
(AGENPARL) – mer 02 ottobre 2024 S O P R I N T E N D E N Z A S P E C I A L E D I R O M A A R C H E O LO G I A B E L L E A R T I PA E S AG G I O
A N N A
M I T O
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R O M A
La fontana di Anna Perenna è stata rinvenuta nel 1999 durante gli scavi per un parcheggio
interrato all’angolo tra piazza Euclide e via Guidubaldo del Monte, nel quartiere Parioli a nord di
Roma. Lo scavo, effettuato ad una profondità compresa tra circa i 6 e i 10 metri dal piano stradale,
ha portato alla luce i resti di una fontana di forma rettangolare, costruita in blocchi di tufo e
mattoni, la cui fronte inglobava una base con la dedica NYMPHIS SACRATIS ANNAE PERENNAE:
ad Anna Perenna e alle Ninfe sacre.
Anna Perenna era un’antica divinità romana delle origini, festeggiata il giorno delle Idi di marzo,
il primitivo Capodanno romano, così come testimoniato da Ovidio nei Fasti. Durante la festa, dal
carattere popolare e sfrenato lungo le sponde del Tevere, in un lucus, un bosco sacro sito lungo
la via Flaminia, uomini e donne si lasciavano andare tra danze, mimi e canti. Ovidio, oltre a
descrivere in modo accurato la festa di Anna Perenna, dà testimonianza anche delle sue origini,
secondo differenti versioni.
La più diffusa è quella che la vede come sorella di Didone, mitica regina di Cartagine, accolta
benevolmente da Enea nel Lazio, ma poi scomparsa nelle acque del fiume Numico, l’amnis
perennis, per le gelosie della moglie di quest’ultimo, Lavinia. Un’altra versione vede in lei
un’anziana della città di Boville che soccorse i plebei romani ribelli assediati sul Monte Sacro nel
494 avanti Cristo, sfamandoli ogni giorno con le sue focacce. Il suo nome potrebbe essere legato
anche alla parola annus, da cui il verbo “perennare” ovvero passare un buon anno dall’inizio alla
fine.
Il ritrovamento della fontana e i rinvenimenti al suo interno, oltre a fornire informazioni su una
divinità delle origini così importante per i romani, hanno permesso di raccogliere molti dati sulla
magia nel mondo antico.
Infatti, se Anna Perenna era identificata come ninfa, dea della fertilità e della rinascita, la fontana
a lei dedicata venne successivamente associata ad attività magiche, come testimoniano gli
oggetti ritrovati nella cisterna retrostante la fontana: 74 lucerne, laminette con incise maledizioni
– le cosiddette defixiones – contenitori di piombo, figurine antropomorfe, un pentolone di rame
(il caccabus) e più di 500 monete. Oggetti che ci permettono anche di datare l’attività di lungo
periodo della fontana: a partire da circa il IV secolo avanti Cristo fino al VI dopo Cristo.
Nella tarda età imperiale vere e proprie maghe professioniste mettevano a disposizione le loro
arti magiche per coloro che ne richiedessero l’intervento contro eventuali nemici o amanti
perduti. I rituali benché avvenissero nel sito della fontana, non è provato fossero ancora in nome
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dell’antica dea. Infatti, sulle laminette, trovate in parte arrotolate e infilate nei beccucci delle
lucerne e in parte sepolte nella cisterna, sono citate varie figure, tra cui il dio egizio Seth, il demone
Abraxas e persino Cristo, ma non figura Anna Perenna.
Gli interessantissimi materiali rinvenuti, oggi conservati e in larga parte esposti al Museo
Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, sono una testimonianza della trasformazione
durante la tarda antichità del paganesimo greco-romano in una religione con elementi di
stregoneria popolare. Tra le iscrizioni sono presenti lettere e caratteri magici, come il noto
palindromo Ablanatanalba.
Le formule di maledizione augurano malattie fisiche, cecità o morte al destinatario. Tra le più
importanti vi sono quella contro il giudice Sura «qui natus est de vulva maledicta» e a cui si augura
la cecità e l’unica defixio che fa riferimento a una maledizione d’amore, rivolta a colui «quem pereo
fantasia», colui che amo fortemente nella mia immaginazione
Le figurine antropomorfe, giunte a noi quasi del tutto intatte, impastate con cera, latte e farina,
erano sigillate ermeticamente all’interno di contenitori in piombo inseriti uno dentro l’altro. A
un’analisi approfondita, hanno rivelato di avere tutte un piccolo osso come scheletro. In alcuni
casi avevano un foro sulla testa e una è avvolta nelle spire di un serpente.
La Fonte di Anna Perenna riapre le sue porte al pubblico con un nuovo progetto museale e di
valorizzazione. Il rinnovato impianto illuminotecnico crea un ambiente immersivo e capace di
evocare l’antica presenza dell’acqua attraverso una luce blu. Sono state inoltre scurite le pareti, è
stato realizzato un intervento di pulitura, il restauro delle murature e la presenza di una luce bianca
radente ha migliorato la leggibilità delle iscrizioni.
È stato eseguito un rilievo 3D delle strutture, anche quelle meno visibili, confluito in un video
divulgativo che, oltre a illustrare le caratteristiche costruttive della struttura, descrive parte degli
oggetti rinvenuti nella fonte. Un progetto aperto, che permetterà nel tempo di realizzare nuovi
video, nuove installazioni e giochi di luce. Sul sito della Soprintendenza è disponibile un podcast
di approfondimento sul culto di Anna Perenna e sul ritrovamento della fontana avvenuto durante
gli scavi tra il 1999 e il 2000.
(ottobre 2024)