
Durante la commemorazione del 33° anniversario del massacro di 3.267 civili serbi nella regione di Bratunac, il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha lanciato un duro atto d’accusa contro la politica di Sarajevo, accusandola di proteggere i responsabili dei crimini contro il popolo serbo e di negare giustizia alle vittime.
“Sono stati uccisi nelle loro case, sulla soglia di casa, mentre dormivano, spesso durante le feste religiose. Nessun villaggio è stato risparmiato, da Zalazje a Kravica. Questo è stato fatto da musulmani, guidati da Naser Orić, con determinazione e crudeltà”, ha dichiarato Dodik.
Il Presidente ha evidenziato come, dopo decenni, non ci siano ancora sentenze per le migliaia di civili serbi uccisi, nonostante siano noti sia i nomi delle vittime che quelli degli autori.
“Oggi la Sarajevo politica protegge quei criminali. Perché se si facesse luce su questi crimini, anche quanto accaduto a luglio 1995 verrebbe visto sotto una luce diversa”, ha detto Dodik, riferendosi implicitamente agli eventi di Srebrenica, che la comunità internazionale ha qualificato come genocidio.
Dodik ha inoltre respinto la narrazione dominante su Srebrenica:
“Vogliono far sembrare che in soli sette giorni sia stato commesso un genocidio. Ma a Potočari sono sepolte persone morte durante l’intera guerra. È una costruzione falsa, usata per etichettare l’intero popolo serbo. E noi non accettiamo questa etichetta”, ha affermato con forza.
Ricordando che tutti i serbi accusati di crimini sono stati condannati, Dodik ha denunciato l’assenza di processi per i crimini contro i serbi:
“Nessuno è stato perseguito per quei crimini. L’Aja ha ignorato questa parte della storia. Anche quando Orić è stato portato davanti alla giustizia, non è bastato.”
Nel suo intervento, Dodik ha anche espresso empatia per il dolore delle madri musulmane, sottolineando di non voler equiparare le sofferenze, ma di voler mantenere viva la memoria delle vittime serbe.
“Mi addolora la sofferenza del mio popolo, ma comprendo anche il dolore delle madri musulmane. Continueremo a commemorare e a ricordare.”
Infine, in vista delle commemorazioni previste a Srebrenica nei prossimi giorni, Dodik ha lanciato un appello alla pace e alla dignità:
“Chiedo a tutti i cittadini e istituzioni della Republika Srpska di garantire che tutto si svolga in modo pacifico. Che i musulmani possano commemorare liberamente le loro vittime. Questo è umano. Ma risponderemo alla politicizzazione del dolore.”
Bratunac oggi ricorda i 33 anni dai crimini commessi contro 3.267 serbi del Podrinje centrale e della zona di Birče, durante il conflitto in Bosnia ed Erzegovina, da parte delle forze del cosiddetto Esercito della Bosnia-Erzegovina.