
(AGENPARL) – Tue 14 October 2025 Fercargo: “La direttiva europea su pesi e dimensioni dei camion mette a rischio infrastrutture e cittadini”
Il negoziato europeo sulla revisione della direttiva Pesi e Dimensioni rischia di produrre effetti devastanti per il nostro Paese. L’Italia, con una rete stradale fragile e un sistema ferroviario che ha beneficiato di ingenti investimenti pubblici, non può permettersi un provvedimento che aumenterebbe i rischi per le infrastrutture e vanificherebbe gli obiettivi di trasferimento modale su ferrovia.
«Non si tratta di una battaglia tra ferrovia e strada – sottolinea Fercargo, che rappresenta circa i tre quarti delle imprese ferroviarie merci italiane – ma di difendere l’interesse generale dei cittadini e la sicurezza del Paese. Ponti, gallerie e viadotti italiani non sono progettati per sostenere mezzi più lunghi e pesanti. L’impatto in termini di usura delle infrastrutture sarebbe enorme, così come il rischio di incidenti e congestione nelle aree urbane e sulle strade secondarie».
Secondo Fercargo, la direttiva così come formulata minaccia di neutralizzare gli investimenti miliardari del PNRR destinati alla ferrovia, già oggi in difficoltà a mantenere la propria quota di mercato. Liberalizzare veicoli più grandi e pesanti senza possibilità per le autorità nazionali di introdurre reali limitazioni significherebbe compromettere la competitività delle imprese italiane e spingere ulteriormente traffici dalla ferrovia alla strada.
«Chiediamo al Governo di riconsiderare con urgenza la posizione italiana e di aprire un confronto con il settore – conclude Fercargo – perché la direttiva, così com’è, non solo indebolisce la ferrovia, ma mette a rischio la sicurezza delle infrastrutture e la salute dei cittadini, andando contro gli stessi obiettivi ambientali ed economici dell’Unione Europea».
Nota agenzia di stampa
Fercargo lancia l’allarme sulla revisione europea dei pesi e dimensioni dei camion: “Il negoziato europeo sulla direttiva Pesi e Dimensioni rischia di avere conseguenze gravissime per il nostro Paese. L’Italia dispone di un’infrastruttura stradale fragile, con ponti, gallerie e viadotti che non possono sostenere l’aggravio di mezzi sempre più pesanti e lunghi. Allo stesso tempo, l’introduzione generalizzata dei mezzi modulari da 44 tons e 26 m di lunghezza vanificherebbe gli investimenti miliardari del PNRR destinati alla ferrovia, rendendo irraggiungibili gli obiettivi europei di crescita del trasporto ferroviario merci al 2030 e al 2050. Non è una battaglia corporativa: è la difesa dell’interesse nazionale, della sicurezza dei cittadini e di un equilibrio dei trasporti coerente con le politiche ambientali e industriali dell’Unione. Per questo chiediamo al Governo di riconsiderare con urgenza la posizione italiana e di aprire un confronto vero con il settore.”