
(AGENPARL) – ven 28 ottobre 2022 I contributi pubblicati nella serie
“Note di stabilità nanziaria
e vigilanza” riettono le opinioni
degli autori e non impegnano
la responsabilità della
Banca d’Italia
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Note di stabilità nanziaria e vigilanza
N. 31 – Ottobre 2022
Introduzione e principali conclusioni
I rischi operativi connessi con l’attività aziendale possono incidere in misura
signicativa sulla redditività delle imprese e sulle loro condizioni nanziarie. Le
aziende, in particolare quelle con meno risorse disponibili, possono avere dicoltà a
fare fronte agli esborsi determinati da un evento avverso inatteso e ciò può riettersi
sulla loro solvibilità. La sottoscrizione di speciche polizze assicurative può dunque
aiutare le imprese, in particolare le più piccole e quelle caratterizzate da maggiori
vincoli di liquidità, a gestire i rischi operativi e a ridurre l’impatto economico di eventi
avversi, con possibili ricadute positive sul merito di credito e, di conseguenza, sul
costo dei nanziamenti. Ciò è particolarmente rilevante per i bisogni di protezione
da nuove tipologie di rischio, come quelli
cyber
e climatico.
Nonostante le motivazioni economiche a favore della sottoscrizione di polizze
assicurative, le imprese italiane sono caratterizzate da un grado di copertura
strutturalmente basso nel confronto internazionale
. Una migliore comprensione delle
determinanti dello stato di sottoassicurazione
può aiutare a valutare possibili politiche
volte a migliorare l’oerta assicurativa, incentivare la domanda e promuovere un’azione
di educazione assicurativa.
Questa nota analizza la scelta assicurativa delle imprese italiane per le diverse tipologie
di rischio e in funzione delle caratteristiche delle aziende al ne di fornire elementi
utili all’analisi dei fattori associati alla probabilità di sottoscrivere una polizza e alla
spesa assicurativa. Il lavoro utilizza i risultati dell’indagine sulle imprese industriali
e dei servizi (INVIND) condotta tra febbraio e maggio del 2022 in cui è stata inserita
una sezione monograca dedicata alle polizze assicurative stipulate dalle aziende
italiane. Si sottolinea che nell’interpretazione dei risultati occorre tenere conto
della struttura del campione dell’indagine, che non include aziende con meno di 20
dipendenti, ovvero la tipologia di imprese più diusa nel tessuto produttivo italiano.
Le evidenze dell’indagine mostrano che la quota di imprese che hanno sottoscritto una
polizza dierisce a seconda della tipologia di rischio. La quasi totalità delle imprese del
campione ha sottoscritto una polizza per i rischi tipicamente più diusi, quali furto e
incendio e responsabilità verso terzi. La quota di imprese assicurate è invece più bassa
per gli altri rischi, quali quelli relativi al trasporto merci (52 per cento) e alla categoria
“credito e cauzione”
(29 per cento), e per le tipologie di rischio emergenti, come i rischi
I premi delle assicurazioni contro i danni raccolti dalle compagnie italiane nel 2020 erano pari all’1,9 per cento del PIL,
contro il 4,6 per cento in media nei paesi OCSE (cfr. Ivass,
Relazione sull’attività svolta dall’Istituto nel 2020
La carenza di copertura assicurativa può essere riconducibile sia a problemi di oerta, connessi con possibili inecienze
del mercato assicurativo e con una limitata capacità delle compagnie di rispondere ai nuovi bisogni di assicurazione
delle imprese, sia a problemi di domanda, legati ad esempio alla ridotta cultura assicurativa delle imprese italiane e a
caratteristiche del tessuto produttivo nazionale (cfr. Guiso, L., Schivardi, F., 2010, “Copertura assicurativa e accesso al
credito bancario: evidenza da un campione di piccole e medie imprese italiane”,
Working Paper
In questa categoria rientrano sia le polizze a copertura delle insolvenze sui crediti detenuti dall’impresa (ad esempio, il
mancato pagamento da parte di un cliente nel caso dei crediti commerciali) sia le deiussioni, nelle quali la compagnia
assicurativa garantisce l’obbligazione di un’impresa verso un terzo soggetto (ad esempio, il completamento di un’opera,
il pagamento di un credito o il pagamento di tasse).
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naturali e climatici (68 per cento) e il
cyber risk
(30 per cento). Se calcoliamo la quota
solo per le imprese che ritengono che il rischio in questione sia rilevante, la dispersione
si riduce e i valori crescono in misura signicativa per trasporto merci e rischi naturali
e climatici (circa il 90 per cento), mentre per “credito e cauzione” e
cyber risk
i valori
rimangono comunque inferiori al 70 per cento.
