
(AGENPARL) – Roma, 20 luglio 2022 – Continuano, in tutta Italia le iniziative che promuovono la cultura e identità georgiana, soprattutto attraverso il canto polifonico, come avvenuto a Roma e in Vaticano, le danze tradizionali come a Genova e in Liguria, la conoscenza dei vini caucasici, eventi artistici, enogastronomici e di folklore come a Milano e Firenze, in Puglia e Calabria. Primo punto di riferimento della comunità ortodossa georgiana in Italia, oltre 30.000 persone (80% donne), è la Chiesa Ortodossa Apostolica, della quale sono fedeli oltre il 90% dei georgiani, popolazione molto religiosa e patriottica, legata alle proprie tradizioni, radici e identità. Oltre all’ambasciata in Italia e in Vaticano, sono poi molto attive una quarantina di associazioni, scuole e librerie, su tutto il territorio nazionale, e sono già una ventina i ristoranti e attività commerciali gestiti da georgiani e naturale ritrovo della loro comunità.
Fra le associazioni più note vi è certamente ACIGEA (associazione culturale internazionale cristiana ecumenica Italia Georgia Eurasia, riconosciuta dallo Stato Italiano, dalla Unione Europea e dalla Regione Lombardia) che raccoglie più di 300 associati, duecento dei quali italiani di alto profilo (professionisti e imprenditori, intellettuali e artisti, docenti universitari e rappresentanti delle istituzioni) interessati alle relazioni culturali, turistiche e commerciali fra l’Italia e la Georgia, ma anche con l’Armenia, il Caucaso e il Mar Nero. Fondatrice di ACIGEA è la dottoressa Lali Panchulidze, discendente da una antica e ancora influente famiglia nobile georgiana, di tradizione militare, legata alla storica dinastia dei principi e re Bagrationi e alla ortodossia cristiana. Lei, PR e organizzatrice di eventi di arte e moda, è una instancabile porta bandiera della sua amatissima patria Sakartvelo ma anche di una visione eurasiatica cristiana sulla Via della Seta.
Molto chiara la posizione del reggente di ACIGEA, l’ingegnere italo francese Nikoloz Vardanidzev, dirigente e progettista di una multinazionale delle grandi costruzioni, rappresentante di una famiglia di principi georgiani russi bianchi, trasferitasi a Parigi, dopo la rivoluzione bolscevica: “Noi non ci occupiamo di politica ma certamente siamo patrioti ortodossi. La Georgia ha una sua geografia, storia e religione e, in base a queste tre variabili è chiaro chi è più vicino a noi. Per noi gli ucraini sono fratelli quanto i russi, i ceceni e gli armeni. Abbiamo convissuto secoli insieme, prima nell’impero zarista e poi sotto il regime sovietico. Noi siamo culla di civiltà e fede, e naturale ponte fra Oriente e Occidente. E’ giusto dialogare e collaborare con l’Unione Europea ma entrare nella NATO sarebbe solo una pericolosa provocazione, destabilizzante per tutto il Caucaso: la Georgia, per la sua posizione geopolitica, deve assolutamente rimanere neutrale, fiera di se stessa e dialogante con tutti”.