
(AGENPARL) – Wed 15 October 2025 (ACON) Trieste, 15 ott – “Il Piano regionale delle attivit?
estrattive giunge oggi a un passaggio decisivo del suo percorso.
Si tratta di un traguardo importante che arriva al termine di un
lavoro complesso e strutturato, frutto di un confronto continuo
con i portatori di interesse, dalle associazioni di categoria del
settore alle amministrazioni locali, e di un iter rigoroso di
valutazione ambientale strategica (Vas) e di valutazione di
incidenza (Vinca). Nasce dalla volont? di coniugare sviluppo
economico e tutela del territorio, offrendo al settore estrattivo
un quadro chiaro e moderno, in grado di garantire regole certe
per chi opera e, al tempo stesso, salvaguardare l’ambiente e il
consumo di suolo”.
Lo ha detto l’assessore regionale Fabio Scoccimarro durante la
seduta della IV Commissione, presieduta da Alberto Budai (Lega),
chiamata ad esprimere un parere sul Piano regionale delle
attivit? estrattive (Prae), un documento di oltre cento pagine
che definisce le regole per il futuro del settore minerario e
delle cave sul territorio del Fvg. Su richiesta di vari
consiglieri, la Commissione ha per? deciso di rinviare il parere
per consentire ulteriori approfondimenti.
“Il Prae – ha sottolineato Scoccimarro – guarda al futuro e
definisce con chiarezza dove e come sar? possibile operare,
secondo criteri di sostenibilit? e responsabilit? condivisa”.
Previsto dalla legge regionale 12 del 2016 – ? stato spiegato in
Commissione – il nuovo Piano sostituisce la precedente normativa
ormai superata, introducendo regole pi? precise sulla durata
delle coltivazioni, sui volumi e sulle aree ammissibili. Un
aspetto centrale riguarda, infatti, il monitoraggio costante
delle autorizzazioni e dello stato di avanzamento dei progetti:
“Per ciascun ambito e materiale vengono analizzate le volumetrie
tramite soglie e indicatori, i cosiddetti ‘semafori’, in modo da
garantire uno sfruttamento equilibrato delle risorse ed evitare
un’eccessiva concentrazione di cave o il rilascio di nuove
concessioni prima del completamento di quelle in corso. Sono
state fissate due soglie principali: una stabilisce quando ?
possibile proporre nuove aree estrattive in un determinato
ambito, l’altra quando ? consentito richiedere autorizzazioni in
aree gi? attive”.
Il Piano fotografa, inoltre, l’intero patrimonio minerario
regionale, distinguendo cinque ambiti idrografici e quattro
principali categorie di materiali: argilla per laterizi, pietre
ornamentali, calcari e gessi, sabbie e ghiaie. “Attualmente in
Friuli Venezia Giulia – ha specificato l’assessore – sono
operative 69 cave: un comparto che, pur non essendo predominante,
riveste un ruolo significativo per l’economia regionale,
generando occupazione e indotto. Con il Prae, la Regione sceglie
di non lasciare questo settore al caso, ma di guidarlo con
responsabilit?”.
“Grande importanza – ? stato evidenziato – viene attribuita anche
alla riqualificazione delle cave dismesse, spesso abbandonate
dopo decenni di attivit?. Il Prae introduce procedure
semplificate per favorire il recupero ambientale e paesaggistico
di tali aree, anche attraverso la partecipazione di soggetti
privati, promuovendo progetti di rinaturalizzazione o di
riutilizzo per finalit? culturali, didattiche e
turistico-ambientali. Vengono valorizzati, inoltre, i materiali
strategici come il marmorino, un carbonato di calcio purissimo
estratto a Caneva e Sacile, considerato una risorsa chiave per
l’industria, ed ? incentivato l’utilizzo di aggregati riciclati e
materiali alternativi provenienti da demolizioni, in coerenza con
i Criteri ambientali minimi (Cam)”.
