
(AGENPARL) – gio 08 settembre 2022 ROTTA BALCANICA: NOVELLI (FI), DATI IMPONGONO INTERVENTI, CENTRODESTRA INDIVIDUI STRATEGIA COMUNE, UE E SLOVENIA FACCIANO LORO PARTE
“Tra chi parla alla pancia e chi parla al cuore meglio parlare alla testa”
Basta populismi, basta lassismo. L’immigrazione non è un’emergenza, che in quanto tale richiede soluzioni eccezionali, ma un fenomeno con cui il Paese, e il Friuli Venezia Giulia in particolare, convive da tempo, che non sparirà con un tocco di bacchetta magica ma che va governato. Con decisione, con equilibrio, con realismo: potenziando la presenza di Polizia e Forze armate sul confine nord orientale, pretendendo dall’Unione Europea modifiche radicali nella gestione dei flussi migratori, alzando la voce con quei Paesi, Slovenia in primis, che si sentono parte dell’Unione europea quando c’è da trarne beneficio, salvo scordarsene quando si tratta di rispettare i patti.
Patti che vanno assolutamente riscritti, alla luce degli ultimi dati: nella nostra regione nel 2022 sono transitati oltre 70mila migranti irregolari, circa la metà degli ingressi complessivi in Italia e il triplo degli ingressi in Friuli Venezia Giulia registrato nel 2021. Una quota di queste persone arriva in Italia per raggiungere altri Paesi, ma una parte consistente vi resta. E non si tratta, per lo più, di persone che fuggono da guerre o persecuzioni, ma di migranti economici, provenienti prevalentemente da Paesi del Sud-est asiatico e che giungono in Italia attraverso la rotta balcanica grazie alla criminale collaborazione di organizzazioni dedite al traffico di uomini e allo strabismo colpevole di alcuni Paesi dell’Unione europea. Paesi che rappresentano, per collocazione geografica, il primo accesso nella Ue ma per convenienza con un occhio li vedono entrare e con l’altro guardano altrove, scaricando i problemi su di noi”.
Lo scrive il deputato di Forza Italia Roberto Novelli, commentando i dati relativi agli ingressi attraverso la Rotta balcanica.
“Perché di problemi si tratta: problemi legati al disbrigo delle pratiche di accoglienza, problemi legati alla gestione dei minori non accompagnati, problemi legati alla presenza di soggetti radicalizzati. Nel corso di questa legislatura ho più volte sollevato la questione con atti e interventi, ma poco o nulla è stato fatto per gestire il flusso crescente della Rotta balcanica. Poco in termini di rafforzamento nel controllo delle frontiere con la Slovenia – e le pattuglie miste non sono certo la soluzione -, poco in termini di sostegno ai Comuni – prima linea nell’accoglienza -, nulla nelle relazioni con la Slovenia, reattiva nel chiudere i confini con l’Italia per arginare la pandemia, non altrettanto nel contrastare il flusso di migranti irregolari. Sondaggi e ricerche ci dicono che l’immigrazione non è tra le priorità dei cittadini, sopravanzate giustamente dall’emergenza economica, a partire dai rincari delle bollette e dei prodotti di prima necessità. Ma la politica, e in particolare la coalizione che si appresta a governare il Paese, non può trascurare il tema e deve individuare una strategia comune e interventi concreti e condivisi tra tutte le forze che la compongono”, prosegue il deputato azzurro.
“Interventi che non possono prescindere dall’affrontare il fenomeno migratorio con giudizio e realismo: senza parlare alla pancia, annunciando un’irreastica chiusura totale delle frontiere, e senza parlare al cuore, prevedendone un’apertura indiscriminata. Tra le due alternative preferisco la terza via, quella di parlare alla testa, indicando interventi concreti, realizzabili, coerenti con il diritto e con la coscienza. E prendendo atto che permettere l’ingresso a tutti i migranti che intendono entrare in Italia pur non avendo lo status di richiedente asilo, salvo poi lasciarli vagabondare nelle strade delle nostre città e talvolta vederli finire nelle mani della criminalità non è accoglienza. L’Italia da sola non è in grado. Tutti, a partire dall’Unione europea e dai Paesi lungo la Rotta balcanica, devono svolgere il loro ruolo. E sarebbe opportuno che chi si candida a tornare nel Parlamento italiano forte del legame con la Slovenia e in rappresentanza di quella esigua minoranza linguistica dicesse come intende comportarsi.”, conclude Novelli.