(AGENPARL) – STRASBURGO ven 01 luglio 2022
PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO |
sulla relazione 2021 della Commissione sulla Bosnia-Erzegovina
Il Parlamento europeo,
– visto l’accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall’altra,
– viste la prima riunione del comitato parlamentare di stabilizzazione e associazione (SAPC) UE-Bosnia-Erzegovina tenutasi il 5-6 novembre 2015 e la seconda riunione del SAPC UE-Bosnia-Erzegovina tenutasi il 17 giugno 2021,
– vista la terza riunione del consiglio di stabilizzazione e di associazione UE-Bosnia-Erzegovina tenutasi il 13 luglio 2018,
– vista la quarta riunione del consiglio di stabilizzazione e di associazione UE-Bosnia-Erzegovina, tenutasi il 7 novembre 2019,
– vista la domanda di adesione all’Unione europea presentata dalla Bosnia-Erzegovina il 15 febbraio 2016,
– viste la dichiarazione di Sofia del vertice UE-Balcani occidentali del 17 maggio 2018 e la dichiarazione di Sofia ad essa allegata;
– visti il vertice UE-Balcani occidentali, tenutosi a Zagabria il 6 maggio 2020, e la sua dichiarazione,
– visto il vertice di Sofia del 10 novembre 2020, comprese la dichiarazione sul mercato regionale comune e la dichiarazione sull’agenda verde per i Balcani occidentali,
– visto l’8° vertice del processo di Berlino del 5 luglio 2021,
– visti il vertice UE-Balcani occidentali tenutosi a Brdo pri Kranju il 6 ottobre 2021 e la dichiarazione che ne è scaturita,
– vista la decisione (UE) 2021/1923 del Consiglio, del 4 novembre 2021, relativa a una misura di assistenza nell’ambito dello strumento europeo per la pace a sostegno dello sviluppo di capacità per le forze armate della Bosnia-Erzegovina[1],
– viste le conclusioni del Consiglio del 18 ottobre 2021 sulla Bosnia-Erzegovina e sull’operazione EUFOR Althea, a seguito del terzo riesame strategico dell’operazione,
– viste le conclusioni del Consiglio del 14 dicembre 2021 sull’allargamento e il processo di stabilizzazione e di associazione,
– viste le conclusioni del Consiglio del 24 e 25 marzo 2022 sul protrarsi della crisi politica in Bosnia-Erzegovina e sulla necessità che i responsabili del paese dimostrino un impegno deciso a completare rapidamente le riforme costituzionali ed elettorali,
– visto il regolamento (UE) 2021/1529 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 settembre 2021, che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA III)[2],
– vista la comunicazione della Commissione del 5 febbraio 2020 dal titolo “Rafforzare il processo di adesione – Una prospettiva europea credibile per i Balcani occidentali” (COM(2020)0057),
– vista la comunicazione della Commissione del 29 maggio 2019 dal titolo “Comunicazione 2019 sulla politica di allargamento dell’UE” (COM(2019)0260),
– viste la comunicazione della Commissione dal titolo “Parere della Commissione sulla domanda di adesione della Bosnia-Erzegovina all’UE” (COM(2019)0261) e la relazione analitica di accompagnamento (SWD(2019)0222),
– vista la comunicazione della Commissione del 29 aprile 2020 dal titolo “Aiutare i Balcani occidentali ad affrontare la COVID-19 e sostenerne la ripresa nel periodo post-pandemia”,
– vista la comunicazione della Commissione del 24 luglio 2020 dal titolo “Piano d’azione 2020-2025 dell’UE sul traffico di armi da fuoco” (COM(2020)0608),
– vista la comunicazione della Commissione del 6 ottobre 2020 dal titolo “Un piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali” (COM(2020)0641),
– vista la comunicazione della Commissione, del 14 aprile 2021, sulla strategia dell’UE per la lotta alla criminalità organizzata 2021-2025 (COM(2021)0170),
– vista la comunicazione della Commissione del 14 aprile 2021 sulla strategia dell’UE per la lotta alla tratta degli esseri umani 2021-2025 (COM(2021)0171),
– vista la comunicazione della Commissione del 19 ottobre 2021 dal titolo “Comunicazione 2021 sulla politica di allargamento dell’UE” (COM(2021)0664), accompagnata dal documento di lavoro dei servizi della Commissione intitolato “Bosnia and Erzegovina 2021 Report” (Relazione 2021 sulla Bosnia-Erzegovina) (SWD(2021)0291),
– vista la relazione degli esperti sulle questioni relative allo Stato di diritto in Bosnia-Erzegovina del 5 dicembre 2019,
– vista la relazione speciale della Corte dei conti europea del 10 gennaio 2022 dal titolo “Sostegno dell’UE allo Stato di diritto nei Balcani occidentali: nonostante gli sforzi, permangono problemi fondamentali”,
– visti il parere sulla situazione costituzionale in Bosnia-Erzegovina e i poteri dell’Alto rappresentante, approvato dalla Commissione di Venezia alla sua 62a sessione plenaria (Venezia, 11-12 marzo 2005), e le successive raccomandazioni della Commissione di Venezia riguardo a questioni costituzionali in Bosnia-Erzegovina,
– vista la raccolta di pareri e relazioni della Commissione di Venezia sulla stabilità della legge elettorale del 14 dicembre 2020,
– viste le sentenze pertinenti della Corte europea dei diritti dell’uomo in cui quest’ultima si è pronunciata a favore dei ricorrenti, tra cui Azra Zornić, Dervo Sejdić e Jakob Finci,
– vista la dichiarazione congiunta del 21 dicembre 2020 dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell e del commissario europeo per il Vicinato e l’allargamento Oliver Varhelyi sullo svolgimento delle elezioni locali a Mostar,
– viste la sessantesima e le precedenti relazioni dell’alto rappresentante per l’attuazione dell’accordo di pace sulla Bosnia-Erzegovina indirizzate al Segretario generale delle Nazioni Unite,
– vista la risoluzione 2604 (2021) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 3 novembre 2021, sulla situazione in Bosnia-Erzegovina, che proroga il mandato dell’operazione militare dell’Unione europea in Bosnia-Erzegovina (EUFOR Althea) fino al novembre 2022,
– viste la decisione delle autorità statunitensi del 5 gennaio 2022 di imporre sanzioni nei confronti del membro serbo della presidenza della Bosnia-Erzegovina, in risposta alle sue attività corrotte e minacce costanti per la stabilità e l’integrità territoriale della Bosnia-Erzegovina, e la decisione delle autorità britanniche dell’11 aprile 2022 di imporre sanzioni al membro serbo della presidenza e al presidente dell’entità della Republika Srpska per la loro attività destabilizzante in Bosnia-Erzegovina,
– vista la Convenzione sulla valutazione dell’impatto sull’ambiente in un contesto transfrontaliero, approvata il 25 febbraio 1991,
– vista la dichiarazione finale dell’8° forum della società civile dei Balcani occidentali in data 1° ottobre 2021,
– vista la dichiarazione di Poznan del 2019 sull’integrazione dei rom nel processo di allargamento dell’UE,
– vista la Convenzione del Consiglio d’Europa, del 16 maggio 2005, sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo,
– viste le costituzioni della Federazione della Bosnia-Erzegovina e della Republika Srpska,
– vista la sua risoluzione del 9 luglio 2015 sulla commemorazione dei fatti di Srebrenica[3],
– vista la sua risoluzione del 17 dicembre 2015 sul 20° anniversario dell’accordo di pace di Dayton[4],
– vista la sua raccomandazione del 19 giugno 2020 al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza concernente i Balcani occidentali, a seguito del vertice del 2020[5],
– vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2021 sulla cooperazione in materia di contrasto alla criminalità organizzata nei Balcani occidentali[6],
– vista la sua risoluzione del 17 febbraio 2022 sull’attuazione della politica estera e di sicurezza comune – relazione annuale 2021[7],
– vista la sua risoluzione del 9 marzo 2022 sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell’Unione europea, inclusa la disinformazione[8],
– viste le sue precedenti risoluzioni sul paese,
– visto l’articolo 54 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A9-0188/2022),
