di 8,48 €/mq, mentre il canone sociale IPES era di 2 €mq, e i prezzi di edilizia e sociale e agevolata erano molto bassi, tutti in Europa dicevano di continuare così. Poi, forse, c’erano privati che non rispettavano i parametri degli alloggi sociali, ma del settore di occupavano nell’IPES 2 collaboratori. Se il 70% degli alloggi era di proprietà, la politica fatta finora era buona. Questa settimana sarebbe stata aperta la “Casa della solidarietà.2”, quali primi in Europa. Chi alloggiava in queste strutture doveva contribuire e il clima era buono; l’intervento sociale doveva avere l’obiettivo di rendere indipendenti le persone; non si poteva risparmiare nel sociale perché era necessario creare un sistema in grado di reggere i momenti di crisi, se l’economia migliorava le somme investite nel sociali diminuivano automaticamente. Il settore sociale in Alto Adige aveva raggiunto i propri limiti, lei stessa aveva passato intere notti con chi lavorava nelle strutture, c’erano stati confronti e comunicazioni, a volte riportate dai media: questo l’aveva portata a sviluppare una corazza, in quanto a fronte di situazioni difficilissime, come una casa di cura con la maggioranza degli assistenti in quarantena, si era trovata di fronte a problemi enormi, sui quali decidere con le conoscenze e le risorse a disposizione nel momento, per poi ricevere l’accusa di non prendere sul serio i timori delle persone. Non augurava a nessuno un’esperienza simile. Ripetere costantemente cosa non funzionava riduceva anche le possibilità di trovare nuovi collaboratori,mentre quelli che già c’erano avevano dato tutto durante la fase emergenziale: a essi andava un ringraziamento. Sembrava che tutti si preoccupassero dello stato della SVP, “ma potete stare tranquilli, risolveremo da soli i nostri problemi”; si trattava comunque di un modello di successo, che aveva garantito un’Autonomia accessibile per tutti; si potevano avere opinioni differenti e discutere, e spesso i colleghi dell’ala sociale erano sotto accusa, ma essa svolgeva un ruolo molto importante per la SVP, anche nell’ambito del bilancio. Lei stimava tutti i colleghi, e chiedeva lo stesso rispetto, anche davanti ai media, con riferimenti corretti: a essi chiedeva di parlare CON lei e la SVP, non SU di loro. Importante sarebbe stato mantenere rapporti cordiali e umani, ma negli ultimi anni questi atteggiamenti erano andati persi: bisognava però continuare a essere fiduciosi, “soprattutto per i nostri figli”, trasmettendo messaggi positivi.
(continua)
(Autore: MC)
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