La partecipazione al mercato assicurativo è inferiore per le imprese di minore
dimensione e per quelle localizzate al Sud e nelle Isole. Le principali motivazioni della
mancata assicurazione di un rischio, anche quando considerato rilevante dalle imprese,
sono il costo eccessivo della polizza e la mancanza di informazioni adeguate; mentre le
altre motivazioni incluse nell’indagine (mancanza di risorse per sottoscrivere la polizza
e mancanza di ducia nei confronti delle compagnie) appaiono invece trascurabili.
Per valutare se le banche siano informate sullo stato assicurativo delle aziende a cui
erogano credito è stato chiesto alle imprese se la polizza è stata sottoscritta presso la
loro banca principale o se la banca è stata comunque informata della sottoscrizione.
Circa tre imprese su quattro indicano che la banca principale con cui hanno rapporti di
credito non è stata informata della condizione assicurativa dell’azienda. Ciò suggerisce
che in genere le banche non sembrano tenere conto delle coperture assicurative
acquistate dell’impresa nella determinazione delle condizioni di oerta.
Il valore medio della spesa assicurativa rispetto al fatturato, un indicatore del grado
di copertura, è pari allo 0,57 per cento e ha un grado di dispersione elevata. La spesa
media è maggiore per le imprese più piccole, suggerendo la presenza di signicativi
costi ssi legati alla sottoscrizione delle polizze; mentre la spesa è minore per le aziende
localizzate nelle regioni meridionali, dove la propensione ad assicurarsi è inferiore.
L’analisi multivariata conferma che, anche a parità di altri fattori, la presenza di
una copertura assicurativa per ciascuno dei rischi considerati e la spesa assicurativa
sono inuenzate dalla dimensione dell’impresa, dall’area di residenza, dal settore e
dall’esposizione al rischio, ovvero dall’avere subito un danno nei cinque anni precedenti
o da altre caratteristiche che si associano a una maggiore esposizione dell’azienda verso
un determinato rischio (ad esempio, la quota di immobilizzazioni materiali sul totale
attivo o la quota di esportazioni sul fatturato). Le altre variabili di bilancio incluse
nell’analisi, quali la redditività e gli oneri nanziari sul margine operativo lordo, hanno
invece una rilevanza minore.
L’analisi sulla scelta assicurativa permette di stimare, a parità di altre condizioni, la
dierenza nella probabilità di assicurarsi tra diverse categorie di imprese. Ad esempio,
un’impresa localizzata al Sud o nelle Isole, di piccole dimensioni (con un fatturato di 8
milioni) e che non ha subito un danno negli ultimi 5 anni ha una probabilità di assicurarsi
pari al 52 per cento per i rischi climatici e naturali, al 15 per cento per il
cyber risk
22 per cento per “credito e cauzioni”. Le stesse probabilità per un’impresa di maggiori
dimensioni (con un fatturato di 60 milioni) del Nord-Est sono pari rispettivamente al
77, 33 e 40 per cento.
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Il questionario
I dati analizzati in questo lavoro riguardano principalmente la sezione monograca
sulle coperture assicurative non obbligatorie contro i rischi operativi inclusa nella
rilevazione somministrata dalla Banca d’Italia alle imprese dell’industria e dei servizi
tra febbraio e maggio del 2022. L’indagine INVIND, eettuata annualmente, raccoglie
informazioni su aspetti anagraci e strutturali delle imprese (relativi, ad esempio, agli
investimenti, fatturato e condizioni di indebitamento) e contiene parti monograche
dedicate a specici temi di interesse.
La popolazione di riferimento comprende le imprese con sede amministrativa in
Italia, con almeno 20 addetti e attive nei comparti dell’industria in senso stretto e
dei servizi privati non nanziari
. Il campione è composto da circa 4.000 imprese; di
queste oltre il 70 per cento ha risposto alle domande sulle coperture assicurative. Lo
schema di campionamento è straticato sulla base delle combinazioni di settore, classe
dimensionale e sede amministrativa dell’impresa.
Le domande del modulo assicurativo poste agli intervistati sono elencate nell’Appendice
1. I rischi relativi all’attività aziendale sono stati suddivisi in sei tipologie principali:
furto e incendio, trasporto merci, credito e cauzioni,
cyber risk
, responsabilità verso
terzi e dipendenti, rischi naturali e climatici
. Per ciascuna categoria, le imprese hanno
indicato se erano assicurate o meno, da quale anno e se hanno subito danni rilevanti
negli ultimi cinque anni. Inoltre, le imprese hanno indicato l’ammontare della spesa
complessiva per la sottoscrizione di polizze nel 2021 e se la propria banca principale è
stata informata delle loro coperture assicurative. Inne, nel caso in cui l’impresa non è
assicurata per almeno una delle tipologie di rischio e ritiene che il rischio sia comunque
rilevante è stato chiesto di indicare la principale ragione della mancata assicurazione.
Ulteriori informazioni sulla struttura nanziaria ed economica delle aziende sono
derivate dall’archivio Cerved, che contiene i dati di bilancio di tutte le società di capitale
italiane; gli ultimi bilanci disponibili al momento dell’analisi sono relativi all’anno 2020.
