
(AGENPARL) – Mon 11 August 2025 «Ricordare Paolo Giaccone, oggi, non è un atto formale né un semplice
dovere istituzionale: è una necessità morale.
L’11 agosto 1982 non fu solo l’ennesimo delitto di mafia. Fu un gesto di
sfida brutale contro la libertà della scienza, contro l’autonomia della
coscienza, contro l’idea che esista un limite invalicabile oltre il quale
nessun potere può spingersi.
Paolo Giaccone non era un eroe in cerca di gloria. Era un uomo rigoroso,
che faceva bene il proprio lavoro e che credeva che la verità non fosse
negoziabile. Per questo è stato ucciso.
L’omicidio tra i viali del Policlinico voleva rappresentare un messaggio di
paura da parte della mafia. Ma, a distanza di 43 anni, quel messaggio è
fallito. È fallito perché il nome di Paolo Giaccone oggi è inciso nella
memoria di questa città, non come simbolo di morte, ma come testimonianza
viva di dignità e coerenza».
Lo dichiara il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
Antonella Di Maggio
Ufficio Stampa
Comune di Palermo