(AGENPARL) – Roma, 31 marzo 2020 – E’ noto che la NATO non è un’agenzia di aiuti umanitari, anche se il Coronavirus (Covid-19) è la peggiore crisi di sicurezza nazionale che ha colpito uno dei suoi stati membri da quando è stata fondata l’alleanza atlantica.
L’Unione europea ormai ha raggiunto un livello molto basso di popolarità in Italia, da quando cioè il nostro Paese è stato pesantemente attaccato dal virus e a tutt’oggi sembra incapace di riprendersi specie di fronte all’opinione pubblica dei paesi membri.
Questo è invece il momento in cui la NATO deve agire e mostrare al mondo che proteggerà i suoi stati membri.
Quando il Governo italiano si è reso conto che il Paese si stava dirigendo verso lo scoppio della pandemia del Coronavirus, si è appellato rapidamente agli altri Stati membri dell’UE per le forniture mediche.
Nessuno si è materializzato. Nonostante le suppliche alla Commissione europea.
Ciò ha permesso a Cina e Russia di intervenire e inviare una combinazione di alcuni rifornimenti, alcuni medici cinesi e circa 100 medici militari russi in Italia.
Gli stati membri dell’UE si sono risvegliati solo perchè hanno capito (tardi) che la loro mancanza di solidarietà nei confronti di un altro stato membro che ha perso quasi 12.000 cittadini e che sta combattendo per salvare la vita di oltre 100.000 persone, ha rappresentato un’occasione d’oro per i rivali occidentali.
Tanto è che il Bundeswehr della Germania ha trasportato in aereo pazienti italiani e francesi negli ospedali tedeschi.
Germania, Francia e Austria hanno inviato maschere in Italia e Spagna e la Repubblica Ceca ha inviato 10.000 tute protettive. La Polonia ha inviato 15 medici.
Sono gesti piacevoli, ma del tutto insufficienti per un’unione di valori-alleanza-economica con una popolazione di oltre 500 milioni.
Il problema è che la Commissione europea – il braccio esecutivo dell’UE – non può dire agli Stati membri cosa fare e, evidentemente, ha una limitata empatia con gli altri stati membri gravemente colpiti.
Esiste un’organizzazione multinazionale che ha un sistema di comando e controllo delle contingenze, il personale per eseguire l’operazione di emergenza e che è istituito per difendere i suoi stati membri da gravi pericoli.
Questa organizzazione si chiama NATO.
Certamente il coronavirus non è un attacco del tipo previsto dal Trattato del Nord Atlantico, il cui articolo 5 stabilisce che «le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di essi in Europa o in Nord America deve essere considerato un attacco contro di loro tutti e conseguentemente concordano che, qualora si verifichi un tale attacco armato, ciascuno di essi, nell’esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva riconosciuto dall’Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, assisterà la Parte o le Parti così attaccate».
Il coronavirus si sta dimostrando, tuttavia, una forza distruttiva pesante, in grado di colpire qualsiasi stati membri della NATO, e questo dalla fine della seconda guerra mondiale.
Autorizzando SACEUR – Comandante supremo alleato in Europa, US Air Force generale Tod Wolters – ad agire, la NATO potrebbe mettere in moto la sua formidabile macchina da guerra.
In questo caso non si tratterebbe di utilizzare la solita fanteria e l’alta tecnologia, bensì di medici militari, infermieri e logisti, insieme ad attrezzature mediche.
E a differenza della Commissione europea, SACEUR ha il potere di comandare.
Una missione autorizzata dal Consiglio Nord Atlantico e guidata da SACEUR non dipenderebbe dai paesi che assegnano piccoli doni agli alleati bisognosi.
La NATO è anche un’alleanza che oggi lotta per trovare un consenso più ampio ancora, perché ha problemi legati ad una crisi a livello di alleanza che interessa tutti la popolazione di ogni stato membro della NATO.
La NATO sarebbe ricordata come colei che è intervenuta per dare una risposta concreta – in termini di alleanza – fornendo assistenza medica agli stati membri più colpiti dal virus.
Ovvio che la NATO non deve spostare la sua attenzione sulle missioni umanitarie.
Ma in questo momento, c’è bisogno di una leadership forte perché nessuna organizzazione internazionale possiede il potere, l’autorevolezza, il comando e il controllo di assumere questa missione.
E non può essere l’Organizzazione mondiale della sanità.
La gente di tutto il mondo ringrazierebbe la NATO per aver erogato medicinali e ventilatori e per aver portato i pazienti in aereo negli ospedali militari temporanei gestiti dalla NATO. Inoltre, accorcerebbe la pandemia.