I risultati dell’indagine
Le principali tipologie di rischio assicurate
La quota di imprese che hanno sottoscritto una polizza dierisce a seconda della
tipologia di rischio
. Per furto e incendio e responsabilità verso terzi – i rischi più diusi –
la quota è superiore al 90 per cento (Tavola 1). Le imprese che hanno sottoscritto una
polizza contro rischi naturali e climatici sono il 68 per cento del totale, un valore più
elevato di quanto riscontrato nell’indagine del 2016 per una domanda riguardante
e domande del modulo assicurativo non sono state poste alle imprese operanti nel settore delle costruzioni.
Si veda l’Appendice 2 per una descrizione delle singole categorie di rischio.
Un’analisi simile è stata condotta da Guiso e Schivardi (2010). Il confronto tra le quote di assicurati per ogni tipologia
di rischio è tuttavia dicile poiché il campione dell’indagine e le categorie di rischio considerate sono in parte diverse.
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le assicurazioni contro danni di alluvioni e frane (44 per cento)
, una categoria di
rischi comunque più ristretta di quella dell’ultima rilevazione. Come atteso, il tasso
di copertura assicurativa è minore per i rischi considerati rilevanti solo da una quota
ridotta di imprese, quali il trasporto merci (52 per cento) e, soprattutto, credito e
cauzione e il
cyber risk
(entrambi inferiori al 30 per cento).
Se calcoliamo la quota solo per le imprese che ritengono che il rischio sia rilevante, i
valori crescono e la dispersione si riduce. La quota di imprese assicurate contro i rischi
climatici sale al 93 per cento. Per “credito e cauzioni” e
cyber risk
i valori rimangono
comunque inferiori al 70 per cento (rispettivamente 68 e 55 per cento). Nel valutare
questi valori occorre tenere conto che l’eettiva esposizione al rischio potrebbe essere
diversa da quanto dichiarato poiché essa è in genere dicile da misurare e la percezione
della sua rilevanza è in parte soggettiva.
Il tasso di copertura è aumentato negli ultimi anni in misura signicativa per il
cyber risk
(31 punti percentuali negli ultimi 3 anni) e, in misura minore, per la categoria “credito
e cauzione” (8 punti percentuali). Il tasso non è cresciuto in modo rilevante per le altre
categorie di rischio.
La partecipazione al mercato assicurativo tende ad aumentare con la dimensione
dell’impresa
(Tavola 2). In particolare, il tasso di assicurazione delle imprese più piccole
(con un numero di dipendenti compreso tra 20 e 50) è inferiore di circa 20 punti
percentuali a quello delle imprese con oltre 250 dipendenti per le categorie di rischio
credito e cauzioni e
cyber
, di circa 10 punti per i rischi relativi al trasporto merci e per
quelli ambientali. Ipotizzando una relazione monotona tra domanda di assicurazione e
dimensione dell’impresa, è presumibile che per le aziende con meno di 20 dipendenti,
escluse dall’indagine campionaria, i tassi di sottoscrizione siano particolarmente bassi.
Cfr. I. Faiella e F. Natoli,
Natural Catastrophes and Bank Lending: e Case of Flood Risk in Italy
, Questioni di Economia e
Finanza N
, Banca d’Italia, 2018.
Tav. 1 – Le polizze assicurative sottoscritte a fronte delle principali tipologie di rischio
(quote percentuali)
Quota
di imprese
assicurate
sul totale
imprese
Quota
di imprese
ritengono
il rischio
rilevante
Quota
di imprese
assicurate
(solo imprese
che ritengono
il rischio
rilevante)
Anno di sottoscrizione della polizza
prima
Furto e incendio
Trasporto merci
Credito e cauzioni
Cyber risk
Responsabilità verso terzi
Rischi naturali e climatici
e quote sono calcolate sul campione degli assicurati per ogni tipologia di rischio.
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Questa relazione potrebbe dipendere da una parte dal fatto che le grandi imprese
hanno più incentivi ad assicurarsi per la più elevata esposizione al rischio (ad es.
maggiori attività assicurabili) e perché dispongono di maggiori risorse; dall’altra, le
imprese più piccole potrebbero avere una minore propensione ad assicurarsi a causa
di limitate competenze assicurative o di una ridotta consapevolezza dei rischi
Il tasso di sottoscrizione è in media più basso al Sud e nelle Isole per tutte le tipologie
di rischio (Tavola 3). La dierenza è particolarmente rilevante per i rischi naturali
e climatici, il
cyber risk
e i rischi connessi con il trasporto merci. In particolare, la
quota di imprese assicurate contro i rischi ambientali nelle regioni del Sud e nelle
Isole è del 52 per cento, contro oltre il 70 delle regioni del Nord. Questa dierenza
rimane signicativa anche confrontando imprese nella stessa classe dimensionale
e nello stesso settore. Il più basso tasso di sottoscrizione nelle regioni meridionali
potrebbe riettere sia la minore propensione ad assicurarsi sia la presenza sul
mercato di imprese mediamente più rischiose e i connessi eetti di selezione
avversa.
