
(AGENPARL) – ven 17 maggio 2024 DOTTORATO AD HONOREM IN
SCIENZE DELA TERRA DELLA
VITA E DELL’AMBIENTE A
SANDRA DIAZ
Bologna, 17 maggio 2024
Saluti del Magnifico Rettore
Autorità tutte, care Colleghe e cari Colleghi,
care Studentesse e cari Studenti, Signore e Signori,
un cordialissimo benvenuto a tutte e tutti voi, in questa bella e attesa giornata che ci vede riuniti
intorno a una nuova e illustre dottoranda ad honorem dell’Alma Mater Studiorum: la Prof.ssa
Sandra Díaz, che saluto, a nome di tutto il nostro Ateneo, con profonda gratitudine e ammirazione.
Saluto anche la Prof.ssa Elena Fabbri e il Prof. Alessandro Chiarucci, rispettivamente nuova
Direttrice e Direttore uscente del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali del
nostro Ateneo, che tra poco ci illustreranno le motivazioni che hanno condotto alla cerimonia
odierna.
Quando, per il tramite del Prof. Chiarucci, mi è stato proposto il conferimento di questo titolo ad
honorem, ho accettato e sostenuto con piena convinzione l’iniziativa, sia per l’indiscutibile rilievo
scientifico della studiosa che oggi accogliamo nella nostra comunità, sia per i valori etici e civili che
la Prof.ssa Sandra Díaz ha professato e realizzato attraverso la sua imponente attività scientifica e
istituzionale.
Sono convinto, infatti, che in ogni cerimonia di laurea o dottorato honoris causa noi celebriamo,
insieme all’eccellenza scientifica e culturale di chi riceve il titolo, valori e ideali che vanno oltre
ogni merito individuale e che ci indicano un modello sia per la nostra condotta quotidiana di
ricercatori e di docenti, sia per tutta la nostra istituzione.
Lasciatemi dire che la Prof.ssa Sandra Díaz incarna perfettamente questo modello, perché tutta la
sua attività di ricerca è stata ispirata da ideali e valori che sentiamo profondamente nostri, e che
vorremmo fossero sempre più nostri.
Da questi ideali e valori la nostra dottoranda ad honorem ha tratto risultati importanti e valorizzati
da molte organizzazioni internazionali, che ci fanno riconoscere in lei una portavoce autorevole
dell’ecologia e delle istanze sociali che ne derivano.
La Prof.ssa Fabbri e il Prof. Chiarucci, dopo di me, entreranno nei dettagli. Per parte mia, voglio
menzionare soltanto il concetto di Nature Contribution to People, che è ormai un elemento
centrale nel dibattito ecologico globale; un concetto che evidenzia il legame fra lo studio preciso di
singoli ecosistemi e ben più ampie tematiche di politica economica e sociale.
La Prof.ssa Díaz ha sempre sottolineato il ruolo dei popoli nativi nella conservazione della
biodiversità ed enfatizzato i valori di uguaglianza e giustizia sociale.
Lo sfruttamento delle risorse naturali non può essere appannaggio delle piccole élite. E la
conservazione della biodiversità deve essere anche un atto di giustizia per tutti, le minoranze non
devono essere escluse.
Attraverso i suoi lavori scientifici e il suo impegno pubblico, la Prof.ssa Díaz ha mostrato che la
scienza di base può avere ricadute sociali di grande rilevanza.
Il suo lavoro ci insegna che lo studio di ogni microcosmo fornisce dati utili alla gestione del
complesso macrocosmo in cui viviamo. Troppo spesso, chi è chiamato ad amministrare questo
macrocosmo prende decisioni che prescindono dal contributo della scienza e che obbediscono
soltanto all’agenda politica immediata.
La Prof.ssa Díaz ci insegna che la politica, globale e locale, può imparare moltissimo dall’università
e dalla ricerca libera di cui l’università è la sede naturale.
Non a caso, la nostra dottoranda ad honorem ha meritato il ruolo di membro del Consiglio
Internazionale della Scienza, e nel 2023 è stata nominata dal Segretario generale delle Nazioni
Unite António Guterres quale membro del Comitato consultivo scientifico delle Nazioni Unite.
Ma questi sono solo alcuni dei riconoscimenti pubblici di cui la Prof.ssa Díaz è stata insignita.
L’elenco completo sarebbe molto lungo.
In realtà, vorremmo che l’elenco fosse ancora più lungo, e che vedesse coinvolta ogni nazione e
ogni istituzione internazionale nel riconoscimento di un dato di fatto: se è vero che la ricerca
scientifica deve sempre avere di mira il bene collettivo, la politica dovrebbe avere come compito
fondamentale l’ascolto attento e il coinvolgimento attivo dei ricercatori, che con il loro impegno
quotidiano forniscono dati e concetti fondamentali per politiche che ci riguardano come singoli e
come collettività.