(AGENPARL) - Roma, 2 Dicembre 2025In occasione della Giornata Mondiale dei Futuri UNESCO, i dati dell’indagine demoscopica di ASviS ed Ecosistema Futuro, realizzata dall’Istituto Piepoli
Barometro del Futuro: solo il 22% degli italiani è ottimista sul futuro dell’Italia, solo il 4% crede che la politica guardi al futuro e il 65% ritiene che si parli troppo poco di futuro nel dibattito pubblico
Giovannini: “Il Progetto Ecosistema Futuro punta a mettere i ‘futuri’ al centro del sistema educativo, della divulgazione, della ricerca e della politica. I giovani vanno resi gli attori principali del cambiamento attraverso la creazione dell’Assemblea Nazionale sul Futuro.”
Il 46% degli italiani (quasi uno su due) è pessimista sul futuro del Paese e solo il 22% immagina un’Italia migliore nei prossimi dieci anni. Un giudizio severo che si affianca a un paradosso evidente: il 79% degli italiani, soprattutto i più giovani, dichiara di pensare al domani, ma il 63% continua a sentirsi “ancorato” al presente. Questa è la fotografia che emerge dal “Barometro del Futuro”, l’indagine demoscopica presentata oggi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e realizzata dall’Istituto Piepoli, nel corso dell’evento “Un patto sul futuro, anche nell’interesse delle future generazioni”, svoltosi a Roma all’Auditorium del Museo dell’Ara Pacis, in occasione della Giornata Mondiale dei Futuri dell’UNESCO.
L’incontro è stato l’occasione per presentare e discutere i primi risultati del progetto “Ecosistema Futuro” (http://www.ecosistemafuturo.it), la partnership lanciata dall’ASviS un anno fa per mettere il futuro, o meglio “i futuri”, al centro della riflessione culturale, politica, economica e sociale del nostro Paese e che riunisce oltre 40 organizzazioni del mondo dell’istruzione, della cultura, dell’economia e dell’innovazione (tra cui i partner strategici Entopan, Intesa Sanpaolo, IREN, Randstad Research e Toyota Material Handling).
“Come mostrato dall’indagine, gli italiani chiedono futuro, ma la gran parte di loro ritiene che nessuno se ne stia occupando seriamente, tanto meno i politici – ha commentato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS –, tant’è vero che solo il 25% degli intervistati pensa che i governi agiscono anche nell’interesse delle future generazioni e il 65% ritiene che in Italia non si parli abbastanza di futuro. Ecosistema Futuro intende invertire questa tendenza, in linea con il ‘Patto sul Futuro’ approvato dall’ONU un anno fa, portando l’educazione ai futuri nelle scuole e nei musei, promuovendo riforme politiche come la Valutazione d’Impatto Generazionale delle nuove leggi, valorizzando la ricerca orientata al futuro e dando maggiore spazio alle giovani generazioni nelle scelte politiche”.
Il “Barometro del futuro”, presentato da Livio Gigliuto, Presidente dell’Istituto Piepoli, evidenzia un divario profondo tra percezione personale e collettiva: il 37% degli italiani è ottimista riguardo al proprio futuro, ma il 34% percepisce un vuoto di visione sul futuro del Paese. La politica è considerata orientata al futuro solo dal 4% dei rispondenti, la scuola dal 7%, con un pessimismo più marcato nel Centro e nelle Isole, e più attenuato nel Nord Ovest.Tra le preoccupazioni principali emergono l’aumento del costo della vita e delle diseguaglianze (44%), l’intelligenza artificiale (36%), i rischi globali per la sicurezza e la pace (32%) e la crisi climatica (30%). La fiducia degli italiani si concentra nella scienza (80%), mentre scende drasticamente per istituzioni (29%), media tradizionali (24%) e social media (21%).Il Barometro evidenzia inoltre una chiara domanda di giustizia intergenerazionale: sette italiani su dieci chiedono una Legge sul Clima e quasi due su tre sostengono un’imposta sulle grandi ricchezze per finanziare i giovani.