Cfr. R. Cesari e L. D’Aurizio,
Le competenze assicurative e nanziarie degli italiani a confronto
, Quaderno Ivass n. 21, dicembre
Tav. 2 – Quota di imprese assicurate per le principali tipologie di rischio
e per dimensione dell’impresa
(quote percentuali)
Numero dipendenti
Furto
e incendio
Trasporto
merci
Credito
e cauzioni
Cyber
Responsabilità
verso terzi
Rischi
naturali
e climatici
oltre 250
Totale
Per memoria:
numero
di dipendenti (media)
Tav. 3 – Quota di imprese assicurate per le principali tipologie di rischio
e per area geograca
(quote percentuali)
Furto
e incendio
Trasporto
merci
Credito
e cauzioni
Cyber
Responsabilità
verso terzi
Rischi
naturali
e climatici
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud e Isole
Totale
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Assicurazione e esposizione al rischio
Per valutare l’esposizione al rischio dell’impresa è stato rilevato se l’azienda ha subito
almeno un danno nei 5 anni precedenti per ciascuna tipologia di rischio considerata
(Tavola 4). I risultati mostrano che i danni sono stati più frequenti per i rischi riguardanti
la responsabilità verso terzi, gli eventi naturali e le polizze per furto e incendio. Come
atteso, il tasso di copertura assicurativa è maggiore per le categorie per cui la probabilità
che si verichi l’evento dannoso è maggiore.
È interessante sottolineare che per le tipologie “credito e cauzioni” (che include la
copertura export) e
cyber risk
la quota di imprese che non si sono assicurate pur avendo
subito un danno in passato è comunque elevata, anche quando il rischio è considerato
rilevante
(rispettivamente l’11 e il 19 per cento). Nel caso dei rischi riguardanti il credito
e le cauzioni, la mancata assicurazione delle imprese (anche in caso di rischio rilevante)
ha signicative implicazioni in termini di rischio di credito delle banche nei periodi di
recessione e di dicoltà nel commercio internazionale.
I principali motivi della mancata assicurazione
Alle 564 imprese non assicurate contro almeno una delle sei tipologie di rischio
esaminate (e che ritengono che il rischio sia rilevante), circa un quinto del campione, è
stato chiesto di indicare la principale ragione della mancata assicurazione tra le quattro
proposte (Tavola 5).
Le principali motivazioni della mancata assicurazione sono il costo eccessivo e la mancanza
di informazioni adeguate. In particolare, il 56 per cento del campione di imprese ritiene
che il premio sia eccessivo rispetto al danno atteso, mentre il 38 per cento sostiene di
avere poche informazioni sui prodotti assicurativi di una determinata tipologia di rischi.
Tav. 4 – Copertura assicurativa e rischio
(quote percentuali)
Imprese che hanno subito un danno
negli ultimi 5 anni
Imprese che non
hanno subito
un danno
negli ultimi 5 anni
Per memoria:
imprese
che ritengono
il rischio
non rilevante
Totale
Assicurate
Non assicurate
Totale
Assicurate
Rischio
rilevante
Rischio
rilevante
Furto e incendio
Trasporto merci
Credito e
cauzioni
Cyber risk
Responsabilità
verso terzi
Rischi naturali
e climatici
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Le altre due motivazioni (mancanza di risorse per sottoscrivere la polizza e mancanza di
ducia nei confronti delle compagnie) appaiono invece trascurabili.
Le imprese che, pur ritenendo il rischio rilevante e pur essendo in grado di pagare la
polizza assicurativa, non si assicurano perché considerano il premio eccessivo rispetto
al danno atteso di fatto scelgono di far fronte direttamente agli esborsi connessi con i
rischi attraverso il proprio patrimonio (cosiddetta autoassicurazione). Ciò può riettere
sia la presenza di premi elevati a fronte di inecienze del mercato assicurativo, quali
ad esempio i problemi di selezione avversa, sia la sottovalutazione da parte delle
imprese del danno atteso rispetto al prezzo richiesto (un fenomeno probabilmente più
diuso per gli eventi meno frequenti). La frequenza di questa motivazione è più alta
soprattutto per le aziende che dichiarano di non essere assicurate per i rischi relativi a
trasporto merci e credito e cauzioni.
La scarsa informazione sui prodotti assicurativi è stata segnalata come motivazione
della mancata sottoscrizione di una polizza più di frequente dalle imprese che non si
assicurano contro
cyber risk
e rischi ambientali. La frequenza di questa motivazione
suggerisce che politiche mirate a migliorare il grado di informazione delle imprese sui
prodotti assicurativi potrebbero contribuire a innalzare il tasso di assicurazione in
particolare per le “nuove” tipologie di rischio.
