
Con il continuo peggioramento degli effetti del cambiamento climatico e la prospettiva concreta di superare il limite di 1,5 °C stabilito dalla COP21, un team multidisciplinare guidato dall’Università di Manchester ha avviato il progetto REFLECT per indagare se tecniche innovative come lo schiarimento delle nubi marine e del cielo possano offrire un raffreddamento temporaneo del pianeta, aiutando ad evitare soglie climatiche irreversibili.
Il progetto, finanziato dall’Advanced Research + Invention Agency (ARIA), coinvolge anche le università di Cambridge, Exeter, Leeds, il National Centre for Atmospheric Science (NCAS), Archipelago Technologies e il Finnish Meteorological Institute. REFLECT studia la spruzzatura controllata di particelle di sale marino nell’atmosfera sopra gli oceani, con l’obiettivo di aumentare la riflettività delle nubi e deviare parte della radiazione solare.
Il professor Hugh Coe, coordinatore del progetto, ha spiegato: “Questa ricerca non sostituisce la necessaria riduzione delle emissioni di gas serra, ma può offrire un margine temporaneo per evitarne le conseguenze più gravi.”
Il sale marino è una sostanza naturale, di breve durata atmosferica e facilmente rimovibile, rendendo questa strategia potenzialmente reversibile e meno rischiosa rispetto ad altre tecniche di geoingegneria più invasive.
Il progetto si articola in tre fasi principali:
- Sviluppo tecnologico – test in laboratorio sulla formazione ottimale di aerosol marini e sviluppo di nuove tecnologie di nebulizzazione (come elettrospray e atomizzazione surriscaldata).
- Esperimenti all’aperto su piccola scala – solo se i test preliminari avranno successo, con monitoraggi rigorosi e coinvolgimento delle comunità locali.
- Modellazione climatica e analisi del rischio – per prevedere gli impatti regionali e globali della tecnica in scenari futuri.
Il co-ricercatore Dr. Rob Bellamy ha evidenziato l’importanza del coinvolgimento pubblico e delle valutazioni etiche: “Il futuro di queste tecniche sarà deciso non solo da dati scientifici, ma anche da questioni sociali, etiche e politiche.”
Mark Symes, direttore del programma ARIA, ha ribadito che l’obiettivo primario resta la decarbonizzazione, e che ogni esperimento sarà limitato nel tempo, reversibile, non tossico e trasparente.
In un momento in cui il mondo fatica a raggiungere i suoi obiettivi climatici, il progetto REFLECT si propone di fornire una valutazione scientifica rigorosa per capire se interventi di raffreddamento climatico siano fattibili, sicuri e compatibili con una gestione etica della crisi ambientale.