Nel corso dell’incontro, organizzato in collaborazione con ICOM Italia, Officine Italia, Save the Children e la Fondazione Italiana per gli Studi sul Futuro nell’ambito delle celebrazioni giubilari, sono state presentate le principali linee di azione di Ecosistema Futuro. La prima riguarda l’introduzione della Futures Literacy proposta dall’UNESCO nelle scuole e nei percorsi universitari, lungo le linee contenute nel Future Paper pubblicato oggi. La seconda concerne le politiche pubbliche, attraverso l’applicazione della nuova normativa che impone la Valutazione d’Impatto Generazionale (VIG) delle nuove leggi, così da orientare le decisioni in una prospettiva di lungo periodo. La terza riguarda la partecipazione civica, con l’avvio del percorso verso la prima Assemblea Nazionale sul Futuro nel 2027.
Nel corso dell’evento è stata annunciata anche la creazione del “Network dei Musei dei Futuri“,realizzato nell’ambito di Ecosistema Futuro da ICOM Italia, rappresentata da Michela Rota (architetta esperta di sostenibilità), un’iniziativa che coinvolge già oggi oltre 40 istituzioni culturali “apripista”, che nel 2026 realizzeranno attività dedicate ai futuri possibili, con l’obiettivo di trasformare musei e istituzioni culturali in spazi di immaginazione civica e alfabetizzazione ai futuri. L’obiettivo è anche quello di realizzare un “Museo dei Futuri” italiano, fisico e digitale, sulla falsariga delle esperienze internazionali esistenti.
All’evento, a testimonianza dell’importanza delle attività realizzate nell’ambito di Ecosistema Futuro, hanno partecipato Maria Elisabetta Alberti Casellati (Ministro per le Riforme Istituzionali), Glenn Micallef(Commissario per l’Equità intergenerazionale, la gioventù, la cultura e lo sport della Commissione europea), Mariassunta Peci (Direttore generale Affari Europei e Internazionali del Ministero della Cultura), Suor Alessandra Smerilli(Segretario al Pontificio dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale), che ha richiamato il valore etico della responsabilità intergenerazionale, Silvia Calandrelli (Direttrice di RAI per la sostenibilità), che ha illustrato l’impegno del servizio pubblico nel promuovere una nuova cultura del futuro attraverso informazione, educazione e narrazioni orientate al lungo periodo.
Nel corso dell’incontro, moderato da Gianna Fregonara (Corriere della Sera) e Riccardo Cavaliere (RaiNews 24), Roberto Poli (Presidente Fondazione italiana studi di futuro) ha illustrato le proposte di Ecosistema Futuro per l’introduzione della Futures Literacy nel sistema educativo italiano, Raffaela Milano (Direttrice ricerche di Save the Children) ha presentato i primi risultati del gruppo di esperti istituito da ASviS e Save the Children per proporre le modalità di applicazione della VIG, e Giulia Di Donato (co-fondatrice di Officine Italia) ha illustrato il processo di creazione dell’Assemblea Nazionale sul Futuro.
“Attuare il Patto sul Futuro in Italia vuol dire trasformare il modo in cui il sistema Paese prende le decisioni – ha commentato Luca Miggiano, responsabile del progetto Ecosistema Futuro –. Per realizzare tale obiettivo è necessario confrontarsi sull’Italia che vogliamo nel futuro, migliorare i processi politici e creare una cultura orientata al futuro per navigare la complessità del presente. Ecosistema Futuro è nato per contribuire a creare un Paese per giovani, dando voce a chi già oggi lavora concretamente sul futuro e alle giovani generazioni, schiacciate tra debito climatico, precarietà e incertezze economiche”.
Nel corso della mattinata sono anche intervenuti: due innovatori Eugenio Russo (Conthackto) e Viviana Pinto(Discentis), che hanno presentato esperienze concrete di didattica agli studenti e formazione ai docenti orientata ai futuri; Bianca Arrighini (Factanza) e Alberta Pelino (Young Ambassador Society), che hanno portato il punto di vista delle nuove generazioni, chiedendo politiche più lungimiranti e orientate al domani; Ilaria Miarelli Mariani (Musei Civici di Roma) e Lucia Villanova (MUSE di Trento), che hanno presentato il punto di vista degli operatori culturali.








