
(AGENPARL) – Fri 13 June 2025 Oggetto: Trattamenti oncologici personalizzati: un sensore impiantabile monitora in tempo reale la chemioterapia
COMUNICATO STAMPA
Un progetto di ricerca condotto da un team di ricercatori di Unimore e dell’Università di Pisa, i cui risultati sono stati pubblicati su Science Advances, ha messo a punto una tecnologia bioriassorbibile in grado di misurare i livelli di farmaco direttamente nel tessuto tumorale.
Un gruppo di ricerca multidisciplinare composto da ricercatori di Unimore e dell’Università di Pisa ha sviluppato un innovativo biosensore impiantabile capace di monitorare in tempo reale i livelli di chemioterapia nel sito tumorale del paziente, aprendo nuove prospettive per la medicina di precisione in oncologia.
Il dispositivo dalle dimensioni estremamente contenute (molto sottile) e completamente bioriassorbibile, sviluppato in collaborazione con il team di ingegneri elettronici, guidato dal prof. Giuseppe Barillaro dell’Ateneo di Pisa, è stato progettato per rilevare la doxorubicina, un farmaco chemioterapico largamente utilizzato ma noto per i suoi effetti collaterali potenzialmente gravi. Una volta impiantato in prossimità del tumore e collegato esternamente ad una patch elettronica riutilizzabile (che trasmette in wireless), il sensore sfrutta la fluorescenza naturale del farmaco per monitorarne la concentrazione attraverso la pelle, in modelli animali sperimentali.
Il prof. Massimo Dominici, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia di Unimore, spiega che “grazie alla trasmissione wireless dei dati in tempo reale, il sistema offre un livello di precisione spazio-temporale senza precedenti, che permetterà ai medici di ottimizzare il dosaggio durante il trattamento tumorale superando i limiti dei metodi tradizionali basati su campioni ematici e analisi differite”.
La prof.ssa Daniela Giuliani, responsabile Unimore del progetto RESORB, finanziato dalla Comunità Europea, aggiunge che “lo studio di biocompatibilità della durata di tre mesi ha dimostrato che il sensore si degrada completamente senza causare tossicità, come confermato da esami istologici e analisi del sangue, evitando così la necessità di un successivo intervento chirurgico per la rimozione del dispositivo”.
Tra i/le protagonisti/e della ricerca per l’Università di Modena e Reggio Emilia, oltre alla Prof.ssa Giuliani e al Prof. Dominici, il Dr. Moein Farshchian e le Dr.sse Giulia Grisendi, Antonietta Vilella, Eleonora Vandini, Eleonora Daini e Giuseppina Leo, che insieme hanno guidato lo sviluppo preclinico e le validazioni del dispositivo.
“Questa tecnologia, per ora disponibile solo a livello preclinico, rappresenta un cambio di paradigma nel monitoraggio della chemioterapia,” spiegano i ricercatori. “Misurando in tempo reale i livelli del farmaco nel tessuto, possiamo personalizzare meglio la dose, ridurre i rischi di sovradosaggio o inefficacia e contribuire a prevenire le recidive locali dopo l’intervento chirurgico.”
Ancora in fase sperimentale, questa piattaforma tecnologica ha il potenziale per rivoluzionare il trattamento oncologico, integrandosi nei percorsi clinici futuri come strumento guida per la somministrazione intelligente dei farmaci.
Lo studio è stato finanziato dal progetto europeo RESORB e da un finanziamento PNRR Health Italia, in un finanziamento MIUR per Partenariati Estesi, nello specifico per la Medicina di Precisione.
Modena, 13 giugno 2025
L’Ufficio Stampa