
(AGENPARL) – lun 29 maggio 2023 *GLI ATTI DEL PROCESSO DEL VAJONT RESTINO A BELLUNO*
*Il senatore Marco Dreosto ha chiesto un incontro con il presidente La
Russa*
*Si discuterà anche delle carte della commissione Rubinacci e della legge
sull’incuria*
*Gli atti processuali del Vajont restino a Belluno.* Lo ha ribadito il
senatore della Lega *Marco Dreosto* che sul tema ha chiesto un colloquio
urgente con il presidente di palazzo Madama, *Ignazio La Russa.* Nei giorni
scorsi si è rinfocolato un certo dibattito attorno alle carte del
procedimento penale che venne celebrato a L’Aquila nei confronti degli
imputati del disastro del 9 ottobre 1963. Salvati miracolosamente dal
terremoto che sconvolse il capoluogo abruzzese, nel 2010 i faldoni sono
stati trasferiti all’archivio di Stato di Belluno. Ora gli stessi
potrebbero riprendere la via de L’Aquila dove nel frattempo sono stati
allestiti nuovi spazi. *Dreosto ha già chiesto a La Russa che a questa
documentazione sia aggiunta quella conservata al Senato e relativa alla
così detta “commissione d’inchiesta Rubinacci”: si tratta dei lavori e
delle relative conclusioni a cui giunse un gruppo di parlamentari,
investiti per legge del compito di indagare sulle cause della tragedia. *“*Ho
già avuto modo di interloquire con il presidente su questa proposta che
vedrebbe uniti in un unico luogo due pezzi di memoria storica tra loro
complementari* – ha spiegato il segretario regionale della Lega del Friuli
Venezia Giulia -. *Certo è che la sede naturale di questo corposo materiale
appare proprio Belluno. Tra l’altro pochi giorni fa i fascicoli del
processo del Vajont sono stati inseriti dall’Unesco in uno speciale elenco
di beni dell’Umanità. Sarebbe l’occasione per estendere la tutela anche
alle carte della commissione Rubinacci e metterle a disposizione delle
comunità locali*”. Durante il faccia a faccia con La Russa, Marco Dreosto
solleciterà pure un’accelerazione dell’iter di discussione del disegno di
legge che punta a cancellare la parola “*incuria*” da una normativa del
2011. La disposizione istituisce la giornata della memoria ma si riferisce
alle catastrofi “provocate dall’incuria umana”. “*E’ un vocabolo che
offende la sensibilità dei superstiti e la sua cancellazione dovrebbe
avvenire prima del 9 ottobre quando a Longarone e alla diga di Erto e Casso
arriverà anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per onorare il
sessantesimo anniversario della sciagura*”, ha rilevato il parlamentare del
Carroccio.