
MESSINA Il sistema illecito ideato, oggi represso da finanzieri e doganieri, faceva capo ad un dominus amministratore di fatto di una società attiva nel commercio di prodotti petroliferi, con sede amministrativa in Francavilla di Sicilia (ME) e sede legale in provincia di Catania, M.A. cl. 65, anconetano di origine ma siciliano di adozione il quale, già colpito da fallimento per altra impresa a lui riconducibile, sempre operante nel medesimo settore del commercio di carburanti ed oggi destinatario di arresti domiciliari, poneva a capo della new company un prestanome, il siciliano T.L. cl. 63, oggi destinatario della misura interdittiva all’esercizio degli uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese. Il braccio operativo del dominus, invece, era costituito dal materano, naturalizzato catanese, S.G. cl. 76, responsabile dell’approvvigionamento del gasolio presso i depositi fiscali e della predisposizione della documentazione falsa accompagnatoria dei trasporti, i c.d. D.A.S. (Documenti di Accompagnamento Semplificati), pure destinatario di arresti domiciliari; dal barcellonese G.M. cl. 74, titolare di una ditta di commercio al dettaglio di carburanti con sede a Novara di Sicilia (ME), avente il ruolo di “procacciatore d’affari”, in quanto incaricato dell’individuazione degli acquirenti e del monitoraggio delle aree scelte per la cessione illecita del prodotto, oggi destinatario della misura interdittiva all’esercizio degli uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese; e dal palermitano D.A.A. cl. 59, autotrasportare di fiducia dell’organizzazione e proprietario dell’autoarticolato utilizzato, oggi sottoposto a sequestro, allo stato solo indagato. (News&Com)