
(AGENPARL) – Fri 06 June 2025 *Le sfide del lavoro e della cittadinanza: una chiamata al voto per l’8 e 9
giugno*
“*Ora tocca a noi!”*
*Di Aldo Marturano, Segretario Generale CGIL Padova*
“Manca ormai un giorno all’appuntamento referendario, un’occasione cruciale
per il nostro Paese. Un giorno all’evento conclusivo di una campagna
referendaria intensa ed entusiasmante. Abbiamo percorso chilometri,
incontrato persone nei luoghi di lavoro, nelle piazze, davanti agli
ospedali, nei mercati e nelle università, spiegando le ragioni della nostra
battaglia sui referendum. Nonostante qualche garbato rifiuto, abbiamo
riscontrato grande attenzione, voglia di capire e condivisione, soprattutto
da parte di coloro che si sentono direttamente interpellati da questi temi.
Questi referendum parlano direttamente a chi ha subito un torto e a chi
ogni giorno vede la propria dignità calpestata. Abbiamo spiegato che non
guardiamo al passato, ma vogliamo ripristinare un principio di giustizia
che restituisca dignità a chi è stato ingiustamente licenziato. Lavoratrici
e lavoratori non sono merce, ma persone che meritano rispetto, perché il
lavoro è un valore sociale sancito dalla nostra Costituzione.
Il precariato, purtroppo, calpesta la dignità delle persone. “Oggi mi
servi, domani non più, ti sostituisco”: questa logica non offre speranza né
futuro, perché la maggior parte dei precari lavora meno di un anno, spesso
meno di tre mesi. Questo si traduce in redditi da fame, spesso inferiori ai
10.000 euro annui, ponendo molte persone in condizione di povertà assoluta.
Come possiamo stupirci della crisi demografica di fronte a un simile
scenario?
Non stiamo parlando di pochi casi isolati: in Italia sono 11 milioni su 19
200.000 su 400.000 a Padova. Sono soprattutto donne e giovani under 35, con
questi ultimi spesso costretti a cercare fortuna altrove, come dimostrano i
156.000 giovani che hanno lasciato il Paese nell’ultimo anno.
Questo sistema di sfruttamento e di basso costo del lavoro arriva a livelli
inaccettabili, persino letali. Non c’è altro termine per descrivere
l’orribile fenomeno delle morti sul lavoro: oltre 1.000 all’anno in Italia,
più di 100 nella nostra Regione. Padova detiene purtroppo il triste primato
veneto per il 2025, con 16 decessi nel 2024. Giovani vite come Anna Chiti
di 17 anni e Victor Durbala di 25 sono state spezzate da un sistema malato.
Abbiamo anche sottolineato l’ingiustizia di un sistema che costringe i
migranti che lavorano, pagano le tasse e contribuiscono alla tenuta del
nostro Paese, ad attendere quasi 15 anni per ottenere la cittadinanza. Se
poi quella persona è nata o giunta in Italia in tenera età, l’ingiustizia
diventa enorme e incomprensibile.
Di questo abbiamo parlato in questi mesi: di un Paese che, secondo Istat e
Censis, è stanco, disilluso, arrabbiato. E che quindi non va a più a votare
perché è un Paese che non si sente preso in carico, non riceve risposte e
non si sente rappresentato, e quando questo accade, la democrazia è in
pericolo.
Ecco perché l’8 e il 9 giugno rappresentano una splendida occasione, forse
l’ultima, per cambiare e dire basta a un modello basato sul mercato, sul
profitto, sull’arricchimento di pochi e sulla povertà per molti. È
l’opportunità per avviare l’inizio di un mutamento chiamando le persone
alla partecipazione e al protagonismo. È il momento di andare a votare,
come ci ricorda l’articolo 48 della Costituzione che definisce il voto un
dovere civico, e mettere una croce sul SÌ. Ci piace sognare che il 10
giugno potremo aver scritto un pezzo di storia, rimettendo al centro la
dignità, l’uguaglianza e la democrazia, salvaguardando la nostra
Costituzione, mai così in pericolo come in questo momento.