A. considerando che i cittadini della Bosnia-Erzegovina aspirano all’integrazione euroatlantica per una pace, democrazia e prosperità sostenibili; che il futuro dei Balcani occidentali è nell’Unione europea e la prospettiva di una futura integrazione nell’UE è stata prospettata ai cittadini dei Balcani occidentali, compresa la Bosnia-Erzegovina, in occasione del vertice di Salonicco del 2003;
B. considerando che l’UE e il Parlamento europeo hanno costantemente sostenuto il percorso d’integrazione della Bosnia-Erzegovina nell’Unione europea e la sua trasformazione democratica, sostenuta dal suo orientamento strategico e dal suo impegno a favore dell’integrazione europea; che l’adesione all’UE richiede l’impegno della totalità dei leader politici, delle autorità, delle istituzioni e dei titolari di cariche della Bosnia-Erzegovina;
C. considerando che l’UE è il principale partner commerciale e di investimento della Bosnia-Erzegovina e il suo principale fornitore di assistenza finanziaria, in particolare attraverso lo strumento di assistenza preadesione (IPA III);
D. considerando che i progressi della Bosnia-Erzegovina nel suo percorso di adesione all’UE dipendono dalla realizzazione delle 14 priorità fondamentali stabilite nel parere della Commissione sulla sua domanda di adesione all’UE e che l’assistenza dell’UE dovrebbe far fronte alla persistente mancanza di progressi al riguardo delle controparti della Bosnia-Erzegovina;
E. considerando che la credibilità del processo di allargamento si basa sui chiari progressi nei settori fondamentali dello Stato di diritto e delle riforme giudiziarie, della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, della sicurezza, dei diritti fondamentali, delle istituzioni democratiche, della riforma della pubblica amministrazione e dello sviluppo economico e della competitività;
F. considerando che è necessario onorare l’eredità dell’accordo di pace di Dayton;
G. che, ai sensi dell’allegato X dell’accordo di pace di Dayton, l’Ufficio dell’Alto rappresentante (OHR) resta responsabile del controllo dell’attuazione degli aspetti civili degli accordi di pace fino al completamento dell’agenda 5+2 fissata nel 2008;
H. considerando che, dal 2004, l’Unione europea conduce un’operazione militare in Bosnia-Erzegovina (EUFOR Althea) alla quale il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha affidato un mandato esecutivo per aiutare le autorità a mantenere un ambiente sicuro; che EUFOR Althea dovrebbe essere ulteriormente rafforzata perché sia realmente efficace; che vi è un rischio concreto che il suo mandato non sia rinnovato dal Consiglio di sicurezza dell’ONU;
I. considerando che l’OHR e l’EUFOR Althea sono una parte integrante del mantenimento della pace, della sicurezza e della stabilità in Bosnia-Erzegovina e nella regione e dell’applicazione l’accordo di pace di Dayton, conformemente ai loro mandati;
J. considerando che l’Alto rappresentante si è avvalso dei poteri di Bonn per sospendere la legge dell’entità della Republika Srpska sui beni immobili;
K. considerando che meccanismi solidi di vigilanza internazionale hanno favorito un livello elevato di responsabilità per la comunità internazionale, ivi compresa l’UE, per quanto riguarda il funzionamento democratico e il futuro prospero e pacifico della Bosnia-Erzegovina;
L. considerando che, ai sensi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, tutti i cittadini della Bosnia-Erzegovina dovrebbero godere di pari diritti e doveri in tutto il territorio del paese, indipendentemente dalla loro origine etnica; che il paese si è impegnato a rispettare gli obblighi internazionali e nazionali per porre fine alla discriminazione sistematica basata sull’etnia e sul luogo di residenza e garantire l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, rispettando nel contempo l’ordinamento costituzionale del paese, che deve essere pienamente allineato alle norme e ai principi europei;
M. considerando che è fondamentale garantire una rappresentanza adeguatamente diversificata a tutti i livelli di governance;
N. considerando che la Bosnia-Erzegovina non ha ancora attuato una moltitudine di sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, che si è pronunciata a favore di cittadini bosniaci vittime di discriminazione; che tali sentenze consentono a tutti i cittadini della Bosnia-Erzegovina di esercitare efficacemente i loro diritti civili e politici fondamentali;
O. considerando che le modifiche costituzionali e i cambiamenti apportati alla legislazione elettorale dovrebbero migliorare la posizione della Bosnia-Erzegovina quale Stato multietnico, inclusivo e democratico ed eliminare la discriminazione e la corruzione nel sistema elettorale;
P. considerando che il quadro giuridico della Bosnia-Erzegovina dovrebbe essere rivisto alla luce della giurisprudenza internazionale;
Q. considerando che la transizione della Bosnia-Erzegovina dall’accordo di pace di Dayton al quadro dell’UE è una condizione preliminare per preservare la sovranità del paese e sostenerne la trasformazione democratica;
R. considerando che, secondo i sondaggi realizzati dalle Nazioni Unite, il 47 % dei bosniaci di età compresa tra i 18 e i 29 anni valuta la possibilità di emigrare, temporaneamente o su base permanente, poiché delusa dall’assenza di prospettive nel paese di origine; che, secondo una relazione del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, ogni anno sono mediamente 50 000-55 000 le persone (per lo più lavoratori qualificati e professionisti) che lasciano la Bosnia-Erzegovina;
S. considerando che l’esaltazione ufficiale o meno dei criminali di guerra condannati, la segregazione etnica o religiosa e la discriminazione vanno contro l’essenza stessa del progetto europeo; che è urgente proibire efficacemente la negazione dell’Olocausto, del genocidio, dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità;
T. considerando che, attualmente, la Bosnia-Erzegovina si trova ad affrontare il maggior periodo di instabilità dalla guerra del 1992-1995; che taluni leader politici dell’entità della Republika Srpska in Bosnia-Erzegovina utilizzano una retorica provocatoria e portano avanti azioni destabilizzanti allo scopo di preparare un ritiro dalle istituzioni statali (compresi l’esercito, l’autorità fiscale e la magistratura) e istituire autorità indipendenti, violando in tal modo l’accordo di pace di Dayton; che taluni attori politici esteri sostengono attivamente le azioni destabilizzanti e secessioniste della leadership bosniaco-serba guidata da Milorad Dodik;
U. considerando che, il 18 marzo 2022, il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2022/450[9], che proroga l’attuale quadro di sanzioni per gli individui che minano la sovranità, l’integrità territoriale e l’ordine costituzionale della Bosnia-Erzegovina o dell’accordo di pace di Dayton;
V. considerando che il Consiglio esprime regolarmente il suo sostegno per la sovranità, l’unità e l’integrità territoriale della Bosnia-Erzegovina;
W. considerando che le ingerenze indebite estere dirette e per procura, così come la disinformazione, mirano a seminare discordia tra le diverse comunità e a destabilizzare la regione, specialmente alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina;
Funzionamento delle istituzioni democratiche
1. sottolinea che il ritmo dell’adesione all’UE è determinato dall’attuazione delle riforme volte a garantire il debito funzionamento delle istituzioni democratiche e si basa sullo Stato di diritto, sul buon governo e sui diritti fondamentali;
2. esorta la Bosnia-Erzegovina e tutti i suoi attori politici a mostrare impegno e compiere passi avanti significativi verso l’adesione all’UE portando avanti le 14 priorità fondamentali, in particolare ripristinando l’indipendenza della magistratura, rafforzando lo Stato di diritto e i suoi valori e principi in tutte le istituzioni statali, intensificando e rafforzando la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, promuovendo e assicurando la libertà dei media e un ambiente favorevole alla società civile e proteggendo i gruppi vulnerabili;