La quota estremamente bassa di imprese che dichiarano di non essere in grado di
sostenere il costo dell’assicurazione è verosimilmente spiegata dal fatto che il campione
della rilevazione non include le imprese con meno di 20 dipendenti, che sono tipicamente
soggette a vincoli nanziari più stringenti.
La banca sa se l’impresa è assicurata?
La presenza di una copertura assicurativa potrebbe ridurre il rischio di credito per
la banca creditrice e quindi migliorare l’accesso al credito per l’impresa. Per valutare
se le banche siano presumibilmente informate sullo stato assicurativo delle aziende
a cui erogano credito è stato chiesto alle imprese se la polizza è stata sottoscritta
presso la loro banca principale o se la banca è stata comunque informata della
sottoscrizione.
Tav. 5 – Motivo della mancata sottoscrizione di una polizza
per rischi considerati rilevanti
Risposta
N. risposte
Quota
L’azienda non è in grado di sostenere il costo dell’assicurazione
L’azienda è in grado di sostenere il costo dell’assicurazione ma si ritiene
che il premio sia eccessivo rispetto al danno atteso
Mancanza di ducia nei confronti delle compagnie di assicurazione
Mancanza di informazioni sui prodotti assicurativi
1) Alle imprese non assicurate contro almeno una delle sei tipologie di rischio esaminate (e che ritengono il rischio rilevante) è stato chiesto di
indicare la principale ragione della mancata assicurazione.
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I risultati indicano che solo in un quarto dei casi le banche avrebbero le informazioni
necessarie per tenere conto dello stato assicurativo dell’impresa nella valutazione del
rischio di credito (Tavola 6). Questa evidenza è in linea con evidenze aneddotiche che
indicano che le informazioni sulle coperture del rischio operativo non sono ancora
raccolte in modo sistematico dagli intermediari creditizi.
Tale quota è solo leggermente
più alta per le banche che hanno una partecipazione di controllo nel capitale di una
compagnia assicurativa rispetto alle altre (rispettivamente 27 e 21 per cento). Queste
evidenze suggeriscono che in genere le banche non sembrano tenere conto delle
coperture assicurative acquistate dall’impresa nella determinazione delle condizioni di
oerta e ciò potrebbe denotare una certa dicoltà delle banche di valutare l’ecacia
delle polizze sottoscritte nel ridurre il rischio di credito dei loro attivi.
Il grado di copertura assicurativa
Per valutare il grado di copertura assicurativa delle imprese utilizziamo due indicatori:
il numero di tipologie di rischio assicurate e la spesa sostenuta nell’anno dall’impresa
per assicurarsi.
La maggior parte delle imprese ha sottoscritto polizze assicurative che coprono tre
o quattro tipologie di rischio tra quelle elencate (56 per cento; Tavola 7). La quota di
imprese che non ha sottoscritto nessuna polizza è residuale (3 per cento), mentre il
Tav. 6 – Informazione a disposizione della banca sullo stato assicurativo delle imprese
Imprese che hanno
sottoscritto la polizza presso
la banca principale
b) Imprese che hanno
informato la banca principale
c) Totale delle imprese
per le quali la banca
è presumibilmente informata
risposta
numero
quota
numero
quota
numero
quota
Totale
(1) Il campione a cui è stata posta la domanda include solo le imprese che hanno dichiarato di avere sottoscritto almeno una
polizza assicurativa (2.660). – (2) La domanda è stata posta solo alle imprese che hanno risposto “No” alla domanda della colonna
(a). – (3) Imprese che hanno dichiarato di avere sottoscritto la polizza presso la banca principale o di avere informato la banca
principale della sottoscrizione. Sono escluse dal campione le 88 imprese che non hanno risposto alla domanda della colonna (b).
Tav. 7 – Distribuzione delle imprese in base al numero di tipologie di rischio assicurate
Numero
di rischi assicurati
Numero
di imprese
Quota
di imprese
Numero
di dipendenti medio
Totale
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9 per cento ha sottoscritto tutte le sei polizze considerate. Le imprese più grandi in
media sottoscrivono un numero di polizze maggiore.
La spesa media rispetto al fatturato delle imprese esaminate è pari allo 0,57 per cento
(Tavola 8), con una dispersione elevata (la deviazione standard è pari allo 0,62 per
cento). La spesa diminuisce all’aumentare della dimensione dell’impresa
(Tavola 9),
nonostante il tasso di assicurazione sia più elevato tra le imprese più grandi. Ciò riette
presumibilmente la presenza di signicativi costi ssi legati alla sottoscrizione delle
polizze. La spesa è inoltre più bassa nelle regioni meridionali, riettendo in primo luogo
un tasso di assicurazione inferiore, soprattutto per quelle di minore dimensione. La
variabilità della spesa sul fatturato è particolarmente elevata tra le imprese più piccole.
