COSENZA “L’incidente sul lavoro che si è registrato a Fiumefreddo Bruzio (CS), dove un operaio ha perso la vita ed il suo collega si trova in ospedale in gravi condizioni, non può lasciarci indifferenti”. Lo afferma Maria Elena Senese, segretario generale Feneal Uil Calabria. “Quanto accaduto – aggiunge – è l’ennesima tragedia sul lavoro che lascia sgomenti. In questo momento non possiamo fare altro che essere vicini alle famiglie dei due operai. Quello che resta, invece, è il dramma incancellabile e inaccettabile di un incidente, l’ennesimo, registratosi sul posto di lavoro. Quello che li lascia, invece, è la sentita necessità di mettere in atto delle politiche del lavoro che mettano al centro la sicurezza che deve essere prioritaria e per noi rappresenta, insieme a prevenzione e formazione, la via maestra per proteggere la vita di lavoratrici e lavoratori, per porre un freno a questa strage”. “La Feneal Uil – sottolinea Senese – ha le idee chiare: è necessario dare concretezza alla patente a punti per le imprese. Si tratta di dare attuazione a quanto previsto dal testo unico in materia, per un sistema di qualificazione delle aziende. In questo modo le imprese più virtuose avrebbero più punti mentre per quelle interessate da malattie e infortuni, in caso di reiterate violazioni, sarebbero previste sanzioni”. “Riteniamo, quindi, non più rinviabile – afferma ancora il segretario generale della Feneal Uil Calabria – l’applicazione del sistema di qualificazione per la sicurezza tramite lo strumento della patente a punti, partendo dal settore dell’edilizia, quello in cui statisticamente si registra uno dei valori più alti di incidenti ed infortuni, senza trascurare gli altri ambiti lavorativi. Ma non solo. Da tempo, come Feneal Uil ci battiamo affinché il Governo vari l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, per punire chi invece risparmia scientemente sulla vita degli operai”. “E’ ora che il Disegno di legge – lancia l’appello Senese – venga discusso e trasformato in legge. Ma cosa prevede la norma? In sostanza, attribuisce rilevanza penale ad una serie di condotte, graduate in base all’entità della colpa e alle violazioni in tema di sicurezza e, soprattutto, inasprisce le pene per chi non rispetta le regole”. “Una stretta necessaria, un intervento non più rinviabile che, però, deve essere affiancato da una rinnovata attenzione al contrasto del lavoro nero, il ripristino del Documento unico di regolarità contributiva a tre mesi e per cantiere; l’attuazione dell’articolo 105 comma 16 del Codice degli appalti che prevede l’introduzione della congruità, lo stop alle catene lunghe di sub appalti e un freno all’applicazione di di contratti di lavoro diversi da quello del comparto di competenza. Tutto questo per porre fine ad una corsa al ribasso che finisce per avere effetti nefasti sul mondo del lavoro in Calabria, nel Mezzogiorno e in tutta Italia”. (News&Com)
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