3. si rammarica del fatto che, a oltre 25 anni dalla fine della guerra, il paese stia ancora affrontando divisioni favorite dalle élite politiche, tentativi di secessione e un elevato livello di corruzione, che contribuisce a una massiccia fuga di cervelli e al declino demografico a causa della mancanza di prospettive;
4. accoglie con favore la riunione del SAPC UE-Bosnia-Erzegovina del 17 giugno 2021 e l’adozione del suo regolamento e sottolinea l’importanza di garantirne il funzionamento mediante un dialogo politico inclusivo e una cooperazione regolare; lamenta, tuttavia, la mancanza di un reale impegno da parte degli omologhi bosniaci nell’instaurare proattivamente una cooperazione parlamentare costruttiva, che potrebbe contribuire alla realizzazione della priorità 3 delle 14 priorità fondamentali;
5. ribadisce il suo chiaro sostegno alla trasformazione civica e democratica della Bosnia-Erzegovina attraverso l’integrazione europea, basata sull’unità, sulla sovranità e sull’integrità territoriale, fondata sui principi di uguaglianza e di non discriminazione di tutti i cittadini della Bosnia-Erzegovina sanciti dalla costituzione e in linea con le decisioni Corte europea dei diritti dell’uomo;
6. sottolinea la conformità all’eredità dell’accordo di pace di Dayton, ricordando il suo scopo di porre fine alla guerra e salvaguardare la pace; prende atto del concetto di popoli costituenti, ma sottolinea che tale concetto non deve in alcun modo portare alla discriminazione di altri cittadini o implicare ulteriori diritti per le persone che si identificano con uno di questi gruppi rispetto ad altri cittadini della Bosnia-Erzegovina; condanna le dichiarazioni e le proposte volte a minare la statualità e i valori costituzionali della Bosnia-Erzegovina e ricorda che la Bosnia-Erzegovina deve affrontare le carenze del suo quadro costituzionale, allineandolo alle norme e ai principi europei;
7. sottolinea che l’attuazione dell’accordo di pace di Dayton include l’obbligo di attuare le decisioni dell’Alto rappresentante, fatta salva l’attuazione delle necessarie riforme politiche e strutturali nel paese; sottolinea la necessità di rafforzare la titolarità dei cittadini e dei politici della Bosnia-Erzegovina relativamente allo sviluppo del paese;
8. esprime il suo fermo sostegno all’esercizio del pieno mandato dell’Ufficio dell’Alto rappresentante, ivi compreso il ricorso ai poteri di Bonn quale misura di ultima istanza, laddove necessario per garantire la piena conformità all’accordo di pace di Dayton e la sovranità e l’integrità della Bosnia-Erzegovina; invita fortemente la Commissione, il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e gli Stati membri dell’UE a esprimere pubblicamente il loro sostegno inequivocabile al pieno mandato dell’Alto rappresentante, nonché a collaborare da vicino al fine di sostenere detto Alto rappresentante nell’attuazione dell’agenda 5+2; invita tutti i membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU a garantire il rinnovo e la continuità del mandato dell’Ufficio dell’Alto rappresentante quale pilastro fondamentale della stabilità della Bosnia-Erzegovina;
9. prende atto della recente decisione dell’Alto rappresentante di sospendere la legge sui beni immobili nell’entità della Republika Srpska e di prorogare il divieto di cessione della proprietà pubblica; condanna nei termini più perentori possibili tutte le manifestazioni di retorica di odio e tutte le minacce di violenza rivolte all’Alto rappresentante, comprese quelle espresse in occasione della manifestazione di Banja Luka del 20 aprile in presenza della leadership dell’entità della Republika Srpska; invita le autorità ad adottare misure preventive e a perseguire gli autori di tali minacce;
10. si oppone a qualunque concessione dannosa sul tema della proprietà dello Stato e della difesa; invita le parti interessate internazionali, in particolare la Commissione e la delegazione dell’Unione europea, a sostenere l’Ufficio dell’Alto rappresentante e il suo gruppo di esperti nelle loro attività finalizzate alla ricerca di una soluzione sostenibile a vantaggio di tutto il paese e di tutti i cittadini e di reagire agli sforzi secessionisti della leadership della Republika Srpska con un approccio più convincente e credibile;
11. deplora il fallimento dei negoziati sulla riforma della legge costituzionale ed elettorale in Bosnia-Erzegovina, nonché la mancanza di volontà politica per superarlo e la mancata attuazione in vista delle elezioni dell’ottobre 2022, nonostante i numerosi tentativi di facilitazione da parte dell’UE e degli Stati Uniti ; invita tutti gli attori a garantire che le elezioni si svolgeranno in ottobre come previsto e a negoziare con buona volontà e raggiungere un accordo equilibrato, in linea con le norme europee, le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo e le raccomandazioni della Commissione di Venezia, per adempiere al dovere costituzionale di governance e garantire la trasparenza, l’integrità e l’efficienza del processo elettorale attuando immediatamente il pacchetto sull’integrità;
12. denuncia con forza il mancato rispetto delle norme e degli obblighi internazionali e nazionali, tutta la retorica dell’odio e le azioni dirompenti, compreso il ritiro dalle istituzioni statali e la conseguente paralisi, il boicottaggio e l’ostruzione delle stesse, in particolare da parte della leadership dell’entità della Republika Srpska, che destabilizza il paese, mina la sua statualità in violazione della costituzione e dell’accordo di pace di Dayton e ostacola sistematicamente le decisioni su leggi e riforme fondamentali, che sono essenziali per procedere verso l’integrazione nell’UE, e ne previene l’attuazione; respinge tutti i tentativi di costituire istituzioni parastatali parallele, che minano le istituzioni statali, l’ordine costituzionale, l’ordinamento giuridico, l’indipendenza e la sovranità della magistratura; chiede all’entità della Republika Srpska a ritirare e revocare immediatamente tali leggi;
13. condanna le conclusioni dell’assemblea nazionale dell’entità della Republika Srpska del 10 dicembre 2021 relative al ritiro dalle istituzioni statali, l’approvazione della legge sui beni immobili utilizzati per il funzionamento della pubblica autorità, adottata dall’assemblea nazionale il 10 febbraio 2022, nonché la votazione dell’assemblea nazionale volta a istituire un Consiglio superiore della magistratura e della procura separato;
14. invita tutti gli attori in Bosnia-Erzegovina a porre fine alla paralisi a più livelli e ad assicurare un ritorno al lavoro immediato, senza condizioni, efficace, pieno e non selettivo in tutte le istituzioni statali, ponendo fine al persistente stallo politico nel paese e ripristinando il funzionamento del governo e degli organi a vantaggio di tutti i cittadini;
15. esorta l’UE, gli Stati membri e il SEAE, anche alla luce della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e delle minacce secessioniste formulate dalla leadership filo-russa dell’entità della Republika Srpska, a dedicare immediatamente e in via prioritaria i propri sforzi a garantire un contesto sicuro e la sicurezza del paese nel medio e lungo termine; invita la comunità internazionale a contribuire alla ricerca di una soluzione globale all’attuale situazione complessa in Bosnia-Erzegovina;
16. invita l’UE, i suoi Stati membri e la comunità internazionale a seguire l’esempio degli Stati Uniti e del Regno Unito e a utilizzare tutti gli strumenti disponibili, in particolare sanzioni mirate e la sospensione dei fondi, contro gli attori destabilizzanti nel paese, compresi quelli che minacciano l’ordinamento territoriale della Bosnia-Erzegovina; invita tutti gli Stati membri dell’UE a provvedere affinché tali sanzioni possano essere adottate dal Consiglio; lamenta, a tal riguardo, la modifica della procedura decisionale nel contesto della proroga, a marzo 2022, del regime di sanzioni dell’UE per la Bosnia-Erzegovina;
Riconciliazione
17. esprime solidarietà ai sopravvissuti e alle famiglie delle vittime dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità, degli sfollamenti, delle sparizioni, degli omicidi, delle torture, delle aggressioni sessuali, del genocidio e della pulizia etnica;
