
Ciao Daniela, chi sono i “Musicanti di brama”?
Quattro anime incarnate che, come i quattro animali della nota favola dei fratelli Grimm, cercano la libertà e la trovano nella musica. Una musica che si fa “canzone-teatro”, con brani originali, dove la dimensione teatrale della canzone si esprimenell’interpretazione: un recitar cantando dallo stile espressionista, un po’ brechtiano, e circense.
Come nascono i “Musicanti di brama”?
Dall’incontro di due culture, quella italiana, a cui appartengo, e la cultura mitteleuropea del chitarrista svizzero Michael Wernli, col quale compongo musiche dal 2009: colonne sonore per teatro e progetti cantautorali (trio “Duettialkilo”, vincitore Premio SismeMusicultura XXII ed., duo WerMau voce-chitarra). Nel 2018 io e Michael diamo vita a un nuovo repertorio ampliando la nostra formazione al quartetto “Musicanti di brama”, col bassista Antonio Abruzzese e il batterista Alberto Proietti Gaffi, al quale è succeduto l’attuale Luca Giudice. Grazie a questi bravi musicisti i nostri brani hanno acquistato una nuova ricchezza e complessità orchestrale; sottolineo in particolare l’importante contributo agli arrangiamenti del bassista Antonio Abruzzese. Il frutto di questo lavoro è il nostro album omonimo, pubblicato nel 2024 da PMS Studio e acquistabile su tutte le piattaforme online.
Quali sono le vostre influenze musicali?
Michael è un chitarrista classico dallo stile eclettico; le sue composizioni riflettono diverse influenze: il classico latino (Agustín Barrios, Villa Lobos), la chanson française, il modernismo europeo di Bartok, l’etno-world. I miei riferimenti, oltre il cantautorato italiano, da Gaber a De André, si radicano nella cultura degli anni ‘80: New wave, alternative rock, post punk, dark, insieme a una passione per la musica barocca e una fascinazione per il teatro espressionista tedesco di Brecht, e in generale per la cultura weimeriana degli anni ’20 (a cui ci ispiriamo anche per lo stile grafico). Poi, in fase di arrangiamento, con la sezione ritmica rappresentata da Antonio al basso e Luca alla batteria, si aggiungono ulteriori suggestioni legate alle loro esperienze e influenze musicali: dal pop rock, al prog, al funk, al jazz. Questo insieme di riferimenti crea una miscela abbastanza originale, dal respiro europeo, di sicuro non mainstream.
Come nascono i vostri brani?
Quasi sempre originano da riff chitarristici di Michael, a voltepensati come composizioni puramente strumentali, sui quali sovrappongo un principio melodico, una parola ispiratrice, fino a definire la forma canzone. I testi, di cui sono autrice, sono spesso poesie o filastrocche preesistenti che trovano la loro “casa” nelle armonie di Michael.
Perché il termine “brama”?
Con un piccolo gioco di parole abbiamo voluto forzare il significato dei “Musicanti di brema” – figure simbolo della liberazione sociale e creativa dell’essere – per sottolineare la condizione dell’uomo come essere eternamente desiderante, in cerca di una felicità che passa per la libertà, in primis la libertà di essere ciò che siamo. Ma noi chi siamo? Nell’attesa di scoprirlo cantiamo quello che c’è in mezzo tra l’essere e il non essere, in un mix tragicomico di profondità e leggerezza.
Come riassumeresti in una frase il tema centrale della vostra opera?
“La fragile identità umana”. Non a caso entriamo in scena con delle maschere, rappresentazioni caricaturali di noi stessi, dandoinizio a un gioco straniante e visionario, una sorta di teatrino delle (false) illusioni e della parola creatrice/distruttrice. Quest’ultima è il tema centrale del singolo “Presunti onesti”: un folle elenco, a tempo di valzer, di luoghi comuni e modi di dire che inquinano il nostro linguaggio al limite del grottesco. (Continua…)
Link del videoclip “Presunti onesti”: https://www.youtube.com/watch?v=xSCPQR4oYPk