
(AGENPARL) – gio 02 novembre 2023 *Articolo 33 sancisce ammanco di 4 mila euro l’anno *
*PENSIONI IN FINANZIARIA, TRADIMENTO DI UN PATTO *
*Sordini (AUPI): Decisione che mostra i limiti della classe politica *
“La manovra finanziaria porta con sé il tradimento di un patto. Lo Stato
perde la sua credibilità e la sua capacità di rassicurare i cittadini sul
futuro. Intervenire sulle pensione non con un dispositivo ad hoc, ma con
una legge finanziaria mostra i limiti di un’intera classe politica”. Lo
afferma il Segretario Nazionale AUPI, il sindacato degli Psicologi
italiani, Fabio Sordini.
“L’articolo 33 scombina i piani di chi, in questi anni, si è immaginato in
pensione – prosegue -. Improvvisamente, si troverà con un ammanco medio di
4000 euro annuo solo perché all’articolo 33 si prevede una riduzione del
coefficiente di rivalutazione con evidenti ripercussioni retroattive, ma
c’è, sempre all’interno di provvedimento, qualcosa di più perverso: il
comma 5 afferma che, se per caso dovesse essere più vantaggioso per alcuni,
allora il calcolo verrà effettuato con il metodo precedente. Pertanto, la
necessità di “fare cassa” autorizza a dimenticare quanto fatto in questi
anni dai medici e dai sanitari. Insomma, grazie di tutto ma ora
“attaccatevi”. Ecco, quindi, perché questa misura è da considerarsi iniqua”.
Sordini spiega i motivi dello scoramento da parte del sindacato. “Il
provvedimento riscrive un accordo unilateralmente, senza un preavviso: in
pochi giorni, migliaia di sanitari dovranno rimodulare il loro futuro da
pensionati. Se questa azione fosse stata frutto di un progetto, allora
sarebbe stato necessario mettere nella condizione i sanitari di cautelarsi,
con un ulteriore pensione integrativa. Invece, la norma introduce il
concetto che lo Stato può cambiare i patti e quindi qualsiasi cosa si firmi
con esso non può essere più considerata attendibile e affidabile. Uno Stato
di cui non ti puoi fidare, che è pronto a sacrificare una categoria che,
fino a qualche mese fa, veniva considerata formata da eroi”.
“Uno Stato che vuole dividere colpendo una parte della società che poi avrà
modo di screditare con termini come fannulloni o privilegiati – accusa il
Segretario Nazionale AUPI -. Un’azione miope che vedrà i medici uscire dal
sistema sanitario, e che incentiverà ancora di più all’esodo, portando la
generazione dei pensionabili al “si salvi chi può” ovvero cerco di uscire
immediatamente dal sistema per salvarmi la pensione. Un sistema che sta
impoverendo il SSN e, pian piano, lo sta traghettando verso il sistema
privatistico. Evviva l’Italia, evviva il business”.
“AUPI, assieme alla FASSID, sta adoperandosi perché l’Intersindacale della
Dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria organizzi, al più presto, azioni
di protesta fino allo sciopero generale per questo provvedimento assurdo ed
iniquo per chi lavora nella Sanità – si conclude la disamina di Sordini -,
settore qualificante di una società civile assieme alla scuola, anch’essa
penalizzata e già duramente provata per insufficienti mezzi e risorse
professionali che questo Governo, fino ad ora, non ha garantito”.
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