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Comunicato stampa
11 ottobre 2025
Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze: Save the Children, 167 milioni di ragazze che vivono nei Paesi con le maggiori disuguaglianze di genere pagheranno il prezzo più alto dei tagli agli aiuti umanitari internazionali
“L’uguaglianza di genere è una base fondamentale per la pace, lo sviluppo economico e sociale. Le ragazze hanno un ruolo cruciale nel futuro dell’uguaglianza e della cooperazione globale, e abbiamo la responsabilità di sostenerle”.
Circa 167 milioni di ragazze[1] che vivono nei Paesi con le maggiori disuguaglianze di genere pagheranno il prezzo più alto dei tagli agli aiuti umanitari internazionali. Lo rivela un’analisi di Save the Children – pubblicata in occasione della Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze -, secondo la quale 17 dei 20 Paesi più duramente colpiti dalla stretta sugli aiuti nel 2025[2] sono anche classificati come “scarsi” (4) o “molto scarsi” (13) in termini di uguaglianza di genere secondo l’Indice Globale di Genere degli SDG[3].
Si tratta di ragazze che vedono ridotte le opportunità di vedere tutelati i propri diritti fondamentali, come l’accesso all’istruzione, e sono costrette a fronteggiare rischi crescenti di violenza ed esclusione. Tra le più penalizzate quelle che vivono in Giamaica, Eswatini e Namibia, con la combinazione più critica tra riduzione degli aiuti programmabili pro capite e disuguaglianza di genere.
I tagli agli aiuti umanitari internazionali arrivano in un anno già drammatico per le ragazze che vivono in contesti di crisi: oltre 3,5 milioni sono state colpite da disastri naturali e dalle loro conseguenze, e 122 milioni vivono in aree fragili o colpite da conflitti, tra incertezza, paura e tragedie.
Nonostante queste emergenze, gli aiuti globali sono diminuiti del 14%, con una perdita di circa 22 miliardi di dollari destinati a programmi essenziali e interventi umanitari.
Per molte ragazze, questo si traduce in sogni infranti. Nessun Paese al mondo è attualmente sulla buona strada per raggiungere l’uguaglianza di genere entro il 2030, obiettivo previsto dagli SDG per costruire società più eque e pacifiche.
Maria*, 16 anni, vive in un campo profughi in Tanzania, uno dei Paesi con bassi livelli di uguaglianza di genere e tra i più colpiti dai tagli agli aiuti del 2025. Sogna di diventare neurochirurga, ma la riduzione del sostegno ai programmi scolastici le ha reso difficile proseguire gli studi.
“Voglio studiare e diventare dottoressa, ma senza i materiali scolastici necessari ho paura di perdere la battaglia. Quando ci assegnano i test, solo pochi riescono a farli perché molti non hanno nemmeno un quaderno. È ingiusto, ma cosa possiamo fare?”, ha raccontato agli operatori di Save the Children.
Isack, insegnante di Maria, ha spiegato che la frequenza scolastica, il numero di abbandoni e il rendimento sono peggiorati perché i tagli hanno causato l’interruzione della distribuzione gratuita di quaderni e assorbenti, fondamentali per permettere alle ragazze di frequentare la scuola.
“Le ragazze che crescono in Paesi colpiti da massicci tagli agli aiuti affrontavano già ostacoli sproporzionati nel realizzare i propri diritti. Ma a causa dell’interruzione di alcuni interventi e servizi essenziali, i rischi di violenza, disuguaglianza e conflitto aumentano, mentre il supporto diminuisce”, dichiara Inger Ashing, Direttrice generale di Save the Children.
“La speranza è nelle ragazze. Si stanno organizzando nelle loro comunità, lottano per la giustizia climatica, chiedono la fine di ogni tipo di violenza e immaginano un futuro diverso. Chiedono di essere viste non solo per le sfide che affrontano, ma per le soluzioni che propongono. Nessun Paese al mondo è sulla buona strada per raggiungere l’uguaglianza di genere entro il 2030. Al ritmo attuale, una ragazza nata oggi dovrà aspettare il suo 97° compleanno – oltre la sua aspettativa di vita – per celebrare finalmente una società equa”.
“I governi, le aziende e i leader globali devono investire sempre di più nelle ragazze. L’uguaglianza di genere è una base fondamentale per la pace, lo sviluppo economico e sociale. Le ragazze hanno un ruolo cruciale nel futuro dell’uguaglianza e della cooperazione globale, e noi abbiamo la responsabilità di sostenerle”.
Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, lavora in tutto il mondo per supportare l’empowerment delle ragazze e l’uguaglianza di genere, attraverso la promozione della partecipazione femminile nei processi decisionali e dell’accesso inclusivo ai servizi essenziali, nella conduzione di ricerche e analisi di bilancio per indirizzare interventi, leggi e politiche efficaci, e la sensibilizzazione dei decisori politici verso i diritti e i bisogni delle ragazze.
[1] La cifra di 167 milioni di ragazze si basa sui dati disaggregati per sesso della popolazione (di età compresa tra i 10 e i 19 anni) nei paesi classificati come “molto carenti” nell’Indice di Genere degli SDG di Equal Measures, che hanno subito tagli agli aiuti superiori alla media (oltre il 15% peggio della media), secondo i dati sugli aiuti programmabili per paese (escludendo quelli umanitari) pubblicati nell’ODA Donor Tracker (The Budget Cuts Tracker), che include i 17 principali donatori del Comitato di Assistenza allo Sviluppo (DAC), responsabili del 95% degli aiuti pubblici globali allo sviluppo (ODA). Questa condizione si verifica in 39 dei 45 Paesi classificati globalmente come “molto poveri”.
[2] L’analisi si basa sugli aiuti programmabili per paese (CPA), escludendo gli aiuti umanitari, i costi per i rifugiati nei paesi donatori e altre spese non direttamente collegate ai paesi beneficiari. Con questa definizione più ristretta, esaminiamo la variazione degli aiuti da circa 153 miliardi di dollari nel 2023 (ultimo dato ufficiale dettagliato disponibile) a 131 miliardi di dollari nel biennio 2025/2026 (media tra i due anni), con una riduzione del 14%. I paesi “più colpiti” sono identificati in base ai tagli pro capite.
[3]2024 SDG Gender Index – Equal Measures 2030