
Un morto ogni 8 ore, un ferito al minuto. Grave episodio a Mestre, dove un un giovane operaio è stato trovato in gravi condizioni, abbandonato alla fermata dell’autobus
“Sfruttamento, infortuni, morti e tante zone nere di regolarità, con il caldo estremo peggiorano le condizioni di lavoro”. E’ quanto afferma il segretario generale della Fillea Cgil Antonio Di Franco a seguito dell’ultimo episodio di cronaca che, in base alle prime ricostruzioni, ha visto coinvolto un giovane operaio, trovato in gravi condizioni alla fermata di un autobus, dopo essere stato vittima di un incidente sul posto di lavoro.
“Una scena disumana e degradante per tutto il mondo del lavoro che ci consegna ancora una volta uno spaccato desolante”, afferma il segretario generale. “Illegalità, sfruttamento e disprezzo della vita umana, soprattutto nei confronti dei migranti, più fragili e ricattabili da chi considera il lavoro solo un profitto”. “La tragedia delle morti sul lavoro – precisa Di Franco – è ancor più inquietante e drammatica dell’anno precedente e se non facciamo qualcosa di strutturale con una norma per affrontare in maniera strutturale e organica il tema del caldo nei cantieri, nelle cave e nelle fabbriche, con questo scenario, ci saranno altre tragedie. I dati lo evidenziano. In 12 mesi sono state 1.090 le vittime sul lavoro nel nostro Paese contro i 1.041 decessi di fine dicembre del 2023. Un morto ogni 8 ore e uno ferito al minuto, il settore delle costruzioni maggiormente colpito. Le imprese devono capire che investire in sicurezza significa investire nella vita delle lavoratrici e dei lavoratori e nel futuro delle loro famiglie”. Quindi, “La sicurezza sul lavoro nei cantieri passa soprattutto dall’applicazione dei Ccnl sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative e attraverso gli enti bilaterali di settore. Quando si progettano salute e sicurezza dei lavoratori bisogna agire un livello di contrattazione, stabilendo cronoprogrammi di esecuzione e logistica, che definiscano correttamente le tempistiche, la quantità e la frequenza degli interventi. Chiediamo l’istituzione di una procura nazionale, composta da magistrati e professionisti con competenze specifiche, che possa pronunciarsi adeguatamente e con maggiore puntualità sui temi di salute e sicurezza”.