
(AGENPARL) – Mon 23 June 2025 Comune di Rimini
Ufficio Stampa
Rimini 23 giugno 2025
comunicato stampa
Dichiarazione dell’assessore alla cultura Michele Lari:
Rimini è la città di provincia forse più rappresentata, raccontata e citata nel cinema italiano. In principio fu l’atmosfera crepuscolare di Zurlini ne La prima notte di quiete, a cui si contrappone la Rimini trasfigurata di Fellini in Amarcord. C’è poi la città balneare di fine anni Ottanta di Corbucci in Rimini Rimini e quella astratta ritratta in tempi recenti da Ulrich Seidl. E ancora, la Rimini sentimentale guardata con gli occhi di Walter Weltroni in C’è ancora tempo. Sono solo alcuni dei titoli che danno conto di quanto Rimini abbia ispirato cineasti, sceneggiatori, registi, che nel tempo hanno saputo coglierne i molteplici caratteri, facendo emergere tanto il lato eclettico ed estroverso che ne ha fatto punto fermo dell’immaginario collettivo quanto quello più intimo, invernale, profondo.
Una tradizione cinematografica di lungo corso, che oltre ai titoli già citati conta ritratti generazionali come Da zero a dieci, seconda prova alla regia di Luciano Ligabue o Non pensarci di Gianni Zanasi con Valerio Mastandrea, lungometraggio che diventò in seguito anche serie tv. Così come è stato trasformato in serie Fedeltà, romanzo ‘riminese’ di Marco Missiroli.
E nonostante il passare del tempo e delle stagioni, nonostante le trasformazioni, Rimini continua ancora ad oggi ad essere scelta come ambientazione per produzioni tradizionali o innovative, diventando molto più che semplice sfondo. Lo dimostra anche il debutto dietro la macchina da presa di Greta Scarano con La vita da grandi, un film in cui, come ha raccontato a Repubblica, “parlo di una provincia, Rimini, che è uno dei pochi posti in cui questa storia poteva accadere. In cui il diverso è del tutto accettato”.
Sarà invece prossimamente in sala Il rapimento di Arabella di Carolina Cavalli con Benedetta Porcaroli girato anche a Rimini, mentre inizieranno nei prossimi mesi le riprese della nuova serie Cagnaz.
Una carrellata di titoli non esaustiva che però rende l’idea di quanto l’arte della narrazione cinematografica, anche nelle sue forme più innovative oltre che di tradizionali, abbia accompagnato la città, nella sua storia e nei suoi cambiamenti. E di quanto questa innata vocazione rappresenti potenzialmente un canale di sviluppo per il nostro territorio, non tanto e non solo in termini di promozione o economici, ma soprattutto come crescita culturale, ancor più per quella importante filiera legata alla produzione e alla diffusione della settima arte che attraversa la Romagna. Un rapporto quello tra Rimini e il cinema che continua ad evolversi, come segna l’imminente ritorno del Premio Fellini dopo 15 anni”.
L’ufficio stampa