
Partiamo, per una volta, dalla buona notizia: Crotone e Vibo Valentia sono sul podio delle province capaci di trattenere e “intrattenere” i visitatori per lunghi periodi di vacanza. Stando alla classifica pubblicata oggi dal Sole 24 Ore per radiografare l’attrattività turistica in Italia, questo primato è dovuto soprattutto (forse esclusivamente) al patrimonio naturale. Perché in tutti gli indicatori (le buone notizie sono finite), le città calabresi stanno sul fondo. E lo sono anche nella classifica generale delle “capitali” del tempo libero. In vetta ci sono Rimini, Firenze e Venezia. Nella top ten Trieste (4° posto) e Milano (5° posto) tra le grandi città. Seguono Roma (14°), Torino (22° posto), Bologna (25° posto), Napoli (43° posto); Bari (61° posto); Palermo (78° posto).
Le province calabresi arrancano: Catanzaro è 71esima, Vibo Valentia 79esima, Cosenza all’84° posto, Crotone al 96esimo e Reggio Calabria 99esima su 107 territori presi in esame. Che Vibo e Crotone (ma il dato vale in generale) debbano puntare tutto sul mare lo dicono alcuni dei 12 indicatori utilizzati dal quotidiano economico. La provincia di Reggio Calabria compare al 98° posto nella classifica che fotografa la spesa pro capite in spettacoli, Crotone è addirittura ultima in Italia. Il territorio pitagorico si segnala sul fondo della graduatoria (98° posto) anche nel dato delle librerie per 100mila abitanti. Ed è ultimo, insieme al Vibonese, nella statistica delle mostre ed esposizioni ogni 1.000 abitanti: il numero segnalato è addirittura zero, sulla base dei dati Siae. La provincia di Vibo è penultima per spettacoli teatrali ogni 1.000 abitanti (0.58). Stessa solfa per gli spettacoli cinematografici: Vibonese al 104° posto e Crotone in fondo alla graduatoria.
Brilla soltanto la stella della permanenza media (presenze/arrivi in notti): Crotone svetta al primo posto (6,68) e Vibo insegue al terzo (6,32). Se non altro si può lavorare partendo da un dato positivo. Chi arriva in Calabria ha voglia di fermarsi. Non guasterebbe offrirgli qualcosa in più.
La classifica finale dell’Indice del tempo libero, relativa alle 107 province italiane, è il risultato della media dei punteggi ottenuti dai diversi territori nei 12 indicatori presi in considerazione. I parametri esaminati fotografano alcune performance registrate relative all’attrattività turistica e all’offerta culturale riferite al 2018 e la diffusione di alcuni servizi per lo svago (librerie, ristorianti e bar) a giugno 2019. I valori su base provinciale sono ordinati nelle tabelle a partire dal dato ritenuto migliore, che solitamente è il più alto dal momento che gli indicatori considerati esprimono in positivo un fattore che incide sul benessere della popolazione e sulla qualità della vita (ad esempio: più spettacoli cinematografici vengono realizzati più è attrattivo il territorio). Per ciascuna graduatoria sono stati attribuiti mille punti alla città con il valore migliore; il punteggio, in funzione della distanza rispetto alla prima classificata, scende fino allo zero attribuito all’ultima posizione. In alcuni casi, come ad esempio per la provincia di Sud Sardegna istituita nel febbraio 2016, i dati storici sono stati elaborati in base alla popolazione residente.