Relazione tra scelta di assicurarsi e variabili di impresa
Le precedenti analisi indicano che sia la propensione ad assicurarsi sia la spesa per la
copertura assicurativa possono dierire in misura signicativa tra le imprese. In questa
sezione si presentano i risultati di stime multivariate volte a evidenziare quali fattori
siano associati alle scelte assicurative e alla spesa per la sottoscrizione di polizze.
Il modello multivariato
Per stimare la probabilità che un’impresa sia assicurata verso uno specico rischio
viene utilizzato un modello lineare dove la variabile dipendente è una dummy pari a
1 se l’impresa è assicurata e zero altrimenti.
Le variabili esplicative includono dummy
anagrache di settore (manifattura, energia, servizi) e di area geograca (Nord-Est,
Nord-Ovest, Centro, Sud) e il logaritmo del fatturato come proxy della dimensione
aziendale. Si considera anche una dummy che è pari a 1 se l’impresa ha subito un danno
rilevante negli ultimi cinque anni, che individua le imprese particolarmente esposte
alla tipologia di rischio di interesse.
Tav. 8 – La distribuzione della spesa per l’acquisto di polizze assicurative
nel 2021 sul fatturato
media
dev. std.
spesa su fatturato (%)
(1) Sono incluse solo le imprese con una spesa assicurativa positiva e sono escluse 72 imprese con valori superiori al 97,5° percentile (pari al
3,8 per cento).
Tav. 9 – La distribuzione della spesa per l’acquisto di polizze assicurative nel 2021
sul fatturato per dimensione dell’impresa
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud e Isole
Totale
Oltre 250
Totale
(1) Sono incluse solo le imprese con una spesa assicurativa positiva e sono escluse 72 imprese con valori superiori al 97,5° percentile (pari al
3,8 per cento).
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Inoltre, sono state aggiunte alcune caratteristiche di bilancio per cogliere l’eetto della
redditività (rapporto tra margine operativo lordo, MOL, e totale attivo), del rischio
di credito associato all’impresa (rapporto tra oneri nanziari e MOL) e del grado di
esposizione verso particolari tipologie di rischio (due dummy relative alla quota di
immobilizzazioni materiali sul totale attivo
e una dummy che indica se la quota di
esportazioni sul fatturato è superiore al 50 per cento).
Una maggiore redditività potrebbe inuenzare positivamente la propensione ad
assicurarsi perché un’impresa più redditizia può avere a disposizione più risorse da
utilizzare per sottoscrivere polizze assicurative; allo stesso tempo, però, tale disponibilità
potrebbe anche rendere più conveniente l’autoassicurazione e quindi disincentivare la
sottoscrizione di polizze, soprattutto per i rischi considerati meno rilevanti.
Anche il segno dell’eetto complessivo della misura del rischio di credito associato
all’impresa sulla probabilità di assicurarsi è incerto. Da una parte, le imprese più rischiose
potrebbero decidere di assicurarsi per ridurre la possibilità che un eventuale danno
diminuisca ulteriormente la loro capacità di fare fronte ai debiti; dall’altra, il maggiore
rischio di credito potrebbe essere associato ad una minore avversione al rischio da parte
dell’imprenditore e quindi ad una minore propensione a sottoscrivere polizze assicurative.
Stimiamo, inoltre, un modello lineare per analizzare i fattori che inuenzano la spesa
complessiva. In questo caso la variabile dipendente è la quota percentuale della spesa
sostenuta dall’impresa nel 2021 per l’acquisto di polizze assicurative sul totale del
fatturato. Le variabili di controllo, oltre a quelle anagrache e di bilancio già descritte
precedentemente, comprendono: i) una dummy che indica, per ogni tipologia, se l’impresa
ha sottoscritto una polizza per quel particolare rischio; ii) il numero complessivo di
polizze sottoscritte (da 1 a 6); iii) una dummy pari ad 1 se l’azienda ha avuto almeno un
danno rilevante negli ultimi cinque anni in uno dei sei rischi considerati e 0 altrimenti.
I risultati delle stime
Le colonne 1-6 della Tavola 10 illustrano i risultati della stima della probabilità di essere
assicurati contro una specica categoria di rischio
Le principali evidenze emerse dall’analisi descrittiva della sezione 3 sono confermate
dalle stime del modello multivariato. Per ciascuna categoria di rischio la dimensione
dell’impresa è associata positivamente alla presenza di una copertura assicurativa.
Inoltre, rispetto alle aziende localizzate nel Nord-Ovest (la categoria di riferimento nella
regressione),
le imprese localizzate al Centro e al Sud hanno in media una probabilità
minore di sottoscrivere una polizza, soprattutto nel caso delle coperture relative al
cyber
(-8 e -6 punti percentuali, rispettivamente) e ai rischi naturali e climatici (-11 e -14
punti percentuali).
La quota di immobilizzazioni materiali è suddivisa in bassa (se inferiore al primo quartile), media (se compresa tra il
primo e il terzo quartile) e alta (se superiore al terzo quartile).