Per approfondire:
·Il “Barometro del Futuro”, con i risultati dell’indagine demoscopica condotta dall’Istituto Piepoli (https://asvis.it/public/asvis2/files/Pubblicazioni/Futuro/indagine_Piepoli.pdf)
·Il Position Paper “Promuovere l’alfabetizzazione ai futuri. Verso una società pronta al futuro” (https://asvis.it/public/asvis2/files/Pubblicazioni/Futuro/Alfabetizzazione_ai_futuri.pdf)
·La Valutazione di impatto generazionale delle nuove leggi (https://asvis.it/notizie-sull-alleanza/19-24282/asvis-lobbligo-di-valutazione-di-impatto-generazionale-delle-nuove-leggi-traguardo-storico-)
Scheda di approfondimento
Il 2 dicembre a Roma nell’ambito dell’evento “Un patto sul futuro, anche nell’interesse delle future generazioni”, sono stati presentati i primi risultati del progetto “Ecosistema Futuro” (http://www.ecosistema futuro.it), la partnership lanciata dall’ASviS un anno fa per mettere il futuro, o meglio “i futuri”, al centro della riflessione culturale, politica, economica e sociale del nostro Paese. Quattro sono le aree tematiche per i quali sono stati presentati i primi risultati:
· Educare ai futuri. Il Barometro del Futuro – presentato dall’ASviS ed Ecosistema Futuro – mostra una richiesta chiara: per il 75% degli italiani è urgente introdurre un’educazione al futuro nel sistema scolastico. Da qui nasce il primo cantiere presentato da ASviS ed Ecosistema Futuro, dedicato a portare nelle classi italiane i Laboratori di Futuro, al centro del “Future Paper” presentato il 2 dicembre nel corso dell’evento. L’alfabetizzazione ai futuri – indicata anche dal Patto sul Futuro delle Nazioni Unite come competenza chiave del XXI secolo – aiuta studenti e docenti a leggere i cambiamenti, distinguere tra futuri possibili, probabili e preferibili, e prendere decisioni informate. La Futures Literacy permette ai giovani di immaginare scenari desiderabili, non subire la complessità, e avere le competenze per guidarla.
· Luoghi culturali. La fiducia nei media è ai minimi storici (meno di un quarto degli intervistati si fida di loro) a fronte di un’alta fiducia nella scienza (80%). Cresce quindi la necessità di trasformare luoghi culturali credibili come musei e istituzioni culturali in veri e propri laboratori di immaginazione civica dul futuro. Nasce così il Network dei Musei dei Futuri, cui partecipano oltre 40 istituzioni, tra cui: la Città della Scienza di Napoli, la Fondazione Golinelli, Gallerie d’Italia, il MAXXI di Roma, l’M9 di Mestre, il MAUTO di Torino, il MUSE di Trento, il Museo Lavazza, il Museo Ferragamo, il Museo del Risparmio, il MUST di Milano, insieme a numerosi musei civici e archeologici (per la lista completa si veda https://ecosistemafuturo.it/educazione-e-cultura/il-network-dei-musei-dei-futuri/). A partire dal 2026, ogni museo del Network dedicherà uno spazio ai “futuri possibili”, interpretato secondo le proprie collezioni e identità: dai musei d’arte a quelli scientifici, dai musei del lavoro ai musei del territorio.
· Politiche pubbliche. Il Barometro del Futuro 2025 mostra che solo il 4% degli italiani ritiene che la politica guardi davvero al futuro, mentre è forte la richiesta forte di giustizia intergenerazionale: il 69% chiede una Legge sul Clima e il 65% sostiene un’imposta sulle grandi ricchezze per finanziare i giovani, dati che mostrano chiaramente come gli italiani desiderino politiche di lungo periodo e strumenti capaci di valutarne l’impatto nel tempo. L’ASviS ha promosso l’introduzione della VIG delle nuove leggi, strumento che rende operativo il principio di equità intergenerazionale previsto dall’Articolo 9 della Costituzione italiana e dalla Dichiarazione ONU sulle Future Generazioni.
· Partecipazione civica. La percezione di assenza di visione strategica per il futuro dell’Italia è molto diffusa. Infatti, il 34% degli italiani dice che “nessuno sta pensando al futuro dell’Italia” e il 50% pensa che dovrebbe farlo lo Stato. Da qui la necessità di creare nuovi spazi di partecipazione civica strutturata, tra cui l’Assemblea Nazionale sul Futuro, da attivare nel 2027, composta in prevalenza da giovani under 30, da preparare attraverso una “Costituente” che opererà nel 2026.