
CATANZARO “Il primo campionamento – spiegano i tecnici Arpacal che sono intervenuti, dottoressa Annalisa Morabito e dottor Francesco Iuliano – è stato effettuato con l’incendio in corso, in modo esclusivo al fine di valutare più adeguatamente la ricaduta dei probabili prodotti di combustione dell’incendio e per dare modo all’ASP competente, e a tutte le autorità locali, di svolgere le loro valutazioni in materia di salute pubblica. Il secondo intervento, mercoledì 7 ottobre, è stato eseguito presso la Scuola media di Squillace Lido per avviare un nuovo monitoraggio e valutare la ricaduta dei fumi all’interno della zona abitata. Il campionamento ha avuto inizio alle ore 11:40 e si è concluso alla stessa ora del giorno dopo. I risultati del monitoraggio dell’aria vanno letti da una doppia prospettiva”. Se, infatti, per il primo monitoraggio, ad incendio in corso, i risultati “evidenziano una concentrazione importante di Ipa (idrocarburo policiclico aromatico, ndr) nei fumi prelevati”, i risultati del secondo campionamento, effettuato nel centro abitato di Squillace Lido, all’interno del piazzale della scuola media, evidenziano valori di concentrazione molto più contenuti. Al fine di meglio comprendere, i tecnici del servizio Aria del dipartimento Arpacal di Catanzaro, diretto dall’ingegner Francesco Italiano, precisano che “in base al D.lgs. 155/2010 l’Idrocarburo policiclico aromatico (IPA) normato è il Benzo(a)pirene, per il quale è stabilito il valore obiettivo di 1 ng/m3 riferito al tenore totale presente nella frazione di PM10 del materiale particolato e calcolato come media su un anno civile”. “Nei giorni 5, 6 e 7 ottobre – sottolineano i tecnici Arpacal nella relazione inviata oggi al sindaco di Squillace – la colonna di fumo si è diretta verso il mare per effetto del vento che in quei giorni e per quel punto ben preciso”. “Per cui, la massima ricaduta degli inquinanti prodotti dalla combustione durante l’incendio – concludono i tecnici Arpacal – ha interessato la zona di mare sottomessa alla direzione del vento. La concentrazione di Pcb (Policlorobifenili), per entrambi i campionamenti, è risultata inferiore al limite di rilevabilità del metodo”. (News&Com)