
(AGENPARL) – sab 21 maggio 2022 IL REFERENTE DEL NURSING UP PER
LA STAMPA
ROMA, 21 MAGGIO 2022
COMUNICATO STAMPA
Sanità, Nursing Up De Palma: «Il 36%
degli infermieri italiani desidera lasciare il
proprio luogo di lavoro, e di questi il 33%
medita di lasciare addirittura la
professione.
Gli autorevoli dati che emergono
dall’indagine condotta dallo studio
RN4CAST (Registered Nurse forecasting
in Europe) raccontano e soprattutto
asseverano in modo schiacciante le
nostre denunce sulla preoccupante
condizione di disagio degli infermieri
italiani, giunta drammaticamente sull’orlo
di un baratro».
ROMA 21 MAG 2022 – «Vivono un vero e
proprio tormento interiore. Lo stress fisico e
psicologico cresce ogni giorno di più, fino a
diventare un macigno insostenibile, fino a
condurli ad una decisione estrema che anni
prima non avrebbero mai immaginato di
poter prendere.
Si trovano di fronte ad una valorizzazione
economica lontana anni luce, con uno
stipendio che li relega addirittura alle soglie
della povertà nel nostro paese, con la spada
di Damocle dei rincari e dell’inflazione che,
negli ultimi mesi, a fronte di retribuzioni
ferme al palo da anni, non ha fatto altro che
aggravare in modo esponenziale il disagio
quotidiano che li affligge.
E poi ci sono le aggressioni subite nelle
corsie da parte dei pazienti e dei parenti dei
pazienti, che scatenano, su di loro, una
rabbia incontrollata, una furia cieca, come in
un incubo senza fine, con la totale mancanza
di sicurezza nei luoghi dove lavorano, a
causa di un sistema che non tutela in alcun
modo i suoi professionisti migliori, quelli che i
paesi stranieri vicini fanno a gara per
assumere.
Cosa sta accadendo? Vi stiamo raccontando
di quello “il quadro a tinte fosche” della vita di
ogni giorno dei nostri infermieri italiani, prima
di tutto uomini e donne, e poi professionisti,
coloro che hanno combattuto gli ultimi due
anni faccia a faccia con la morte, e che non
hanno avuto un minimo di esitazione nello
scegliere tra anteporre la salute dei cittadini
rispetto alla loro.
Ebbene oggi, molti, moltissimi di loro, stanno
decidendo di abbandonare la nostra nobile
professione.
Noi lo denunciamo da 2 anni ormai, in tutte le
piazze, ed ora lo asseverano gli autorevoli
dati che emergono dall’indagine effettuata
dallo studio della RN4CAST, (Registered
Nurse forecasting in Europe), che tra i tanti
Paesi su cui ha lavorato, ha effettuato
sondaggi anche in Italia, lasciando emergere
numeri e contenuti davvero preoccupanti.
In Italia il 36% degli infermieri dichiara di
voler lasciare il luogo di lavoro entro 12 mesi;
di questi il 33% dichiara di voler lasciare
addirittura la professione, dato che
corrisponde a circa l’11% del campione
generale. Sono dati che riguardano una
tendenza confermata anche da studi
successivi effettuati in altri paesi del mondo,
compresi gli Stati Uniti».
Così Antonio De Palma, Presidente
Nazionale del Nursing Up.
«Gli infermieri impegnati nei nostri servizi,
nei nostri reparti del servizio sanitario
nazionale, vessati quotidianamente da una
organizzazione che non li valorizza da tempo
immemore, che non li considera, che li
relega amaramente all’ultimo posto,
meditano legittimamente, in un primo
momento, di cambiare luogo di lavoro,
chiedendo, magari, all’inizio, ad esempio, di
lasciare il caos dei pronto soccorsi per
trasferirsi in reparti dove sperano che le
condizioni di lavoro possano essere meno
stressanti e più dignitose per la loro
professionalità.
Accade, però, che la maggior parte dei nostri
professionisti si rende conto, dopo un po’ di
tempo, anche secondo nostre indagini che
portiamo avanti da tempo e che corroborano
lo studio di cui parliamo, che nonostante i
loro spostamenti ben poco è destinato a
cambiare. Ed ecco che, quando si conferma
il disagio dell’inadeguatezza nel riconoscere
le loro qualità di professionisti da parte di un
sistema sempre più lontano rispetto alle
esigenze legittime degli operatori sanitari di
casa nostra, si passa in quell’altra
percentuale di chi vuole abbandonare
addirittura e per sempre la nostra sanità,
decidendo in modo irrevocabile di cambiare
vita.
Siamo al 33%, un dato pauroso,
preoccupante, che deve far tremare,
soprattutto se si pensa che in Italia già
mancano 85000 infermieri.
Fattori fondamentali di questa
pericolosissima disaffezione che si genera
negli infermieri italiani, tanto da condurli a
dimissioni irrevocabili e volontarie, sono
quelli che denunciamo da anni, ovvero
organizzazioni manageriali inesistenti,
condizioni economiche e contrattuali in alcun
modo dignitose, stress che arriva allo
spasimo fino ad arrivare ad esplodere in
malattie vere e proprie come la sindrome di
bourn-out.
Eccoli, e non sono certo solo questi, i fattori
dell’abbandono della professione
infermieristica, oltre a stipendi che non sono
più in grado, per molte famiglie di operatori
sanitari, di reggere l’impatto con i nuovi
contraccolpi della crisi.
Arriviamo fino alla nostra recentissima
denuncia sugli straordinari non pagati e sulle
decine di giorni di ferie messe nel
dimenticatoio e negate da mesi, con le
nostre battaglie che porteranno gli infermieri,
inevitabilmente, dagli ospedali alle aule dei
tribunali.
Chiediamoci allora, come faceva il celebre
professore Bellavista, personaggio partorito
dalla mente dell’indimenticato genio di
Luciano De Crescenzo, se davvero vale la
pena vivere in questo modo. La risposta è
amaramente scontata!», chiosa De Palma.
Il Referente del Nursing Up per la stampa
Alfredo Iannaccone