
(AGENPARL) – Tue 15 July 2025 **Maleodoranze, per combatterle Arpat si dota del ‘naso elettronico’**
Il nuovo strumento per il monitoraggio dei disturbi olfattivi – IOMS
(Instrumental Odour Monitoring System), soprannominato ‘naso elettronico’,
in dotazione ad ARPAT – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale
della Toscana – grazie ad un progetto realizzato in collaborazione con
l’Università degli Studi di Firenze -, è stato presentato questa mattina,
15 luglio, alla presenza dell’assessora regionale all’ambiente Monia Monni
e del direttore di ARPAT Pietro Rubellini.
Il problema dei cattivi odori, spesso legati alla prossimità tra aree
residenziali e zone industriali o artigianali, è una delle criticità
ambientali più frequentemente segnalate in Toscana, acuito dall’espansione
urbana che, nel tempo, ha avvicinato le abitazioni a siti produttivi
originariamente isolati. Non tutti i cattivi odori sono collegabili a
rischi tossicologici ma le molestie olfattive incidono negativamente sulla
qualità della vita delle persone interessate.
“Il tema delle molestie olfattive – ha detto l’assessora regionale
all’ambiente e all’economia circolare Monia Monni – è una delle criticità
più sentite e segnalate dai cittadini, che incide in modo concreto sul
benessere quotidiano delle persone e delle comunità. La qualità dell’aria
e la vivibilità dei nostri territori sono priorità strategiche per le
politiche ambientali della Regione, che ha scelto insieme ad ARPAT di
dotarsi delle tecnologie più avanzate nel monitoraggio e nella misurazione
degli odori. Stiamo investendo in strumenti innovativi come i laboratori di
olfattometria dinamica e sistemi di monitoraggio strumentale, capaci di
rilevare e valutare scientificamente la presenza e l’intensità delle
emissioni odorigene”. “Il nostro obiettivo – ha concluso – è quello di
essere tra le Regioni più all’avanguardia in questo ambito, non solo per
rispettare gli standard normativi nazionali ed europei, ma per dare delle
risposte concrete ai cittadini, che quotidianamente vivono situazioni di
difficoltà”.
Pietro Rubellini, direttore di Arpat, ha sottolineato che “questo strumento
rappresenta una svolta tecnologica, infatti la scienza degli odori, negli
ultimi anni, ha segnato importanti progressi anche grazie agli algoritmi,
che hanno reso possibile il riconoscimento del mix di odori. Un chiaro
esempio della portata innovativa di questi strumenti si ha in campo medico,
dove, attraverso respirometri accoppiati a nasi elettronici, si è reso
possibile diagnosticare precocemente importanti malattie, come il tumore
del polmone, senza esami invasivi”. “Anche in ambito ambientale – ha
proseguito Rubellini – questa strumentazione migliorerà il lavoro di
ARPAT, che si è basato, fino ad oggi, soprattutto sulla conoscenza del
territorio da parte del personale tecnico, sulle segnalazioni dei
cittadini, vere e proprie ‘sentinelle’ delle molestie olfattive e su
campagne di rilevamento con il coinvolgimento attivo della popolazione nel
monitoraggio degli odori, come accaduto in zone limitrofe alla SILO di
Firenze o all’area Picchianti di Livorno”. “Con l’introduzione del naso
elettronico – ha concluso il direttore – questo approccio entra in una
nuova era”.
Lo strumento, IOMS (Instrumental Odour Monitoring System), aspirando
l’aria, è in grado di rilevare in tempo reale, grazie alle sue
peculiarità tecniche, la cosiddetta ‘impronta odorigena’, ovvero il mix
di sostanze responsabili dei cattivi odori, permettendo di identificare
rapidamente la fonte dell’emissione. Superata una determinata soglia di
intensità olfattiva, il dispositivo attiva automaticamente un
campionatore, accessorio, che raccoglie l’aria in apposite sacche. Queste
vengono, poi, analizzate in laboratorio da un gruppo selezionato di
persone, che, con un olfattometro dinamico, quantificano le sostanze
odorigene presenti nelle sacche. La Norma UNI EN 13725 stabilisce che
l’impatto odorigeno è valutato in base ai dati di concentrazione di odore
espressi in unità odorimetriche o olfattometriche al metro cubo (ouE/m3)
che rappresentano il numero di diluizioni necessarie affinché il 50% degli
esaminatori non avverta più l’odore del campione analizzato. Infine, un
sistema di hardware e software gestisce e elabora tutti i dati raccolti.
Attualmente, il naso elettronico è stato addestrato per riconoscere la
miscela di sostanze emesse (profilo olfattivo) durante la produzione di
conglomerati bituminosi ed asfalti, ma l’obiettivo è quello di espandere
progressivamente la sua capacità di riconoscere profili olfattivi
provenienti da differenti impianti produttivi (ad esempio: discariche,
impianti di trattamento rifiuti, impianti di compostaggio, raffinerie,
impianti di trattamento acque, depuratori e molti altri impianti
industriali).
Il sistema non solo renderà più efficiente il lavoro degli operatori
ARPAT, ma fornirà dati oggettivi che potranno essere utilizzati per
aggiornare le autorizzazioni ambientali già rilasciate o, in caso di
necessità, per modificare quelle esistenti, con prescrizioni più
stringenti per le aziende che producono odori molesti.