
(AGENPARL) – Tue 20 May 2025 GUIDA CNEL SU IL SOLE 24 ORE
Le principali evidenze sull’ occupazione femminile
OCCUPAZIONE FEMMINILE. CNEL: PER LE DONNE SVANTAGGI STRUTTURALI SUL LAVORO
Circa una donna su cinque lascia il lavoro. Difficile che avvenga per scelta. La mancanza di una rete di servizi adeguata per la prima infanzia (i bimbi che vanno al nido sono il 30%) e di politiche coraggiose che permettano una vera condivisione dei carichi di cura crea le condizioni per questa criticità. E così le madri si trovano a pagare un prezzo più alto dei padri in termini lavorativi. L’interruzione del percorso lavorativo provoca maggiori difficoltà a riprenderlo successivamente e, quindi, ritardi nei percorsi di carriera. Tutto ciò definisce una traiettoria di svantaggio strutturale che difficilmente si recupera nel percorso lavorativo. Eppure, questa situazione non è inevitabile. Dipende dalle politiche che vengono adottate. Dipende dalla volontà di cambiare l’attuale modello. È quanto si legge nella guida del CNEL ‘Il lavoro che cambia. A 55 anni dallo Statuto dei lavoratori’, in un articolo a firma di Linda Laura Sabbadini.
OCCUPAZIONE FEMMINILE. CNEL: POLITICHE DI CONCILIAZIONE TROPPO DEBOLI E FRAMMENTATE
Le politiche di conciliazione e condivisione delle responsabilità genitoriali in Italia sono state troppo deboli e frammentate. Ciò ha impedito, nel tempo, la creazione di quel circolo virtuoso in cui le donne possano essere alleggerite dal carico familiare e realizzarsi su tutti i piani, gli uomini possano sperimentare una paternità piena e i bambini godere della presenza e della cura di entrambi i genitori. Il congedo obbligatorio di paternità è ancora di 10 giorni e non paritario. Per di più, solo il 64% degli uomini lo utilizza. E quando si guarda ai congedi parentali, la sproporzione è molto evidente: la stragrande maggioranza delle giornate nell’anno continua a essere fruita dalle donne (80%). È quanto si legge nella guida del CNEL ‘Il lavoro che cambia. A 55 anni dallo Statuto dei lavoratori’, in un articolo a firma di Linda Laura Sabbadini.
OCCUPAZIONE FEMMINILE. CNEL: LA METÀ IN APPENA 21 PROFESSIONI
Metà dell’occupazione femminile si concentra in appena 21 professioni, contro le 53 in cui si distribuisce l’occupazione maschile. È un dato che, da solo, racconta l’entità del problema. Le professioni femminili più frequenti sono ancora oggi quelle di segretaria, commessa, badante, colf, infermiera, maestra. Nell’ambito impiegatizio, dominano i ruoli di addetta alla segreteria e alla contabilità. Il problema non solo persiste, ma si aggrava. Tra il 2008 e il 2023, si segnala un peggioramento della segregazione orizzontale: le donne sono oggi ancora più concentrate in ruoli già fortemente femminilizzati. È quanto si legge nella guida del CNEL ‘Il lavoro che cambia. A 55 anni dallo Statuto dei lavoratori’, in un articolo a firma di Linda Laura Sabbadini.
OCCUPAZIONE FEMMINILE. CNEL: DONNE RESTANO ESCLUSE IN MAGGIORANZA DAI LUOGHI DEL POTERE
Le donne restano escluse in maggioranza dai luoghi del potere, nonostante le competenze, nonostante le leggi. Solo un terzo dei parlamentari italiani è donna, in linea con la media Ue, ma lontanissimo dai Paesi nordici, dove l’equilibrio è pressoché raggiunto. Nel mondo delle imprese, le luci sono ancora più fioche. È vero che, grazie alle norme sulle quote di genere, dovute alla legge Golfo-Mosca, oggi il 43,1% dei membri dei consigli di amministrazione delle società quotate è donna. Ma nel 2024, solo il 2,9% degli amministratori delegati è donna. Una cifra che ci colloca tra i fanalini di coda in Europa. È quanto si legge nella guida del CNEL ‘Il lavoro che cambia. A 55 anni dallo Statuto dei lavoratori’, in un articolo a firma di Linda Laura Sabbadini.