
(AGENPARL) – Wed 24 September 2025 Banche, Barbera (PRC): “I profitti dell’ultimo triennio smentiscono
Patuelli. 112 miliardi di euro non sono un’opinione”
“Le dichiarazioni del presidente dell’ABI Antonio Patuelli, secondo cui “le
banche non hanno rendite di posizione”, sono una mistificazione che offende
milioni di cittadini alle prese con mutui insostenibili, conti in rosso e
stipendi da fame. Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale di
Rifondazione Comunista, replica: “Patuelli può raccontare quello che vuole
nei salotti televisivi, ma i bilanci bancari lo smentiscono clamorosamente.
Nel 2024, le banche italiane hanno incassato utili netti per 46,5 miliardi
di euro. Non è un refuso: quarantasei miliardi e mezzo. E nel triennio
2022–2024 hanno accumulato oltre 112 miliardi di profitti. Se questo non è
rendita, allora il capitalismo ha cambiato vocabolario.”
Barbera incalza: “Questi profitti non derivano da investimenti produttivi o
da rischi assunti. Sono il frutto diretto dei rialzi dei tassi d’interesse
imposti dalla BCE, che hanno gonfiato i margini bancari mentre le famiglie
venivano stritolate dall’inflazione. Le banche hanno guadagnato senza fare
nulla, se non prestare denaro a condizioni sempre più onerose. È la
definizione stessa di rendita di posizione. E Patuelli lo sa benissimo.”
Secondo l’esponente di Rifondazione Comunista, il problema non è solo
economico, ma politico. “Mentre si tagliano i servizi pubblici, si
precarizza il lavoro e si criminalizza il dissenso sociale, il sistema
bancario accumula profitti record e pretende pure di passare per vittima. È
una narrazione tossica, utile solo a giustificare l’assenza di una tassa
sui sovraprofitti e a proteggere gli interessi di chi specula sulla crisi.”
Barbera conclude: “Le banche italiane hanno fatto profitti stellari mentre
la gente faceva i conti con bollette, mutui e stipendi da fame. Se Patuelli
vuole negare l’evidenza, lo faccia pure. Noi continueremo a chiamare le
cose col loro nome: rendita, speculazione, ingiustizia. E continueremo a
batterci per una tassa vera sui sovraprofitti bancari, non per le carezze
fiscali che il governo Meloni continua a regalare ai soliti noti.”
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