18. sottolinea che il futuro nell’UE della Bosnia-Erzegovina dipende da una pace sostenibile e duratura, facendo fronte al passato e consentendo un’autentica riconciliazione tra i cittadini e tra i politici di alto livello, che ne garantisca il carattere democratico, inclusivo e multietnico; esorta la Bosnia-Erzegovina ad accelerare il perseguimento effettivo e imparziale dei crimini di guerra nell’ambito della strategia nazionale rivista di trattamento dei crimini di guerra; invita tutti i governi, i parlamenti e i leader politici regionali a istituire la commissione regionale incaricata di accertare i fatti che riguardano tutte le vittime dei crimini di guerra e di altre violazioni dei diritti umani perpetrate sul territorio della ex Jugoslavia (RECOM), sulla base del lavoro imponente della coalizione per la RECOM;
19. sottolinea che occorrerebbe affrontare in modo più deciso le sfide che ancora permangono nel processo di riconciliazione; invita la Commissione a fornire quadri per il dialogo sulle eredità del passato;
20. invita tutte le autorità a onorare i loro impegni internazionali in materia di diritti umani al fine di promuovere la riconciliazione assicurando l’accesso alla verità, alla giustizia e risarcimenti efficaci e non selettivi, anche ai sopravvissuti delle violenze sessuali, nonché adottando misure atte a prevenire la reiterazione attraverso l’istruzione, la cultura, la tutela dei diritti umani, i controlli istituzionali preventivi, l’assistenza al risanamento, la creazione di posti di lavoro, le misure sociali e l’accesso all’assistenza sanitaria, e assicurando che chi ha commesso crimini di guerra non possa ricoprire cariche pubbliche;
21. incoraggia le autorità a intensificare la cooperazione e la condivisione dei dati sulle persone scomparse e a garantire il risarcimento e la non reiterazione alle famiglie delle vittime civili e il ritorno sicuro e sostenibile dei rifugiati e degli sfollati interni, il pieno rispetto dei loro diritti e la restituzione delle loro proprietà o il risarcimento per le proprietà che non possono essere restituite sia a livello nazionale che regionale;
22. accoglie con favore gli sforzi compiuti dalle organizzazioni locali e internazionali, compresa la commissione internazionale per i dispersi, affinché venga dato conto delle oltre 30 000 persone scomparse durante i conflitti sul territorio dell’ex Jugoslavia negli anni 1990 e delle oltre 8 000 vittime del genocidio di Srebrenica; ricorda che 7 200 persone risultano ancora disperse;
23. accoglie con favore e sostiene gli emendamenti al codice penale della Bosnia-Erzegovina adottati dall’Alto rappresentante che vietano l’esaltazione dei criminali di guerra e la negazione del genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, dal momento che gli attori locali non sono riusciti ad adottare una proposta; deplora e rinnega qualsiasi tentativo di non attuare tale decisione; condanna fermamente tutte le forme di revisionismo storico, negazione o minimizzazione o glorificazione dei crimini di guerra, compresa l’inosservanza delle decisioni dei tribunali internazionali e nazionali; sollecita la rapida attuazione degli emendamenti nonché indagini e azioni penali efficaci sulla negazione del genocidio;
24. ribadisce che la negazione del genocidio, la celebrazione dei crimini di guerra e dei criminali di guerra e la minaccia alla stabilità e alla riconciliazione regionali violano i valori e le aspirazioni dell’UE; condanna con forza, in tale contesto, gli eventi provocatori verificatisi in occasione del giorno della Republika Srpska del 9 gennaio 2022, in violazione della costituzione della Bosnia-Erzegovina;
Processo di riforma
25. esorta gli attori politici della Bosnia-Erzegovina a compiere progressi sulle riforme giudiziarie, elettorali, amministrative ed economiche necessarie per avvicinare il paese all’UE, nonché a includere la società civile nel processo; denuncia tutti i tentativi di bloccare tali riforme, rallentando così la conformità della Bosnia-Erzegovina ai criteri di adesione dell’UE e mettendo in pericolo l’accesso ai finanziamenti dell’UE nell’ambito dell’IPA III, che deve basarsi su una rigorosa condizionalità e dipende dalla cooperazione di diverse autorità;
26. sottolinea che i finanziamenti dell’IPA III devono essere modulati o addirittura sospesi in caso di una significativa regressione o di persistente assenza di progressi nel settore dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali, compresa la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, nonché alla libertà dei media, e invita la Commissione a elaborare orientamenti sulla sua applicazione, sulla base delle raccomandazioni della relazione speciale n. 1/2022 della Corte dei conti europea; invita, in tal senso, l’UE e i paesi dei Balcani occidentali a istituire un quadro per una cooperazione efficace con la Procura europea;
27. accoglie con favore la recente sospensione dei progetti sul corridoio 5C nell’entità della Republika Srpska per un valore di 600 milioni di EUR e ricorda che questi fondi saranno stanziati solo dopo il completo ritorno dei rappresentanti della Republika Srpska alle istituzioni statali; chiede di valutare e verificare attentamente tutti gli aiuti e i progetti finanziati dall’UE per l’entità della Republika Srpska e al suo interno, ivi compresa l’assistenza macrofinanziaria, al fine di congelare i finanziamenti diretti e indiretti che recano vantaggio alle autorità; osserva che il governo tedesco ha deciso di sospendere quattro progetti infrastrutturali nell’entità della Republika Srpska per un valore di 105 milioni di EUR;
28. si rammarica profondamente per i danni e la perdita di vite umane causati da un forte terremoto vicino a Stolac il 22 aprile 2022;
29. ricorda l’importanza del rispetto del principio democratico delle elezioni regolari; sottolinea l’importanza di svolgere elezioni eque, aperte, trasparenti e inclusive nel 2022 come previsto e sollecita tutti gli attori politici ad astenersi dal chiedere il blocco delle elezioni e a consentire ai cittadini di esprimere la loro scelta democratica; chiede un’approvazione parlamentare tempestiva della legislazione sull’integrità delle elezioni; ricorda che, a causa della mancata adozione del bilancio statale, i fondi elettorali non sono stati garantiti e invita pertanto il Consiglio dei ministri della Bosnia-Erzegovina ad approvare i finanziamenti necessari; sottolinea che lo svolgimento di elezioni credibili e l’attuazione degli esiti delle stesse sono caratteristiche fondamentali di una democrazia ben funzionante, nonché un requisito per qualunque paese che desideri aderire all’Unione europea; riconosce la recente decisione dell’Ufficio dell’Alto rappresentante di avvalersi pienamente del suo mandato per garantire che siano rispettati i diritti politici fondamentali dei cittadini bosniaci a elezioni libere ed eque, attraverso l’adozione del bilancio necessario, dal momento che le autorità locali non vi sono riuscite;
30. sostiene riforme costituzionali ed elettorali trasparenti e inclusive al fine di garantire l’uguaglianza e la non discriminazione di tutti i cittadini, rafforzare la responsabilità e trasformare la Bosnia-Erzegovina in uno Stato pienamente funzionale e inclusivo mediante l’attuazione immediata delle sentenze, dei pareri e delle raccomandazioni dei tribunali competenti e degli organismi nazionali e internazionali, garantendo in tal modo l’integrità delle elezioni e del processo; sottolinea che le riforme istituzionali dipendono dalla volontà e dall’impegno dei leader politici e dall’orientamento democratico delle istituzioni nazionali; osserva gli sforzi di facilitazione transatlantica a tal fine, e condanna ogni ostruzione e inattività degli attori politici al riguardo; chiede un riesame e un esercizio basato sugli insegnamenti tratti per quanto riguarda i tentativi di facilitazione del SEAE e della delegazione dell’UE; invita il SEAE e la delegazione dell’UE ad agire sempre in conformità alle più rigorose norme democratiche dell’UE; invita a prendere in considerazione e integrare le proposte dei cittadini;
