
Mercoledì 20 novembre alle 16,30 nella sede dell’Istituto italiano per gli studi storici (Palazzo Filomarino, via Benedetto Croce 12, Napoli) si inaugura l’anno accademico 2024-2025. La cerimonia sarà presieduta da Natalino Irti, presidente dell’Istituto. Michele Ciliberto, presidente della Giunta scientifica, illustrerà il programma di corsi, seminari, conferenze e conversazioni del nuovo anno accademico; Marta Herling, segretario generale, presenterà i borsisti e le attività dell’Istituto e Francesca Monateri darà la sua testimonianza di allieva. La prolusione, Per una storia costituzionale dell’Italia repubblicana, sarà tenuta da Enzo Cheli, Accademico dei Lincei, professore emerito di Diritto costituzionale all’Università di Firenze.
L’Istituto fondato nel 1946 da Benedetto Croce con il sostegno di Raffaele Mattioli conserva, salda, la sua vocazione di scuola di studi storici che, sin dalle origini, ha l’obiettivo di formare la futura classe dirigente: quasi 1.400 allievi dalla sua fondazione, oggi docenti universitari di levatura internazionale ed esponenti di rilievo della vita intellettuale, politica e civile. Con l’aumento del numero di borse di studio assegnate per l’anno accademico 2024-2025 – 18 e 8 rinnovi annuali anche grazie al sostegno di Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Raffaele Mattioli per la storia del pensiero economico, Pio Monte della Misericordia, Accademia della Crusca, Università degli studi di Napoli «Federico II» – e del loro importo, l’Istituto conferma il suo impegno di scuola di alta e libera formazione, offrendo corsi annuali di Michele Ciliberto, Andrea Giardina e Flavio Fergonzi destinati agli allievi, seminari tenuti dai borsisti, conferenze, incontri e dibattiti aperti anche alla città. Le attività di formazione, – sono animate dal confronto con personalità del mondo accademico di rilievo nazionale e internazionale.
Negli ultimi anni i contributi pubblici – Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud, Ministero dell’Università e della Ricerca, Ministero della Cultura, Regione Campania – hanno consentito, oltre alla realizzazione dei densi programmi di alta formazione e ricerca e alla pubblicazione di sei collane editoriali e degli «Annali», l’incremento del patrimonio bibliografico, la digitalizzazione di fondi antichi e di documenti d’archivio e l’acquisizione di nuovi spazi per la sede.