
(AGENPARL) – mar 07 giugno 2022 ANNO 43 – NR. 120 Martedì 7 giugno 2022
(agenzia umbria notizie)
polalr 18
il sistema regionale contro la violenza di genere punta sulla
qualità, parte a villa umbra progetto sperimentale per rafforzare
servizi dei centri antiviolenza promosso dalla regione
(aun) – perugia, 7 giu. 022 – Migliorare il sistema regionale
antiviolenza ed uniformare le risposte ai bisogni di donne e
minori vittime di violenza su tutto il territorio umbro, favorendo
la cooperazione tra centri e altri attori del sistema, a garanzia
di una gestione integrata dei casi. Parte da Villa Umbra il
progetto sperimentale, promosso e finanziato dalla Regione Umbria,
volto ad aumentare la performance della rete territoriale e
rispondere ancor meglio ai bisogni delle vittime di violenza.
Il progetto, affidato alla Scuola Umbra di Amministrazione
Pubblica, risponde al Programma regionale di prevenzione e
contrasto della violenza di genere, approvato con la Dgr. 365 nel
2021. Prevedeva inizialmente due percorsi paralleli: definizione
di un “Progetto di supervisione esterna sui casi e sul lavoro di
equipe” e “Progetto qualità”. Nello sviluppo progettuale si è
deciso di realizzare un percorso integrato di crescita del
sistema, nell’ottica del miglioramento continuo.
Il percorso è stato avviato stamani da Cristina Strappaghetti e
Davide Ficola, rispettivamente responsabile e coordinatore del
progetto per conto del Consorzio formativo umbro. In programma, a
giugno, tre giornate di confronto rivolte alle operatrici dei Cav
(Centri antiviolenza) umbri, al personale del Centro Pari
Opportunità e del servizio regionale competente.
Teresa Bruno, psicologa psicoterapeuta, già Presidente
Associazione Artemisia di Firenze interverrà nel percorso
sperimentale a fianco di Daniela Gabellini, Amministratore
Delegato e Direttore Generale di Italian Quality Company, e di
Saverio Ruggeri, esperti in sistemi di gestione qualità e
accreditamento ISO 9001-2008 E 2015, ISO 15189-2012.
“Il progetto sperimentale, partito oggi – affermano i tre
formatori – è ambizioso ed innovativo. L’obiettivo è rafforzare e
valorizzare i punti di forza del sistema regionale e consolidarlo
come buona pratica trasferibile. Si tratta di integrare logica e
requisiti della qualità con l’attività svolta dai Centri
antiviolenza e integrare la rete territoriale. Il primo passo è
rendere visibile l’attività dei Cav e, poi, verificare i risultati
per garantire un miglioramento continuo”.
L’Umbria, secondo rilevazione condotta dall’Istituto Nazionale
di Statistica “sulle prestazioni e i servizi offerti”
rispettivamente dai Centri antiviolenza e dalle Case rifugio,
realizzata in collaborazione con il Dipartimento per le Pari
Opportunità presso la Presidenza del Consiglio e le Regioni,
presenta più Centri antiviolenza rispetto a Case rifugio.
I Centri antiviolenza e le Case rifugio, sottolinea Istat, hanno
caratteristiche strutturali e organizzative proprie che
definiscono la natura stessa dei servizi erogati: la
raggiungibilità e la vicinanza dei Centri antiviolenza alle donne
che cercano un contatto; la protezione e la messa in sicurezza
delle donne nelle Case rifugio.
Nel 2021, rileva l’indagine, è cresciuto il numero di chiamate
valide al 1522 (36.036), 13,7% in più dell’anno precedente
(31.688). Le percentuali di indirizzamento delle richieste verso i
CAV sono superiori alla media nazionale (90,1%) in Umbria (94,2%),
Molise (93,9%,) Puglia (93,5%) e Lombardia (92,9%) e inferiori in
Emilia-Romagna (89,1%), Abruzzo (87,6%), Marche (85,2%) e Friuli-
Venezia-Giulia (83,6%).
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