31. si rammarica profondamente del fatto che la Bosnia-Erzegovina continui a violare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo non attuando le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo relative alle cause Sejdić-Finci, Zornić, Pilav e Šlaku; lamenta che la Bosnia-Erzegovina non abbia ancora dato applicazione alla sentenza della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina relativa alla causa Ljubić;
32. sottolinea l’importanza di attuare le raccomandazioni dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE/ODHIR), della Commissione di Venezia e del Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa (GRECO);
33. sottolinea che una riforma elettorale inclusiva dovrebbe eliminare tutte le forme di disuguaglianza, discriminazione e pregiudizio nel processo elettorale e introducendo le condizioni per la tenuta di elezioni competitive; ricorda che ciò andrebbe fatto armonizzando le norme sulla registrazione dei partiti, assicurando la trasparenza dei finanziamenti per i partiti politici nonché l’indipendenza e le capacità delle commissioni elettorali;
34. invita tutti i portatori di interesse a raggiungere un accordo sulla riforma della legge elettorale in linea con le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte costituzionale, onde garantire una rappresentanza politica adeguatamente diversificata a tutti i livelli di governance;
35. chiede l’attuazione di norme di servizio civile coerenti a livello nazionale basate sul merito, che consentano un’amministrazione pubblica semplice, depoliticizzata e responsabile in grado di ridurre l’impatto delle procedure di assunzione basate sul clientelismo che alimentano la corruzione; sottolinea che non devono esserci discriminazioni nelle opportunità di rappresentanza di tutti i cittadini nella sfera pubblica;
Economia, energia, ambiente, sviluppo sostenibile e connettività
36. sottolinea la necessità di rafforzare l’armonizzazione e la connettività economiche interne e regionali; accoglie con favore gli investimenti dell’UE nell’infrastruttura stradale e ferroviaria della Bosnia-Erzegovina, in particolare nello sviluppo del corridoio 5C che connette l’Europa centrale al porto di Ploče sulla costa adriatica, e sottolinea la necessità di garantire che i fondi internazionali volti a migliorare la connettività riducano i divari e le discrepanze e migliorino la situazione per il tutto il paese, nel rispetto del principio di sussidiarietà;
37. chiede alle autorità di adottare strategie a livello nazionale, miglioramenti alla pianificazione strategica, alla gestione finanziaria, al monitoraggio e alla valutazione, nonché creare strutture di controllo e audit; sottolinea la necessità urgente di garantire la responsabilità e la trasparenza dell’economia e di proteggere le imprese statali e private dall’influenza delle reti del clientelismo e della criminalità;
38. incoraggia a sfruttare il potenziale della digitalizzazione per ammodernare i processi amministrativi, elettorali, giudiziari, fiscali ed economici, il che contribuirebbe a superare la frammentazione, la burocrazia, l’economia informale, l’evasione doganale e fiscale, il riciclaggio di denaro, rafforzando al contempo la competitività delle PMI;
39. accoglie con favore gli sforzi profusi dall’UE e dai suoi Stati membri, nonché dai paesi vicini nella regione, nell’aiutare il paese ad attenuare le conseguenze della pandemia di COVID-19; sottolinea l’importanza di una risposta strategica coordinata nazionale, contribuendo ad innalzare uno dei tassi di vaccinazione più bassi in Europa;
40. accoglie con favore l’eliminazione delle tariffe di roaming tra i sei Stati dei Balcani occidentali; esorta tutte le parti interessate a negoziare un piano che porti all’eliminazione delle tariffe di roaming tra i sei Stati dei Balcani occidentali e gli Stati membri dell’UE; invita la Bosnia-Erzegovina e i suoi paesi vicini ad adoperarsi per migliorare le relazioni e consentire viaggi esenti dall’obbligo dal visto tra la Bosnia-Erzegovina e il Kosovo;
41. invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a incrementare gli sforzi finalizzati all’istituzione di un mercato regionale comune per approfondire l’integrazione nei Balcani occidentali, e a introdurre e garantire la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali nella regione quale trampolino di lancio nel percorso di adesione all’UE; sottolinea che tutti gli schemi di cooperazione economica regionale nei Balcani occidentali dovrebbero essere inclusive e accettabili per tutti e sei i paesi, istituendo una cooperazione su un piano di parità e rafforzando nel contempo un ulteriore allineamento alle norme e all’acquis dell’UE; esprime, in questo contesto, la sua cautela nei confronti dell’iniziativa Open Balkan, la quale non comprende tutti e sei i paesi, ed è convinto che dovrebbe basarsi sulle regole dell’UE e contribuire ai processi di integrazione dell’UE;
42. ricorda la necessità di adottare leggi statali migliorate in materia di gas ed energia elettrica, energie rinnovabili, efficienza energetica e clima, che favoriscano una transizione socioeconomica sostenibile dal carbone e una mitigazione significativa della povertà energetica, e di rafforzare la protezione e l’ambizione dell’ambiente e della natura verso un transizione verde attraverso l’armonizzazione delle leggi ambientali e l’adozione di una strategia di protezione ambientale; esorta le autorità della Bosnia-Erzegovina a garantire un maggiore allineamento con le norme e gli obiettivi politici dell’UE in materia di protezione del clima ed energia, in linea con il Green Deal europeo e con l’agenda verde per i Balcani occidentali;
43. invita la Bosnia-Erzegovina a completare la preparazione del piano nazionale per l’energia e il clima in linea con le necessarie ambizioni in materia di energia e clima da qui al 2030;
44. prende atto di alcuni sviluppi positivi relativi alla protezione ambientale avviati dalle organizzazioni ambientali e della società civile locali; esorta la Bosnia-Erzegovina a rispettare le richieste dei suoi cittadini per la tutela dei fiumi, in particolare nella costruzione di progetti infrastrutturali e di altri beni pubblici;
45. esprime preoccupazione per gli attuali piani di incrementare le capacità di produzione di energia a partire dal carbone; chiede maggiori sforzi per realizzare una transizione energetica resiliente al clima e sostenibile basata sulle energie rinnovabili, sull’efficienza energetica e sull’integrazione del mercato dell’energia, orientando gli investimenti e fornendo sostegno ai lavoratori che hanno necessità di una riqualificazione; sollecita le autorità della Bosnia-Erzegovina ad avvalersi della clausola di “opt-out” dalle nuove centrali a carbone finanziate dalla Cina, che sono contrarie alle norme dell’Unione in materia di aiuti di Stato e agli impegni assunti dal paese nel contesto dell’agenda verde;
46. raccomanda di concentrare gli investimenti pubblici sui progetti sostenibili volti a favorire l’economia sociale di mercato, agevolano le transizioni verde e digitale e riducono il grave inquinamento atmosferico, compresa la sua natura transfrontaliera, utilizzando appieno il piano economico e di investimenti per i Balcani occidentali; sottolinea la necessità di migliorare in maniera significativa le valutazioni ex ante dell’impatto ambientale con il coinvolgimento reale delle comunità locali, della società civile e degli esperti indipendenti nell’ottica di una maggiore trasparenza e della necessità di un perseguimento più efficace dei reati ambientali;
47. sottolinea l’importanza di rispettare la sovranità della Bosnia-Erzegovina nell’attuazione di progetti infrastrutturali in Bosnia-Erzegovina, in particolare progetti che coinvolgono imprese di paesi terzi;
