
La Corte della Bosnia-Erzegovina ha rilasciato oggi una dichiarazione ufficiale a seguito della decisione di revocare la detenzione del Presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, adottata il 3 luglio 2025. La dichiarazione arriva a causa del crescente interesse dell’opinione pubblica sull’evoluzione del caso.
Secondo quanto comunicato, il 4 giugno 2025, Dodik si è presentato volontariamente alla Procura della Bosnia-Erzegovina, dove è stato interrogato in merito alle accuse di attentato all’ordine costituzionale. Successivamente, la Procura ha richiesto alla Corte la revoca della misura di custodia cautelare, proponendo al contempo misure interdittive alternative.
“La Corte ha esaminato la proposta in udienza e ha accolto la richiesta della Procura: la detenzione è stata revocata e sono state imposte misure che vietano a Dodik di presentarsi periodicamente presso un’autorità statale”, si legge nella nota.
La Corte ha chiarito che, in questa fase del procedimento, il suo ruolo è limitato al controllo della legalità delle azioni investigative proposte dalla Procura, senza entrare nel merito dell’indagine stessa.
“Il pubblico ministero è l’unico competente a condurre l’indagine e a determinare le azioni procedurali da intraprendere. Il tribunale decide soltanto sulle misure che richiedono un intervento giuridico, come le limitazioni alla libertà personale dei sospettati”.
Questa decisione annulla di fatto il mandato di arresto precedentemente emesso contro Dodik e ha generato numerose reazioni nella Republika Srpska, dove il caso è visto come parte di una più ampia questione di percezione di giustizia e politicizzazione del sistema giudiziario.
Molti si domandano ora se, dopo questo passo, sia possibile ripristinare l’indipendenza, la legalità e l’equilibrio nella magistratura bosniaca, la cui neutralità è spesso messa in discussione in contesti ad alta tensione politica.