
Sicurezza, immigrazione, femminicidi: i sindaci e le parlamentari della Lega incalzano Luciana Lamorgese dopo gli accoltellamenti di Rimini (che per il ministro dell’Interno “potevano avvenire ovunque”) e le donne ammazzate a Brescia e Cosenza.
Il responsabile Enti Locali della Lega, Stefano Locatelli, è partito all’attacco con i sindaci Ernesto Tedesco di Civitavecchia, Mario Conte di Treviso, Alan Fabbri di Ferrara: criticano la politica del Viminale, denunciano la scarsa collaborazione, lamentano la mancanza di risorse, temono altri arrivi indiscriminati di immigrati, rimpiangono i Decreti Salvini.
Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, ha aggiunto: “Salvini ha dimostrato, con azioni concrete, che gli ingressi irregolari nel nostro Paese si possono ridurre. Cancellare i decreti Sicurezza è stato pertanto un gravissimo errore, poiché si sta facendo passare l’idea che chiunque, anche senza permesso, possa entrare liberamente in Italia”.
E dopo le parole del ministro Lamorgese (“l’accoltellamento di Rimini? Poteva capitare ovunque”) sono i capigruppo della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo a pungere: “Ringraziamo il ministro! Finalmente ha ammesso la sua totale incompetenza e ha detto a tutti gli italiani che non sono al sicuro perché non è in grado di gestire il Viminale. Lei e il suo partito, ovvero il Pd, si comportino di conseguenza: via dal ministero”.
Toni decisi anche dopo i femminicidi di Brescia e Cosenza.
Tra le altre cose, le parlamentari della Lega ricordano che grazie a Matteo Salvini “era stato approvato il codice rosso”. Laura Ravetto, responsabile Pari Opportunità del partito di Salvini, propone la scorta per le donne che denunciano.