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Comunicato Stampa
23 giugno 2025
Infanzia: Save the Children, aumenta il numero di bambini vittime di abusi sessuali che fuggono dalla RDC verso il Burundi, mentre i tagli agli aiuti riducono il supporto
Il numero di bambini che denunciano violenze sessuali dopo essere fuggiti in Burundi dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC) è più che triplicato quest’anno. Lo dichiara Save the Children, sottolineando che allo stesso tempo i tagli agli aiuti umanitari hanno ridotto drasticamente la possibilità di fornire loro l’assistenza necessaria.
Tra gennaio e giugno di quest’anno, il team di Save the Children in Burundi ha registrato oltre 478 casi di violenza di genere (GBV), di cui oltre 172 contro bambini, la maggior parte dei quali casi di stupro, con un aumento del 249% rispetto a un anno fa.
Secondo le Nazioni Unite[1], quest’anno oltre un milione di persone sono state sfollate a causa delle violenze e della drammatica escalation del conflitto nella RDC: più di 41.000 sono fuggite in Burundi.
Oltre il 65% dei casi di violenza di genere gestiti da Save the Children riguardano stupri, abusi psicologici e violenze fisiche, dichiara l’Organizzazione, che ha raccolto storie di bambini violentati insieme ai loro genitori e di madri violentate davanti ai loro figli.
Tuttavia, i tagli agli aiuti ai rifugiati provenienti dalla RDC hanno limitato la capacità delle organizzazioni umanitarie di aiutare le migliaia di bambini ospitati nei centri di accoglienza all’arrivo e nei siti dei rifugiati, mettendo a rischio la loro sicurezza e il loro benessere. A causa dei tagli agli aiuti i sopravvissuti alla violenza di genere non potranno ricevere beni essenziali che in genere vengono loro distribuiti.
A causa del conflitto, quest’anno più di 500 bambini sono arrivati senza familiari, e circa 300 bambini non accompagnati hanno bisogno di assistenza per rintracciare le loro famiglie e riunirle.
Il team di Save the Children in Burundi ha dichiarato che i bambini che hanno subito violenze sessuali hanno un estremo bisogno di supporto psicologico per superare il trauma e rischiano di soffrire di una bassa autostima, autocolpevolizzazione, isolamento, stigmatizzazione e discriminazione in assenza di aiuto.
Rita*, una ragazza di 16 anni che vive in un campo profughi nel Burundi orientale, ha raccontato a Save the Children: “Prima di arrivare in Burundi, mia madre, i miei fratelli e io passavamo diversi giorni nascosti sulle montagne vicino al nostro villaggio. A volte di giorno tornavamo a casa quando il rumore degli spari si attenuava, ma la sera tornavamo nella foresta. Una sera decidemmo di rimanere in casa e fu allora che accadde. Uomini armati sono entrati in casa nostra e hanno violentato me, mia sorella e mia madre. Abbiamo deciso di fuggire il giorno dopo. È molto difficile guardare mia madre negli occhi dopo la violenza subita”.
“Parlo con bambini che hanno affrontato varie forme di abuso, tra cui stupri e matrimoni forzati – ha dichiarato Nadege Nizigama, operatrice di Save the Children per la protezione dell’infanzia e le violenze sessuali in Burundi – Al momento, assisto due ragazze e un ragazzo che stanno ricevendo un sostegno psicosociale dopo aver subito uno stupro durante la fuga dal conflitto all’inizio di quest’anno. Negli ultimi mesi ho sentito storie terribili di bambini violentati insieme ai loro genitori e di madri violentate davanti ai loro figli. Nessun bambino dovrebbe essere sottoposto a questo tipo di violenza. Stiamo facendo del nostro meglio per fornire tutto il supporto possibile per aiutare i bambini a superare il trauma, ma occorre fare di più per il benessere dei bambini e per rafforzare la loro capacità di recupero”.
“La violenza sessuale legata ai conflitti è stata a lungo utilizzata come strumento di guerra per intimidire e terrorizzare i civili – ha detto Geoffrey Kirenga, Capo Missione di Save the Children in Burundi – L’impatto sui bambini è devastante e i nostri operatori ne sono testimoni quotidianamente. Il lavoro di Save the Children in Burundi mette alla luce problemi critici di protezione dei minori e i sopravvissuti hanno bisogno di ricevere cure mediche e protezione.
“Purtroppo sappiamo che il numero di casi che abbiamo registrato è solo una goccia nel mare. I bambini e i membri della comunità spesso non denunciano i casi di gravi violazioni per paura di essere stigmatizzati. È una situazione tragica.
“L’impatto dei tagli agli aiuti è enorme, considerando il grado di vulnerabilità dei nostri beneficiari. La maggior parte delle famiglie che sosteniamo ha subito traumi psicologici a causa del conflitto e molte hanno lasciato le loro case senza nulla. Le difficoltà di finanziamento che stiamo affrontando potrebbero costringerci a chiudere programmi che sono un’ancora di salvezza per i bambini e le famiglie in grave difficoltà. Chiediamo alla comunità internazionale di non abbandonare questi bambini nel momento in cui ne hanno più bisogno”.
Save the Children lavora in Burundi dal 2016 fornendo servizi di protezione dell’infanzia, prevenzione e risposta alla violenza di genere, salute, governance dei diritti dell’infanzia e istruzione. Il team dell’Organizzazione in Burundi assiste migliaia di bambini sfollati e le loro famiglie.
*nomi modificati per motivi di protezione
[1]République démocratique du Congo : Personnes déplacées internes et retournées (avril 2025) – Democratic Republic of the Congo | ReliefWeb