
CROTONE Secondo quanto emerso dalle indagini che hanno portato all’esecuzione di 24 misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale Crotone Romina Rizzo su richiesta della Procura, infatti, i componenti delle associazioni, stranieri e mediatori, in contatto con loro connazionali stanziati in Iraq o all’estero, fungevano da intermediari e procacciatori per gli avvocati che, con documentazione fasulla avanzavano richiesta soprattutto alle Questure di Catanzaro e Crotone. Una volta avviata la pratica, il richiedente che si trovava in Iraq, veniva avvisato della fissazione dei vari appuntamenti previsti dalla procedura come il fotosegnalamento, l’audizione alla Commissione territoriale e, infine, il ritiro del permesso di soggiorno, in occasione dei quali giungeva in Italia, via aerea, munito di un visto turistico, per poi ripartire facendo rientro nel Paese da cui chiedeva di essere protetto. Gli accertamenti hanno anche consentito di rivelare il ruolo dei pubblici ufficiali consapevoli della strumentalità delle richieste ma che si prestavano ad assecondare il sistema dietro l’elargizione di somme di denaro o altre regalie accelerando le pratiche a favore dei richiedenti o attestandone falsamente la residenza in Italia. Gli indagati in tutti sono 90. (News&Com)