Come test di robustezza abbiamo vericato che i risultati rimangono validi anche controllando per la sottoscrizione di
polizze per le altre categorie di rischio.
La propensione ad assicurarsi dipende anche dal settore in cui opera l’azienda. Ad
esempio, le imprese manifatturiere (la categoria base nella regressione) tendono
ad assicurarsi di più di quelle operanti nell’energia e nei servizi nel caso di rischi
particolarmente rilevanti per il settore, quali trasporto merci, credito e cauzioni (dove
rientrano le assicurazioni sui crediti commerciali) e rischi naturali e climatici.
Anche le immobilizzazioni materiali e la quota di esportazioni sul fatturato hanno un
eetto signicativo. Le imprese con una quota elevata di immobilizzazioni tendono ad
assicurarsi con maggiore frequenza contro i rischi che possono provocare danni ingenti
agli immobili (incendio e rischi naturali e climatici), mentre la loro probabilità di
assicurarsi è inferiore nel caso delle coperture per il
cyber risk
. Le imprese con una quota
elevata di esportazioni sul fatturato hanno invece una maggiore probabilità (8 punti
percentuali in più) di sottoscrivere una polizza per i rischi relativi al trasporto merci, a
conferma dell’importanza di tale rischio per le aziende esportatrici.
Le altre variabili di
bilancio hanno una rilevanza minore. Le imprese con alta redditività tendono in media
ad autoassicurarsi, anche se il coeciente è signicativo solo per furto e incendio e
credito e cauzioni.
Come atteso, per ciascuna categoria di rischio le imprese che negli ultimi cinque anni
hanno subito un danno hanno una probabilità maggiore di avere sottoscritto la relativa
polizza, soprattutto per le coperture meno diuse. Questo risultato è inuenzato sia dal
fatto che le imprese più esposte a un determinato rischio dovrebbero essere in genere
anche le più propense ad assicurarsi (
adverse selection
) sia dalla maggiore percezione del
rischio dopo avere subito un danno.
I modelli riportati permettono di stimare, a parità di altre condizioni, la dierenza
nella probabilità di assicurarsi tra diverse categorie di imprese. Ad esempio, un’impresa
localizzata al Sud o nelle Isole, di piccole dimensioni (con un fatturato di 8 milioni, pari
al 25° percentile) e che non ha subito un danno negli ultimi 5 anni ha una probabilità
di essere assicurata pari al 52 per cento per i rischi climatici e naturali (16 punti in
meno della media), al 15 per cento per il
cyber risk
(7 punti in meno della media) e
al 22 per cento per “credito e cauzioni” (6 punti in meno della media). Le probabilità
corrispondenti per un’impresa di maggiori dimensioni (con un fatturato di 60 milioni,
pari al 75° percentile) del Nord-Est sono rispettivamente 77, 33 e 40 per cento.
I principali risultati rimangono validi anche utilizzando classi dimensionali basate sul
numero di addetti al posto del fatturato, inserendo altre variabili di bilancio (quali leva
nanziaria e grado di liquidità), sostituendo lo Z-score di Cerved al rapporto tra oneri
nanziari e MOL, e considerando una maggiore granularità dei settori.
La colonna 7 della Tavola 10 presenta i risultati del modello relativo ai fattori che
inuenzano la spesa assicurativa delle imprese intervistate.
La spesa diminuisce al crescere della dimensione; come già menzionato nella Sezione
3, questo risultato dovrebbe riettere l’alta incidenza dei costi ssi non connessi con
l’ammontare del capitale assicurato. A parità di dimensione, la spesa è comunque in
media superiore per le imprese con una quota elevata di immobilizzazioni, vista la
presenza di un maggiore capitale assicurabile, mentre le altre caratteristiche di bilancio
(quota export, redditività e oneri nanziari) non hanno un impatto signicativo.
La spesa è in media minore per le imprese del Centro-Sud. Questa evidenza suggerisce
che tali imprese tendono ad assicurare un capitale minore anche a parità di numero e
tipologia di polizze sottoscritte. Si osserva anche una certa eterogeneità tra i settori,
in quanto le imprese manifatturiere hanno una spesa in media inferiore alle altre due
categorie.
Inne, l’avere subito un danno negli ultimi 5 anni è una condizione associata a una spesa
assicurativa più elevata; questo risultato è in parte spiegato dalla maggiore esposizione
al rischio da parte delle aziende che hanno subito un sinistro.
Tav. 10 – Coecienti stimati
Modello di probabilità lineare:
Y=1 se l’azienda è assicurata contro il tipo di rischio
e 0 altrimenti
Y= spesa
complessiva su
fatturato nel 2021
Furto
e incendio
Trasporto
merci
Credito
e cauzioni
Cyber
Responsabilità
verso terzi
Rischi naturali
e climatici
Dimensione
Quota export: elevata
Nord-est
Centro
Sud e isole
Energia
Servizi
Immobilizzazioni materiali: medie
Immobilizzazioni materiali: elevate
Redditività
Oneri nanziari/mol
Danno negli ultimi 5 anni
Almeno un danno negli ultimi 5 anni
Controlli per numero complessivo di
polizze assicurate e tipologia di polizza
Costante
R quadro
Osservazioni
Nota: gli asterischi indicano la signicatività: * p0.10, ** p0.05, *** p0.01; in parentesi la statistica t.
