
I sindacati rappresentativi delle istituzioni statali della Bosnia-Erzegovina si stanno mobilitando per una causa collettiva contro il Consiglio dei Ministri, che coinvolgerà circa 23.000 dipendenti. La decisione finale è attesa per il mese di settembre.
Alla base della vertenza ci sono due questioni principali: le spese di trasporto e, soprattutto, l’applicazione della base per il calcolo degli stipendi.
Il bilancio delle istituzioni bosniache per il 2025 non è ancora stato approvato dal Parlamento, bloccando di fatto l’applicazione della nuova base salariale. Il Consiglio dei Ministri aveva stabilito una base di 631,5 KM, ma attualmente viene ancora applicata quella dell’anno precedente, pari a 600 KM. Come sottolineato da Radenko Mirković, presidente del Sindacato Indipendente dei Funzionari Pubblici, la base di 631,5 KM è comunque inferiore al 50% del reddito netto minimo nazionale, come previsto dalla legge.
I sindacati, che includono anche l’Amministrazione delle Imposte Indirette e la Federazione dei Sindacati degli Organi di Polizia, hanno agito congiuntamente finora, chiedendo modifiche alla legge sui salari per svincolare l’applicazione della base dall’approvazione del bilancio. L’obiettivo era far sì che la nuova base salariale entrasse in vigore dal 1° gennaio di ogni anno, con l’erogazione retroattiva delle differenze al momento dell’adozione del bilancio. Tuttavia, la proposta di legge non è ancora stata discussa in Parlamento.
In questo scenario di stallo politico, i sindacati stanno pianificando un’azione legale collettiva. Oltre alle spese di trasporto e alla base salariale, stanno valutando la possibilità di intentare causa per la mancata adozione del bilancio, una mossa che riflette la crescente frustrazione dei dipendenti statali.