(AGENPARL) – Roma, 01 giu 2021 – Oggi l’ARAN ha fatto un ultimo tentativo per arrivare alla sottoscrizione del contratto della Presidenza del Consiglio, dopo la rottura del 13 gennaio scorso, ma la risposta negativa di tre sigle sindacali (SNAPRECOM, SIPRE e UGL), che rappresentano il 49,88% degli iscritti sindacali (la legge richiede il 51% per la firma) ha reso vano il tentativo. La proposta dell’ARAN è quella di gennaio e si basa sui seguenti incrementi economici: 120,11 euro medi per tredici mensilità, di cui 93 euro sul fisso; un ulteriore incremento di stipendio tabellare per il trasferimento di risorse dall’accessorio pari a 456,97 euro/mese. Gli arretrati contrattuali ammonterebbero, ad oggi, a 6.100 Euro medi. A tutte le risorse contrattuali andrebbero poi aggiunti 5 milioni di euro annui stanziati dalla legge di bilancio per il 2020 che la proposta di contratto rende disponibili per la produttività. Viste le perduranti condizioni di stallo, è impossibile proseguire la trattativa e l’ARAN rimetterà la questione alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
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