
(AGENPARL) – lun 11 luglio 2022 Sicurezza: il 78% delle abitazioni ha un impianto elettrico non a norma
Lo conferma un sondaggio effettuato dal Circolo degli Elettricisti illuminati, un gruppo di 370 elettricisti che “combatte” per migliorare la sicurezza casalinga.
Ecco il vademecum per non correre più rischi.
Fili volanti o coperti da nastro isolante, cavi scorticati, prese cotte. E ancora, ronzii provenienti dal quadro elettrico, prese annerite, sovraccarichi, corto circuiti, cattivi e falsi contatti, sovratensioni, problemi agli interruttori. Sono solo alcune delle tante, troppe, situazioni di pericolo in cui ci troviamo ogni giorni nelle nostre case.
E’ quanto emerge da un recente sondaggio effettuato dal “Circolo degli elettricisti illuminati”, un gruppo di 370 elettricisti che “combatte” per migliorare la sicurezza nelle abitazioni e che ha effettuato un sondaggio, monitorando oltre 7.000 appartamenti. E i dati non sono affatto rassicuranti. Emerge, infatti, un quadro a tinte fosche con ben il 78% delle case italiane risultate, dopo un sopralluogo, con l’impianto non a norma o comunque non a perfetta regola d’arte.
“Purtroppo all’utilizzatore medio importa solamente che azionando l’apposito interruttore si accenda la lampadina”, spiega Alessio Piamonti, fondatore del circolo. “Ciò che manca è proprio la cultura delle manutenzioni. Cerco sempre di spiegarlo facendo l’esempio dei tagliandi delle auto che vanno ripetuti regolarmente. Però la maggior parte dei clienti chiama quasi sempre quando ormai il danno è stato fatto. Per questo abbiamo stilato un vademecum per aiutare le famiglie italiane a evitare spiacevoli incidenti domestici”.
E, ancora, oltre la metà degli appartamenti di nuova costruzione o ristrutturati da poco presentano un impianto elettrico in cui permane almeno uno fra i seguenti rischi: sovraccarico / cortocircuito / incendio / folgorazione.
Gli impianti non a norma in Italia hanno provocato ben 30mila incidenti domestici mortali, ben 6mila sono quelli provocati dalla corrente elettrica. Tutte tragedie provocate da impianti non a norma e da tecnici spesso impreparati. La luce, insomma, uccide nelle nostre case tre volte più del gas. Non solo un impianto elettrico non a norma può essere pericoloso per la sicurezza della famiglia, ma consuma anche di più.
Vediamo quali sono i consigli principali contenuti nel Vademecum del Circolo degli elettricisti illuminati:
Testare periodicamente il salvavita. “Per gli impianti vecchi l’assenza di impianto di terra è un rischio elevatissimo che l’eventuale salvavita (interruttore differenziale) mitiga solo in parte”, spiega Alessio Piamonti. “Occorre insegnare ai clienti almeno a provare periodicamente il salvavita con l’apposito tasto di prova ricordando che questa precauzione, da sola, potrebbe non garantire la piena sicurezza dell’utente. Senza un idoneo impianto di terra, infatti, il rischio di folgorazione permane”.
Se il salvavita scatta spesso, è probabile ci sia una dispersione pericolosa, quindi è il caso di far controllare il proprio impianto da un elettricista professionista che risolva il guasto senza bypassare il salvavita come purtroppo capita ancora di vedere.
Insomma, spendere poche centinaia di euro all’anno per far verificare l’impianto a un esperto, soprattutto gli interruttori differenziali e l’impianto di messa a terra, è fondamentale per evitare che qualcuno ci resti secco.
Gli adattatori/riduttori sono pericolosi. “Per gli impianti vecchi la scarsità di prese, comporta l’uso smodato di adattatori multipli – spiega Alessio Piamonti – Insegnare ai clienti a limitare l’uso di riduttori/adattatori per spine/prese, soprattutto se usati per collegare elettrodomestici energivori è molto importante”.
Una cosa che capita spesso è l’interruttore magnetotermico da 20 A (quindi sovradimensionato) che protegge prese che sono concepite per un massimo di 16 A. Questo può portare a folgorazione, sovraccarico, incendio. E’ bene anche insospettirsi in caso di abbassamento della luce quando si attiva un carico importante come il forno, la lavatrice o il piano a induzione”.Se la spina non entra nella presa, non va forzata. “Le spine schuko (tedesche) non devono essere forzate – continua Alessio Piamonti – per entrare nelle prese bipasso (perdendo così anche la messa a terra).
Far effettuare un controllo almeno ogni 5 anni dell’impianto elettrico utilizzando strumenti professionali che rilascino un report dettagliato sui valori riscontrati.
Attenzione ai coperchi delle cassette di derivazione con segni di calore, prese e spine che hanno accoppiamento lento, impianti a vista nelle vecchie abitazioni con segni di usura molto evidenti.
Conoscere quanti kW può erogare il proprio contatore e far verificare se le protezioni in essere sono adeguate a scongiurare problemi di sovraccarico. “Bisogna far verificare che i cavi presenti nell’impianto siano adeguati alle potenze in gioco e che almeno non siano propaganti l’incendio, ma auto estinguenti – sottolinea Piamonti -”E ancora: non mettere stracci e giornali vicino alle lampade; staccare la spina degli elettrodomestici quando si puliscono; controllare i cavi che non siano spellati (ad es. quelli del ferro da stiro) ed evitare ciabatte con troppi elettrodomestici inseriti; nastro isolante al posto di morsetti isolati nelle scatole di derivazione, prolunghe lunghissime per casa con sezione troppo piccola. Insomma la lista delle cose da controllare, per la nostra sicurezza, è davvero lunga.
“Bisogna anche insospettirsi per un quadro elettrico molto caldo, inoltre si deve evitare di installare apparecchi elettrici in zone pericolose (es. lavatrice non a distanza di rispetto dalla doccia).
Quando si compra un immobile sarebbe opportuno chiedere copia delle dichiarazioni di conformità degli impianti.
Ma fra le cose più importanti è far mettere mano all’impianto elettrico a persone qualificate. “A un impianto anche se nuovo va fatta regolare manutenzione – conclude Piamonti – al minimo malfunzionamento fare intervenire subito il tecnico che deve essere, cosa molto importante, un elettricista abilitato. Insomma, il consiglio è: non chiamate il cugino del cugino”.
