
(AGENPARL) – Thu 10 July 2025 Direzione Generale
Ufficio Stampa
AOU Sassari
Comunicato n. 0059/2025/US
COMUNICATO STAMPA
Un rilevatore di vene a infrarossi per i pazienti dell’Oncologia
Questa mattina, al day hospital del Santissima Annunziata, la donazione del Rotary Club
di Porto Torres. L’apparecchio utile per evitare tentativi multipli di punture e ridurre fastidi e
dolore per i pazienti
Sassari 10 luglio 2025 – Un piccolo dispositivo, facile da usare, che aiuta medici e
infermieri a individuare subito le vene. È il rilevatore a infrarossi donato questa mattina
dal Rotary Club Porto Torres al day hospital di Oncologia medica dell’Aou di Sassari.
Lo strumento proietta sulla pelle un’immagine amplificata in tempo reale del percorso dei
vasi sanguigni. In questo modo è più semplice effettuare prelievi, infusioni o medicazioni,
evitando tentativi multipli e riducendo fastidi e dolore per i pazienti.
Alla consegna erano presenti il presidente uscente del club, Fernando Ruberti, e Paolo
Pinna. Ad accoglierli, il commissario straordinario dell’Aou Mario Carmine Palermo, la
direttrice sanitaria Lucia Anna Mameli, Marina Iole Crasti direttrice della struttura Affari
generali che ha curato la pratica della donazione, il direttore dell’Oncologia
medica Alessio Aligi Cogoni e la coordinatrice infermieristica del day hospital, Maria
Paola Lella.
Il dispositivo è utile soprattutto per pazienti oncologici sottoposti a terapie frequenti, per chi
ha vene molto sottili o per chi presenta difficoltà vascolari legate all’obesità.
«Assieme ad altri 16 club della Sardegna – ha spiegato Fernando Ruberti – abbiamo
deciso di raccogliere i fondi per acquistare uno strumento davvero utile. Il nostro motto,
servire al di sopra di ogni interesse personale, ci ha guidato in questa scelta, con l’idea
concreta di rendere meno faticosi i trattamenti per i pazienti».
Il commissario straordinario Mario Carmine Palermo ha voluto sottolineare il valore del
gesto:«Le donazioni verso le strutture dell’Aou di Sassari stanno crescendo. È un segnale
forte: i cittadini sentono questa azienda ospedaliera sempre più vicina, sempre più loro.
Donare uno strumento come questo significa migliorare davvero la qualità delle cure e
mostrare una grande attenzione verso chi affronta momenti delicati».
«È un dispositivo che i nostri infermieri useranno ogni giorno – ha detto Alessio Cogoni –
soprattutto nei casi in cui le vene non sono facilmente individuabili, come capita spesso
nei pazienti sottoposti a cicli di chemioterapia».
Un contributo che migliora anche l’esperienza dei pazienti, come ha ricordato la
dottoressa Maria Paola Lella. «Con questo strumento – ha detto – potremo intervenire con
più precisione, limitando il disagio. È un aiuto concreto per offrire un’assistenza più
attenta».
La donazione rappresenta così un esempio concreto di collaborazione tra territorio e
sanità pubblica, che si traduce in gesti semplici ma efficaci.
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