Stato di diritto
48. sottolinea che lo Stato di diritto e la riforma del sistema giudiziario sono il pilastro di una trasformazione democratica in quanto garantiscono la certezza del diritto, la trasparenza, l’accesso alla giustizia e la non discriminazione;
49. chiede un’azione urgente per contrastare la giustizia selettiva diffusa, l’appropriazione dello Stato, il nepotismo, il clientelismo, la corruzione ad alto livello e l’infiltrazione criminale, anche attraverso aggiornamenti legislativi, da tempo necessari, in materia di integrità giudiziaria, verifiche dei beni, conflitto d’interessi, appalti pubblici, accesso alle informazioni, protezione dei testimoni e ristrutturazione di imprese statali; ribadisce l’urgente necessità di una riforma giudiziaria in tutta la Bosnia-Erzegovina al fine di migliorare la professionalità e l’integrità della magistratura sulla base delle 14 priorità fondamentali e delle raccomandazioni della relazione Priebe del 2019, assicurandone la piena indipendenza istituzionale e finanziaria, smaltendo il crescente arretrato di cause pendenti e rafforzando il monitoraggio delle prestazioni degli attori giudiziari; si rammarica del fatto che tali riforme siano state ostacolate da titolari di cariche politiche e giudiziarie;
50. sollecita le autorità ad adottare una nuova strategia del settore della giustizia e il relativo piano d’azione, nonché gli emendamenti alla legge sul Consiglio superiore della magistratura e della procura e le nuove disposizioni sui tribunali della Bosnia-Erzegovina, in conformità alle norme dell’Unione;
51. invita la Bosnia-Erzegovina a garantire l’attuazione e l’esecuzione di tutte le decisioni dei tribunali, ricordando che lo Stato di diritto è una componente essenziale dei progressi del paese nell’integrazione euroatlantica; rileva un tasso di esecuzione delle sentenze particolarmente basso per le cause ambientali; chiede una gestione più rapida dei casi da parte dei tribunali competenti per le controversie amministrative contro gli atti illeciti delle autorità pubbliche;
52. ricorda la necessità di aggiornare le leggi e di allinearsi con l’UE in materia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo e di istituire un ufficio per il recupero dei beni;
53. esorta la Bosnia-Erzegovina a rafforzare e a organizzare e finanziare adeguatamente le strutture anticorruzione, coprendo i conflitti di interesse e le lobby; ricorda la necessità di svolgere indagini senza intralci sull’arricchimento illecito dei funzionari pubblici; sottolinea l’importanza di tenere conto delle raccomandazioni del gruppo GRECO consentendo l’identificazione e la responsabilità; ricorda la necessità di aggiornare le leggi e di allinearsi con l’UE in materia di protezione di chi denuncia gli illeciti;
54. ribadisce la necessità di approfondire i legami politici e amministrativi con la criminalità organizzata; chiede una riforma amministrativa per debellare la corruzione e migliori meccanismi di monitoraggio della corruzione, nonché azioni penali efficaci per le cause di corruzione che coinvolgono individui di alto profilo;
55. sottolinea i rischi derivanti dalla scarsa collaborazione delle autorità incaricate dell’applicazione della legge della Bosnia-Erzegovina e la loro incapacità di collaborare efficacemente con Europol, Eurojust e la Procura europea; accoglie con favore gli sforzi bilaterali sostenuti da Europol ed Eurojust volti a smantellare le reti della tratta di esseri umani;
56. chiede di rafforzare ulteriormente tale cooperazione anche allo scopo di rendere pienamente operativo il piano d’azione comune per i Balcani occidentali sulla lotta al terrorismo; incoraggia l’istituzione di un punto focale sulle armi da fuoco;
Diritti fondamentali
57. deplora il fatto che la libertà e il pluralismo dei media continuino a non essere salvaguardati; insiste per eliminare le interferenze politiche e proteggere la sicurezza e il benessere, compresi i diritti del lavoro, dei giornalisti, proteggendoli dalle intimidazioni, nonché dalle azioni legali strategiche tese a bloccare la partecipazione pubblica (SLAPP), con un’azione penale sistematica ed efficace, comprese misure investigative immediate ed efficienti a seguito di qualunque minaccia e attentato nei loro confronti; invita le autorità ad riconoscere uno speciale livello di protezione ai giornalisti nei codici penali; deplora l’aumento della violenza di genere nei confronti delle giornaliste, comprese le minacce e la discriminazione sul luogo di lavoro;
58. chiede misure efficaci atte a garantire la sostenibilità finanziaria e l’indipendenza politica delle emittenti pubbliche, in particolare dell’emittente pubblica nazionale della Bosnia-Erzegovina (BHRT); esorta le autorità ad adottare misure per identificare una soluzione sostenibile per i problemi relativi al finanziamento di detta emittente nazionale pubblica e prevenirne la chiusura e ad adottare norme sulla trasparenza della proprietà dei mezzi di comunicazione; osserva con preoccupazione l’assenza di pluralismo nei mezzi di comunicazione e le difficoltà che riscontrano i nuovi attori nell’ottenere licenze e altri elementi necessari per operare nel mercato delle telecomunicazioni; esprime preoccupazione per l’assenza di una varietà di canali dei tradizionali mezzi di comunicazione, compresa la disponibilità di contenuti in tutte le lingue ufficiali;
59. deplora le minacce delle autorità contro la società civile; condanna le persistenti restrizioni alla libertà di espressione e alla libertà di riunione in Bosnia-Erzegovina e le crescenti restrizioni a tali diritti nell’entità della Republika Srpska; condanna in tale contesto la decisione delle autorità locali di Prijedor di vietare l’annunciata marcia pacifica in occasione del giorno dei nastri bianchi, che commemora le vittime civili della guerra del 1992-1995; chiede l’adozione di un quadro per il finanziamento trasparente delle organizzazioni della società civile;
60. sottolinea la necessità di garantire la partecipazione dei cittadini nella vita democratica del paese attraverso un coinvolgimento efficace, reale e inclusivo delle organizzazioni della società civile nel processo di integrazione dell’UE; invita le autorità a garantire un contesto favorevole alla società civile, pienamente in linea con le norme internazionali e a sviluppare e attuare un quadro strategico per la cooperazione;
61. invita la Commissione a reindirizzare il sostegno dell’IPA III per rafforzare le forze, le norme, le istituzioni e le procedure democratiche nazionali, lo Stato di diritto, la riconciliazione autentica e le organizzazioni della società civile, promuovendo un contesto favorevole a un pluralismo funzionante, a una società civile indipendente, ai mezzi di comunicazione e all’economia di mercato; chiede un migliore assorbimento dei fondi da parte delle amministrazioni locali e regionali;
62. invita la Commissione ad adottare una posizione e a chiarire che la pace sostenibile e la riconciliazione autentica sono tra le condizioni per l’erogazione del sostegno finanziario dell’UE alla Bosnia-Erzegovina;
Agenda sociale
63. sottolinea la necessità di salvaguardare i diritti delle minoranze religiose ed etniche, compresi i rom, e l’inclusione sociale dei gruppi vulnerabili, comprese le persone con disabilità; chiede strategie più forti in materia di diritti umani e di lotta alla discriminazione a livello nazionale, misure di contrasto dell’intolleranza interreligiosa e interetnica, l’accesso a un’assistenza sanitaria pubblica di qualità e l’attuazione delle raccomandazioni dell’istituzione del difensore civico per i diritti umani per affrontare le questioni relative alle violazioni dei diritti umani; sollecita la prevenzione e il perseguimento proattivo dei reati generati dall’odio, dell’incitamento all’odio, della discriminazione e della disinformazione, nonché della violenza sessuale e di genere;