Appendice
Il questionario
Le domande poste agli intervistati sono elencate di seguito.
Indicare la spesa complessiva per l’acquisto di polizze assicurative nel 2021.
Negli ultimi 5 anni la Vostra azienda ha subito danni derivanti da questo tipo di
rischio? (Si/No)
Furto e incendio
Trasporto merci
Credito e cauzioni
Cyber risk
Responsabilità verso terzi
Rischi naturali e climatici
La Vostra azienda è attualmente assicurata contro questo tipo di rischio? (Si; No
perché il rischio non è rilevante; No per altri motivi)
Furto e incendio
Trasporto merci
Credito e cauzioni
Cyber risk
Responsabilità verso terzi
Rischi naturali e climatici
Se si è risposto “sì” alla domanda precedente, da quale anno? (2021, 2020, 2019,
prima del 2019)
Furto e incendio
Trasporto merci
Credito e cauzioni
Cyber risk
Responsabilità verso terzi
Rischi naturali e climatici
Nei casi in cui il rischio è considerato rilevante in almeno una delle categorie di
rischio, per quale principale motivo l’azienda non ha sottoscritto una polizza
assicurativa? (indicare uno dei seguenti motivi)
L’azienda non è in grado di sostenere il costo dell’assicurazione
L’azienda è in grado di sostenere il costo dell’assicurazione ma si ritiene che il
premio sia eccessivo rispetto al danno atteso
Mancanza di ducia nei confronti delle compagnie di assicurazione
Mancanza di informazioni sui prodotti assicurativi
Potreste indicare la compagnia assicurativa con cui è stato sottoscritto il maggior
numero di polizze?
La Vostra azienda ha sottoscritto una polizza assicurativa NON obbligatoria contro
rischi diversi da quelli elencati? (Si/No)
Almeno una delle polizze assicurative NON obbligatorie da Voi attivate è stata
sottoscritta presso la banca principale con cui la Vostra azienda ha rapporti di
credito? (Si/No)
Se si è risposto “no” alla domanda precedente, la Vostra azienda ha comunque
condiviso con la banca l’informazione di aver sottoscritto una polizza assicurativa
NON obbligatoria? (Si/No)
Descrizione delle categorie di rischio utilizzate nell’indagine
Furto e incendio
: assicurazione contro ogni danno subito dai beni causato da
incendio, esplosione, energia nucleare e furto (esclusi i danni alle merci trasportate
compresi nella categoria (b)).
Trasporto merci
: assicurazione contro ogni danno subito dalle merci trasportate
(compresi merci, bagagli e ogni altro bene) indipendentemente dalla natura del mezzo
di trasporto.
Credito
: assicurazione dei rischi di insolvenza che possono presentarsi qualora un
debitore dell’assicurato non adempia al pagamento del debito alla scadenza stabilita
(comprende il credito all’esportazione).
Cauzione
: assicurazione che garantisce il
pagamento a favore di un terzo soggetto (il beneciario) di una determinata somma di
denaro in caso di inadempimento di una obbligazione principale da parte dell’assicurato
(ad esempio, il completamento di un’opera, il pagamento di un credito o il pagamento
di tasse).
Cyber risk
: assicurazione che tutela l’assicurato dal rischio di incorrere in perdite
economiche e nanziarie causate da eventi accidentali o da azioni dolose che riguardano
il sistema informatico (hardware, software, banche dati, mezzi di pagamento aziendali,
ecc..) quali: danni da interruzione dell’attività; costi legati all’assistenza di un tecnico
informatico e alla ricostruzione di dati, archivi e programmi; danni da violazione della
riservatezza nel caso di perdita o sottrazione di dati sensibili o riservati di terzi; danno
reputazionale con derivante perdita di clienti e fornitori.
Responsabilità verso terzi e dipendenti
: assicurazione che tutela il patrimonio
del soggetto assicurato da richieste di risarcimento danni, in caso di sinistri
involontariamente causati a terzi (compresi i dipendenti) e dei quali l’assicurato è
responsabile. Sono escluse le polizze obbligatorie, quali quelle relative alla responsabilità
civile autoveicoli terrestri, aeromobili e natanti.
Rischi naturali e climatici
: assicurazione che tutela l’assicurato in caso di danni
provocati da calamità naturali ed eventi climatici avversi quali terremoti, incendi,
alluvioni, inondazioni, grandine, neve, frane e bombe d’acqua.
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Note di stabilità nanziaria e vigilanza
N. 31 – Ottobre 2022