
(AGENPARL) – Roma, 03 giugno 2020 – Il leader dell’Opec, l’Arabia saudita, e il Paese alleato non-Opec, la Russia, hanno raggiunto un accordo preliminare per estendere di un altro mese i tagli record alla produzione di petrolio, facendo pressione sui Paesi reticenti. Lo hanno riferito a Reuters alcune fonti Opec+.
«Qualsiasi accordo sull’estensione dei tagli è condizionale all’incremento dei tagli nei mesi a venire da parte dei Paesi che non si sono attenuti totalmente all’accordo in maggio, allo scopo di compensare la loro sovrapproduzione», ha detto una fonte Opec a Reuters.
Secondo l’accordo originario raggiunto ad aprile, l’OPEC + avrebbe dovuto tagliare 9,7 milioni di barili di produzione combinata per due mesi – maggio e giugno – e poi ridurli a 7,7 milioni di barili, per rimanere in vigore fino alla fine dell’anno. Quindi, dal gennaio 2021, i tagli alla produzione sarebbero ulteriormente ridotti a 5,8 milioni di barili al giorno, per rimanere in vigore fino alla fine di aprile 2022.
Nonostante la debole conformità dell’OPEC a maggio, secondo un sondaggio Reuters, il mercato prevede che la coalizione OPEC + sia sufficientemente motivata da estendere i tagli da 9,7 milioni di bpd a luglio o agosto.
Lunedì sono emerse notizie secondo cui il gruppo OPEC + avrebbe potuto tenere la riunione di giugno di questa settimana, prima dei piani iniziali per tenere la teleconferenza il 9 e 10 giugno.
Tuttavia, sul tavolo vi sono alcuni ostacoli dovuti al fatto che i leader del patto, l’Arabia Saudita e la Russia, cercheranno rassicurazioni da tutti gli altri membri che al momento non si sono conformati a questo accordo. Tra questi produttori sono inclusi probabilmente l’Iraq e la Nigeria dell’OPEC e il Kazakistan, tutti paesi non OPEC.
Il secondo più grande produttore dell’OPEC e il più grande ritardo nei tagli alla produzione, l’Iraq, ha dichiarato martedì che ridurrà ulteriormente la produzione e che rimarrà fedeli al patto OPEC +.
I prezzi del petrolio sono in rialzo, raggiungendo 40 dollari al barile per la prima volta da marzo, supportati da un calo delle scorte statunitensi e dalle aspettative che l’Opec+ che manterrà i tagli alla produzione, nonchè dai segnali di ripresa della domanda dopo la crisi sanitaria.
Suggerendo che l’eccesso delle forniture è ormai passato, l’American Petroleum Institute (Api) ha riportato ieri che le scorte di greggio Usa sono diminuite di 483.000 barili.
Oggi è previsto il rapporto ufficiale sulle forniture da parte del governo statunitense.