64. ricorda che le donne sono sottorappresentate in politica e nella vita pubblica e invita le autorità della Bosnia-Erzegovina e dell’UE, nei suoi strumenti finanziari esterni, a profondere maggiori sforzi per garantire l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne, anche dando priorità all’integrazione trasversale delle questioni di genere e rafforzando la cooperazione con la società civile , in particolare le organizzazioni delle donne;
65. chiede l’armonizzazione e la reale attuazione della legislazione in materia di uguaglianza di genere in tutto il paese e che le autorità migliorino in maniera significativa la risposta istituzionale alla violenza di genere, in particolare nell’ambito delle misure di tutela e prevenzione, del sostegno alle vittime, del patrocinio legale e dell’alloggio sicuro, e l’azione penale nei confronti dei reati di violenza sessuale, anche per le donne vittime di crimini di guerra, e assicurare la protezione dei testimoni; chiede la modifica dei codici penali della Federazione della Bosnia-Erzegovina e del Distretto di Brčko, così da ampliare le disposizioni contro l’incitamento all’odio e alla violenza e includervi l’orientamento sessuale, l’uguaglianza di genere e le caratteristiche sessuali come motivi che giustificano una tutela;
66. chiede l’introduzione di leggi a tutela delle persone LGBTI+, il perseguimento della violenza e dei reati di odio nei loro confronti e la promozione della loro inclusione sociale; sollecita l’adozione del piano d’azione per l’uguaglianza delle persone LGBTI in Bosnia-Erzegovina per il periodo 2021-2023, in stallo dal 2020; accoglie con favore le conclusioni del gruppo di lavoro intersettoriale sui diritti degli omosessuali e le unioni tra persone dello stesso sesso, che ha ufficialmente raccomandato l’elaborazione di una legge sulle unioni tra persone dello stesso sesso; invita il governo a dare seguito quanto prima a tali raccomandazioni;
67. accoglie con favore l’organizzazione pacifica della seconda parata del Sarajevo Pride il 14 agosto 2021 e il fatto che il governo del cantone di Sarajevo si sia fatto carico dei costi delle misure di sicurezza;
68. sottolinea la necessità di prevenire adeguatamente la discriminazione dei rom e di altre minoranze etniche, di migliorare il loro accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione e al mercato del lavoro e attuare strategie in materia di inclusione sociale;
69. ribadisce che la Bosnia-Erzegovina non ha ancora messo a punto e adottato un nuovo piano d’azione sulla tutela dell’infanzia; sottolinea, in tal senso, che lo sfruttamento e l’accattonaggio dei minori restano motivo di preoccupazione;
70. lamenta l’assenza di progressi nell’affrontare i diritti delle persone con disabilità; incoraggia la Bosnia-Erzegovina a intraprendere azioni per proteggere le persone con disabilità, nonché a sviluppare e adottare una strategia di deistituzionalizzazione; condanna il fatto che la legge permetta di privare le persone con disabilità della capacità giuridica, il che costituisce una palese violazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, che il paese ha sottoscritto; sottolinea che è inaccettabile che il sostegno erogato sia differenziato in base al tipo di disabilità;
71. sottolinea che la riforma dell’istruzione è un pilastro fondamentale per una società pluralista prospera e inclusiva, che sia libera da ogni forma di segregazione ed emarginazione e che benefici delle sue libertà politiche; ribadisce che le attività sul processo di riconciliazione devono essere incentrate sulla gioventù del paese e iniziare in giovane età, includendo la riconciliazione nel percorso di istruzione;
72. ribadisce il suo invito a eliminare urgentemente la segregazione e la discriminazione nell’ambito dell’istruzione, anche attuando le sentenze dei tribunali per porre fine alla pratica illegale discriminatoria di “due scuole sotto lo stesso tetto”; sottolinea la necessità di maggiori investimenti nel settore dell’istruzione al fine di ottenere migliori e pari opportunità per tutti i cittadini; chiede programmi di studio inclusivi che promuovano il pensiero critico e migliorino la qualità dell’istruzione e della formazione¸ tenendo conto della diversità culturale e linguistica ed eliminando i contenuti controfattuali che favoriscono la divisione;
73. accoglie con favore che la Bosnia-Erzegovina continui a partecipare ai programmi Erasmus+, Europa creativa ed Europa dei cittadini; sottolinea che gli scambi e i progetti comuni in ambito culturale e dell’istruzione sono un elemento essenziale per far avvicinare i cittadini della Bosnia-Erzegovina e dell’UE;
74. resta preoccupato per l’elevato numero di giovani che lasciano il paese e sottolinea l’importanza di adottare con urgenza misure volte a ridurre la disoccupazione giovanile e garantire un futuro ai giovani nel paese, anche istituendo e attuando la Garanzia per i giovani in linea con il modello e gli orientamenti dell’UE;
75. constata le gravi sfide irrisolte nei settori dell’occupazione, dell’inclusione e della protezione sociale, nonché della riduzione della povertà; sottolinea che il rafforzamento dello Stato sociale è una condizione importante per la coesione sociale; invita le autorità a promuovere il dialogo sociale; invita la Commissione a tenere in debita considerazione la contrattazione collettiva, i diritti sociali e la loro tutela e applicazione nella sua relazione annuale;
76. deplora il fallimento delle autorità nell’affrontare la grave crisi umanitaria al confine legata alla migrazione nell’inverno 2020-2021; ribadisce la sua grave preoccupazione per i diritti e le condizioni delle persone in transito in Bosnia-Erzegovina; si compiace del fatto che, da allora, la situazione e la risposta delle autorità siano migliorate; ricorda la necessità di soluzioni basate sulla solidarietà e sui diritti umani in materia di migrazione, asilo e gestione delle frontiere, in coordinamento e in cooperazione con gli Stati membri interessati alla frontiera esterna dell’UE, che garantiscano un’adeguata assistenza umanitaria e adeguate capacità di accoglienza in tutto il paese; esorta la Bosnia-Erzegovina a concludere un accordo con l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo; accoglie con favore l’apertura del centro finanziato dall’UE a Lipa, ma si rammarica del fatto che non sia ancora accessibile e resta preoccupato per le notizie relative alla inadeguate condizioni di accoglienza; prende atto della chiusura del campo di Miral il 28 aprile e del fatto che le persone che vi vivevano siano state trasferite al campo di Lipa, il quale è lontano da qualsiasi infrastruttura di base;
77. condanna il fatto che gli occupanti abusivi siano stati sgombrati dalla polizia con la forza, il 28 aprile, mentre le persone stavano dormendo; condanna il fatto che le persone siano state trasferite al campo di Lipa;
78. ricorda la necessità di istituire un sistema di asilo accessibile ed efficiente nel paese, nonché una gamma completa di servizi per l’integrazione dei richiedenti asilo; sottolinea la necessità di migliorare la trasparenza e il controllo nell’assegnazione e attuazione dei fondi dell’UE nel settore della migrazione, in particolare la grande quantità di fondi attuati dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni; esprime preoccupazione per le numerose e credibili segnalazioni di respingimenti in Bosnia-Erzegovina;
79. esorta la Bosnia-Erzegovina a moltiplicare gli sforzi tesi a combattere la criminalità transfrontaliera, in particolare la tratta di esseri umani e il traffico di armi nonché gli attraversamenti di frontiera irregolari, e raccomanda che la Bosnia-Erzegovina concluda rapidamente un accordo sullo status con l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), che faciliterebbe una migliore protezione e gestione delle sue frontiere; esorta sia l’Agenzia che la Bosnia-Erzegovina a garantire la gestione delle frontiere nel pieno rispetto dei diritti fondamentali;
Politica estera e di sicurezza