Tra le innovazioni pi? significative presenti nel documento,
figura la creazione di una piattaforma digitale regionale che
consentir? di consultare mappe aggiornate delle aree estrattive
attive e interdette, verificare i volumi autorizzati ed
effettivamente estratti e monitorare il rispetto dei limiti
fissati dal piano. “Il Prae – ? stato sottolineato – sar?
sottoposto a verifiche periodiche, con cadenza compresa tra uno e
cinque anni, per monitorare l’efficacia delle azioni e introdurre
eventuali correttivi”.
Nel corso del dibattito in Commissione, Marco Putto (Patto per
l’Autonomia-Civica Fvg) ha chiesto “un maggiore coinvolgimento
dei Comuni e degli operatori nella fase di pianificazione, per
evitare possibili blocchi attuativi” e ha invitato “a favorire la
concorrenza tra nuovi e storici cavatori”.
L’esponente del Pd Nicola Conficoni ha suggerito “di valutare
l’impiego della ghiaia proveniente dagli sghiaiamenti degli
invasi in alternativa all’apertura di nuove cave, perch? tale
pratica permetterebbe di recuperare materiali utili e contribuire
al miglioramento della sicurezza idraulica”.
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha riconosciuto “la complessit?
del lavoro svolto dopo dieci anni di attesa”, ma ha evidenziato
alcune criticit?, in particolare “la necessit? di prevedere
misure pi? incisive di mitigazione ambientale, soprattutto
rispetto al traffico dei mezzi pesanti, l’importanza di
rafforzare il ruolo dei Comuni, anello debole nella gestione
delle cave, e garantire un maggior controllo sulle fideiussioni a
tutela dei ripristini ambientali”.
Per Marko Pisani (Ssk), “? positiva la scelta di non collocare
nuove aree estrattive in prossimit? di centri abitati, scuole o
zone sensibili”. Il consigliere ha proposto “di estendere a
dodici mesi i tempi per l’adeguamento dei piani comunali e di
valutare l’inserimento di ulteriori materiali strategici, come la
pietra Repen”.
Lucia Buna (Lega), esprimendo “apprezzamento per il percorso di
condivisione intrapreso con gli operatori del settore”, ha
invitato la Regione a “sostenere i sindaci nel dialogo con i
cittadini nella gestione dei progetti, in particolare nei
territori pi? esposti agli impatti delle attivit? estrattive”.
Sulla stessa linea anche Rosaria Capozzi (M5s), che ha ribadito
la “necessit? di informare in modo trasparente i cittadini su
opere che possono avere un impatto sul territorio” e ha chiesto
“chiarimenti sullo stato di operativit? del sistema di
monitoraggio”.
Secondo Diego Moretti (Pd) “? importanteche venga concesso pi?
tempo ai Comuni per adeguare i propri strumenti urbanistici,
tenuto conto della carenza di personale tecnico”. Il capogruppo
dem ha poi chiesto chiarimenti sui “criteri di individuazione dei
materiali strategici, un maggiore coinvolgimento dei Comuni e
ulteriori valutazioni sulle escavazioni e sulla gestione degli
alvei fluviali”.
Igor Treleani (FdI) ha chiesto sulle procedure di riconoscimento
dei materiali strategici, sollevando il tema degli oneri di
ricerca e coltivazione, ritenendo “troppo basse le tariffe
attualmente in vigore” e proponendo quindi di “rivederle per
garantire compensazioni pi? eque ai territori interessati”.
In replica, l’assessore Scoccimarro ha ricordato che “le tariffe
e gli oneri per le attivit? estrattive sono gi? disciplinati
dalle norme vigenti e che ? in corso un lavoro di aggiornamento
del regolamento per bilanciare l’impatto sugli operatori e i
benefici per i Comuni”. Ha, inoltre, spiegato che “le
prescrizioni relative agli impiatti ambientali vengono stabilite
nei procedimento di Vas” e che “il Prae definisce solo il quadro
generale, mentre ogni intervento sar? valutato singolarmente”.
“Questo Piano – ha concluso – ? una scelta di prospettiva e di
equilibrio: non ? solo uno strumento tecnico, ma una vera e
propria linea politica per la gestione sostenibile delle risorse
estrattive”.
ACON/SM-rcm
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