
(AGENPARL) – Wed 25 June 2025 (ACON) Trieste, 25 giu – “Sono passati undici anni da quando la
Regione ha iniziato a parlare di riuso del patrimonio immobiliare
privato dismesso o non utilizzato. Per? si ? proseguito con il
consumo di suolo, i piccoli centri si sono continuati a svuotare
e sono aumentati gli edifici non utilizzati”: parola di Massimo
Mentil (Pd), primo dei tre relatori per la minoranza del disegno
di legge 36 su recupero e riuso del patrimonio immobiliare
privato.
“Nei sette anni di Giunta Fedriga – ha fatto presente Mentil -,
il Pd ha fatto delle proposte senza mai avere risposte adeguate,
perci? “in via generale cogliamo con favore il ritorno di questo
tema”, ma “pi? che una legge quadro ? una norma generica.
Rinviare tutto ai bandi, pur con il passaggio per il parere in
Commissione consiliare, non ? sufficiente perch? impedisce una
reale programmazione”, mentre “potrebbe anche invertire lo
spopolamento delle aree pi? periferiche”.
Per il dem, bisogna allungare i tempi del vincolo di destinazione
per “ridurre il rischio di interventi fini a se stessi, per finte
prime case”. Inoltre, pur comprendendo l’elasticit? che il bando
garantisce, “crediamo dirimente definire in norma cosa si intenda
per giovane, per nucleo familiare numeroso, per edificio dismesso
oppure a bassa prestazione energetica”.
Riassunto dei contenuti dei 12 articoli che compongono il ddl 36
e plauso per averli perfezionati dopo aver ascoltato i maggiori
portatori di interesse per il secondo relatore di minoranza,
Marco Putto (Patto per l’Autonomia-Civica Fvg). Poi la sua
opinione: “Apertura verso il principio ispiratore del ddl (ridare
slancio al settore delle ristrutturazioni in un’ottica di
sostenibilit?, riqualificazione dell’esistente e sostegno alle
famiglie) purch? le misure incentivanti siano strutturali”.
“La vera efficacia della norma – ha spiegato – si valuter? nei
contenuti dei bandi. Per questo abbiamo chiesto, e ottenuto, che
siano sottoposti preventivamente al parere della Commissione
consiliare”. Per? permangono tre cruciali questioni: distinguere
in legge tra canali di finanziamento per imprese e professionisti
e per i privati, per evitare squilibri nell’allocazione delle
risorse; portare il valore dell’Isee da 20mila a 25mila euro per
evitare effetti distorsivi legati al patrimonio immobiliare,
magari ereditato e fatiscente; manca un prezzario di riferimento
per definire i costi ammissibili, il che potrebbe alimentare
distorsioni speculative nel mercato edilizio regionale.
La relatrice per la minoranza Serena Pellegrino (Avs) ha
proseguito: “Trattandosi di una legge quadro che sar? attuata
tramite bandi, alcune modifiche inciderebbero oltre che sul
manufatto, anche verso chi possiede un’abitazione ma non ha le
risorse per i lavori di efficientamento energetico, dal momento
che il contributo non sar? erogato se non a fine lavori, tranne
nel caso di Isee non superiore a 20mila euro. Come Gruppo Misto
(Avs, M5S e Open) abbiamo gi? evidenziando come in altre misure
contributive la soglia sia stata portata da 20mila a 30mila euro.
Inoltre, estendere il contributo a chi possiede una casa
classificata A7 (i villini indipendenti seppur non sempre di
pregio) ? favorire una societ? pi? abbiente”.
Anche per l’esponente del Misto, per contrastare il lievitare dei
prezzi di materia prima e manodopera si dovrebbe “applicare il
prezziario regionale, ridotto di una percentuale congrua con
un’opera privata dal momento che ora viene redatto per il computo
delle opere pubbliche, soggette a ribasso”.
Dalla relatrice, infine, la richiesta di “inserire la
valorizzazione della qualit? architettonica e l’armoniosa
integrazione degli interventi nel contesto paesaggistico e urbano
tra le finalit? primarie del ddl” per “stimolare la bioedilizia,
superfici permeabili e coperture a verde pensile per la gestione
delle acque piovane, prevedendo un criterio di premialit?”.
ACON/RCM-fc
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