CROTONE È stato arresto e tradotto nel carcere di Civitavecchia un pakistano di 46 anni M. R., da tempo residente a Crotone, dove esercitava l’attività di venditore ambulante. È accusato di maltrattamenti e lesioni aggravate. L’uomo è anche indagato per istigazione al suicidio.
Le indagini, condotte dalla Squadra mobile di Crotone, coordinate dalle Procure di Crotone e Catanzaro, sono partite il 28 giugno scorso in seguito a un intervento delle Volanti della Questura di Crotone nel centro storico della città pitagorica. Gli uomini della polizia di Stato sono stati chiamati perché c’era stato un tentativo di suicidio “tra gli stretti del centro storico”. Protagonista dell’episodio una sedicenne di origini pakistane. Giunti sul posto hanno trovato la mamma ed il fratello della ragazza che attendevano l’arrivo dei sanitari del 118.
La mamma ed il fratello tenevano in braccio la ragazza che risultava essere priva di sensi. I sanitari del pronto soccorso hanno riscontrato che la sedicenne era in coma profondo. Dallo stato di coma, poi, non è mai più uscita ed attualmente si trova ricoverata, in stato vegetativo, presso una struttura di riabilitazione. Le indagini condotte dalla Squadra mobile, diretta da Nicola Lerario, hanno messo in luce una «situazione incredibile»: il pakistano risultava essere molto violento nei confronti di tutta la famiglia, che comprendeva la moglie e tre figli (due maschi ed una femmina, tutti minori alla data del 28 giugno scorso).
Secondo quanto riferito questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, da Lerario l’uomo malmenando la moglie le avrebbe fatto “volare” un dente incisivo. Addirittura, prima che partisse l’indagine, avrebbe fatto cadere dalle scale la donna nel periodo in cui era incinta dell’ultimo figlio. Sempre secondo gli investigatori, l’uomo non forniva alla famiglia il denaro necessari al sostentamento. Anche se tra i reati contestati al momento dell’arresto non c’è l’istigazione al suicidio, il pakistano è indagato anche per questo. Si ipotizza, infatti, che la sedicenne, lo scorso 28 giugno, abbia tentato il suicidio «in quanto sottoposta da anni a maltrattamenti gravi e costretta a vivere in uno stato permanente di timore».
La ragazza veniva denigrata quotidianamente dal padre «per l’aspetto fisico e perché portava l’apparecchio per i denti». Sulla base di tutte le prove il gip emanava, quindi, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere che non poteva essere eseguita subito, perché l’uomo si trovava temporaneamente in Pakistan. Veniva così allertata la polizia di frontiera, che il 19 novembre scorso, giorno del ritorno in Italia del pakistano, lo arrestava e lo traduceva nel carcere di Civitavecchia, dove attualmente si trova. (news&com)
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