80. invita tutti i leader della regione a promuovere la stabilità e l’allentamento delle tensioni, astenendosi da osservazioni non richieste e provocatorie, che hanno inoltre un effetto negativo sulla stabilità, la democratizzazione del paese e il processo di riforma in corso, e a rafforzare le relazioni di buon vicinato e lavorare alla risoluzione delle questioni bilaterali aperte; esprime preoccupazione per i pericoli della destabilizzazione politica in Bosnia-Erzegovina e nella regione dei Balcani occidentali dopo la recente guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina;
81. accoglie con favore il crescente allineamento della Bosnia-Erzegovina con la politica estera e di sicurezza comune dell’UE nelle votazioni che condannano l’invasione russa dell’Ucraina; lamenta, tuttavia, che alcuni attori politici stiano impedendo l’applicazione di sanzioni contro Russia e Bielorussia a seguito dell’invasione dell’Ucraina; chiede pertanto a tali attori in Bosnia-Erzegovina di onorare gli impegni internazionali del paese e garantire che le sue politiche nazionali siano conformi alle pertinenti decisioni del Consiglio sulle misure restrittive riguardanti l’invasione dell’Ucraina;
82. accoglie con favore le decisioni del Consiglio dei ministri della Bosnia-Erzegovina di agevolare l’ingresso e di estendere il periodo di permanenza dei rifugiati ucraini;
83. segnala il costante interesse della Russia a destabilizzare la regione e il suo percorso d’integrazione nell’UE; condanna il sostegno della Russia alle politiche separatiste dell’entità della Republika Srpska e resta preoccupato per il costante allineamento e i legami amichevoli tra attori politici di primo piano in Bosnia-Erzegovina e il Cremlino; esorta tutti gli attori a prendere rapidamente e inequivocabilmente le distanze dal regime di Putin; esprime preoccupazione per il piano della Russia relativi all’apertura di un “centro umanitario” a Banja Luka, che potrebbe servire a camuffare la cooperazione militare da attività civile, e invita le autorità della Bosnia-Erzegovina a revocare qualunque accordo finalizzato alla sua apertura;
84. è preoccupato del fatto che i paesi dei Balcani occidentali candidati all’adesione all’Unione europea risultano interessati in modo particolarmente grave da interferenze straniere e campagne di disinformazione della Russia e della Cina; esprime preoccupazione per il fatto che l’Ungheria e la Serbia stiano aiutando la Cina e la Russia a perseguire i loro obiettivi geopolitici; esprime profonda preoccupazione per la diffusione della disinformazione sull’aggressione russa dell’Ucraina; invita le autorità ad adottare azioni, in coordinamento con l’UE, per combattere la disinformazione e altre minacce ibride; raccomanda di organizzare dialoghi con la società civile dei Balcani occidentali e il settore privato per coordinare le azioni di lotta alla disinformazione nella regione, coinvolgendo esperti regionali; sottolinea la necessità che l’UE rafforzi la propria comunicazione strategica proattiva; invita, a tale proposito, la Commissione a costruire l’infrastruttura necessaria per contrastare le minacce di disinformazione e il SEAE ad ampliare il monitoraggio StratCom con particolare attenzione alle minacce di disinformazione transfrontaliera da parte dei paesi dei Balcani occidentali e vicini ad essi;
85. esorta l’UE ad adottare misure concrete per integrare i Balcani occidentali e la Bosnia-Erzegovina in un più ampio contesto strategico e di sicurezza, anche in considerazione dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina, della disinformazione e delle ingerenze malevole che destabilizzano il paese e la regione; sottolinea la necessità che l’UE rafforzi l’assistenza e le competenze tecniche fornite alla Bosnia-Erzegovina per la cibersicurezza;
86. invita l’UE e il Consiglio a prendere in considerazione l’impatto dell’eventuale concessione dello status di paese candidato all’Ucraina sul percorso di adesione della Bosnia-Erzegovina all’Unione europea, il che potrebbe contribuire a mitigare la retorica nazionalistica, ridurre le divisioni etniche, ispirare ottimismo e aprire la prospettiva di un migliore futuro europeo per i cittadini della Bosnia-Erzegovina; sottolinea l’importanza di un messaggio di sostegno e di una prospettiva di adesione credibile per la Bosnia-Erzegovina;
87. accoglie con favore le dichiarazioni del 4 e 24 marzo 2022 del segretario generale della NATO sulla necessità di sostenere ulteriormente la Bosnia-Erzegovina, anche sostenendone la sovranità e rafforzandone la resilienza; riconosce il valore aggiunto che apporterebbe l’adesione della Bosnia-Erzegovina alla NATO;
88. esprime preoccupazioni per gli effetti sulla Bosnia-Erzegovina della guerra in Ucraina, in particolare in termini di inflazione, approvvigionamento energetico, prezzi dei carburanti e sicurezza alimentare; esorta l’UE ad assistere la Bosnia-Erzegovina nell’accrescere la sua sicurezza energetica verde nel contesto della precarietà dei prezzi dell’energia;
89. prende atto del fatto che l’attuazione della strategia di politica estera della Bosnia-Erzegovina per il periodo 2018-2023, che includa la piena adesione all’UE, l’attivazione del piano d’azione per l’adesione della NATO, la lotta contro il terrorismo, la cooperazione a livello regionale nonché la cooperazione bilaterale e multilaterale, sia stata inficiata da frequenti posizioni divergenti; sollecita le autorità a intensificarne l’attuazione;
90. accoglie con favore la mobilitazione dei fondi a titolo dello strumento europeo per la pace per un valore di 10 milioni di EUR, che finanzieranno 150 metal detector e 68 veicoli speciali per costruire capacità, promuovere lo sminamento e lo smaltimento di armi, munizioni ed esplosivi; sottolinea che la Bosnia-Erzegovina, ufficialmente, è allineata ai criteri e ai principi enunciati nella posizione comune relativa al controllo delle esportazioni di armi ed è uno Stato parte della maggior parte dei trattati in materia di disarmo, non proliferazione e controllo delle armi, e chiede che siano realmente sostenute le attività dal Centro dell’Europa sudorientale per il controllo delle armi leggere e di piccolo calibro;
91. accoglie con favore la presenza costante dell’operazione EUFOR Althea nel paese e la proroga del suo mandato da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU il 3 novembre 2021;
92. accoglie con favore il recente rafforzamento dell’operazione EUFOR Althea attraverso lo spiegamento di circa 500 soldati dalle risorse della stessa di stanza fuori dalla Bosnia-Erzegovina, a titolo di misura precauzionale, e il sostegno nell’ambito dello strumento europeo per la pace al fine di rafforzare il battaglione di sminamento delle forze armate della Bosnia-Erzegovina; ricorda che la missione continua a svolgere un ruolo importante nel salvaguardare la sicurezza e la stabilità del paese; sottolinea l’importanza strategica del distretto di Brčko e chiede di prendere in considerazione un ulteriore spiegamento sulla base di una valutazione realistica della minaccia;
93. sottolinea l’esigenza imperativa di prorogare il mandato dell’operazione EUFOR Althea oltre novembre 2022; invita pertanto gli Stati membri a lavorare in seno all’ONU per prolungare il mandato e sottolinea l’importanza fondamentale di disporre di soluzioni alternative pronte in caso di mancato prolungamento; invita pertanto l’UE e i suoi partner internazionali, compresa la NATO, a sviluppare alternative adeguate per mantenere il meccanismo di imposizione della pace in Bosnia-Erzegovina, laddove il Consiglio di sicurezza non dovesse estendere il mandato dell’operazione;
°
° °
94. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, alla Presidenza della Bosnia-Erzegovina, al Consiglio dei ministri della Bosnia-Erzegovina, all’Assemblea parlamentare della Bosnia-Erzegovina, ai governi e ai parlamenti della Federazione della Bosnia-Erzegovina, alla Republika Srpska e al Distretto di Brčko, ai governi dei 10 cantoni nonché all’Ufficio dell’Alto rappresentante.
Fonte/Source: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-9-2022-0188_IT.html