
(AGENPARL) – gio 16 maggio 2024 Si inoltra il seguente comunicato:
Traffico illecito di rifiuti tra la Lombardia e il Trento. Respinta la
richiesta di costituzione di parte civile per rappresentare gli interessi
pubblici
Cinque anni fa, a seguito di segnalazioni ricevute dagli attivisti del
Tavolo Basta Veleni della Leonessa d’Italia, depositavo un’interrogazione
provinciale
per chiedere spiegazioni circa il trasporto sospetto di materiale terroso
contaminato nella discarica per rifiuti non pericolosi di Villa Agnedo. Da
questo atto nascevano verifiche che provavano la presenza di materiale
contaminato all’interno della discarica medesima
laddove non avrebbero dovuto essercene. Oggi a Trento è partito il processo
per il traffico illecito di rifiuti che vede imputati due dirigenti
provinciali e due amministratori della ditta che gestisce la discarica.
Nel tentativo di garantire la massima tutela dell’interesse pubblico verso
la tutela dell’ambiente e della salute ho cercato di costituirmi come parte
civile all’interno del procedimento. Purtroppo la richiesta è stata
respinta per ragioni legate alla riforma Cartabia. Resta il fatto, a mio
avviso scandaloso, che nessuna parte civile sia stata ammessa, a partire da
quegli enti pubblici che in teoria dovrebbero difendere i cittadini ma che
in pratica sembrano molto più interessati a difendere i propri componenti.
Che l’ambiente vada tutelato dalle istituzioni, e con esso la vita dei
cittadini è un dato di fatto che dovrebbe essere assodato. Che il
sottoscritto fosse parte in causa del processo in corso è altrettanto
chiaro. Il coperchio sul conferimento di materiale inquinante nella
discarica di Villa Agendo venne infatti scoperchiato a partire dalla
risposta alla mia interrogazione provinciale. Proprio dalla risposta a
quell’atto il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri aprì un’indagine
che portò all’individuazione di macroscopiche irregolarità nelle procedure
di rilascio delle autorizzazioni ambientali ed incongruenze nel trattamento
dei conferimenti rispetto ai parametri di legge. Secondo le autorità
giudiziarie, tali irregolarità configurerebbero una specifica fattispecie
criminosa nell’ambito ambientale la cui responsabilità è oggetto del
presente processo. Oltre a ciò, a causa di quell’iniziativa, subii violenti
attacchi personali da parte di personaggi politici che avevano un interesse
diretto nell’attività di gestione della discarica. Non solo. A quanto
risulta, un dipendente di Appa avrebbe subito degli atteggiamenti ritorsivi
all’interno dell’agenzia, proprio per aver segnalato delle anomalie nelle
procedure di analisi dei campioni prelevati dalla discarica.
Nel corso del mio mandato misi sotto pressione l’assessore all’ambiente e
le strutture provinciali
affinché adottassero provvedimenti amministrativi in ordine alla revoca
dell’autorizzazione ambientale e avviassero i provvedimenti disciplinari di
rito nei confronti dei dirigenti pubblici coinvolti nella vicenda. Chiesi
inoltre ripetutamente di considerare la costituzione di parte civile
per rappresentare gli interessi pubblici ed ottenere il risarcimento per il
danno ambientale cagionato dai soggetti ritenuti penalmente responsabili.
Tale tentativo risultò però vano: né la Provincia di Trento, né il Comune
di Castel Ivano hanno operato al fine di presentare una richiesta di
costituzione di parte civile. Per riparare questo vulnus, oggi, in via
sostitutiva, come previsto da un’apposita disposizione del testo unico