
(AGENPARL) – Wed 11 June 2025 Leconomia lombarda sta attraversando una trasformazione profonda, di cui
spesso non si parla. Nonostante la sua storica vocazione manifatturiera e
produttiva, la regione si sta orientando rapidamente verso un modello sempre
più basato sul terziario. È quanto emerge dallanalisi condotta da CNA
Lombardia, che fotografa con chiarezza un trend strutturale: una progressiva
terziarizzazione del sistema economico, caratterizzata dalla perdita di
imprese nei settori produttivi come agricoltura e industria e da una
crescita costante dei servizi, in particolare quelli rivolti alle imprese e
alle persone.
Tra dicembre 2019 e marzo 2025, la Lombardia ha perso complessivamente 2.903
imprese attive (-0,4%). Ma il dato più rilevante riguarda la composizione
del tessuto imprenditoriale: lindustria registra un vero e proprio crollo,
con un calo dell11,6% (-11.139 imprese). Seguono lagricoltura con un -8,2%
(-3.675) e il settore trasporti-logistica con un -4,7% (-1.253).
In controtendenza, crescono i servizi: i servizi alle imprese segnano un
+14,4% (+25.755 imprese) e i servizi alla persona un +5,1% (+2.688 imprese).
Un dato che conferma il cambiamento strutturale delleconomia regionale.
Se si guarda solo allultimo anno (marzo 2024-marzo 2025), la dinamica resta
coerente: industria e agricoltura continuano a calare, rispettivamente del
-3,6% (-3.274) e -1,7% (-726). In flessione anche i trasporti-logistica
(-2,1%, -559), mentre i servizi, invece, crescono ancora: +1,8% (+3.681) per
quelli alle imprese e +1,7% (+931) per quelli alla persona.
I dati che emergono ci devono interrogare seriamente: vogliamo difendere la
vocazione produttiva e manifatturiera dei nostri territori e non diventare
solo un mercato di consumatori – sottolinea Giovanni Bozzini, Presidente di
CNA Lombardia -. Questo vale anche per lEuropa. Sappiamo che questa
tendenza è di medio-lungo periodo ma bisogna evitare di restare passivamente
inerti di fronte ad un processo che ha luci ed ombre. Ciò che chiediamo in
primis è di incentivare fortemente una revisione delle normative
sovranazionali sul credito bancario, allentando i vincoli che gravano sul
rating delle piccole imprese e riavvicinando le grandi banche all’economia
reale in un rapporto virtuoso con i consorzi fidi.
In un momento così importante come quello attuale, sia dal punto di vista
nazionale che internazionale, ci auguriamo inoltre si possa recuperare una
politica per le costruzioni investendo sul recupero e la riqualificazione
dell’edilizia residenziale pubblica coinvolgendo tutta la filiera delle Pmi
del settore costruzioni e impianti – prosegue Bozzini -. Allo stesso tempo
auspichiamo si possano rivedere in modo radicale le posizioni della
Commissione Europea in materia di Automotive, promuovendo davvero la
neutralità tecnologica e non rottamando la filiera dell’endotermico.
Anche il mondo dellartigianato non è immune da questo processo di
trasformazione. Tra dicembre 2019 e marzo 2025, il numero complessivo di
imprese artigiane è diminuito del 4,8% (-11.661). Il calo è trainato
soprattutto dal settore produttivo (-13,8%, pari a -7.388 imprese). Male
anche i comparti legati a trasporti e logistica (-9%, -1.439 imprese) e alle
costruzioni (-3,7%, -3.531).
Lunico segmento che mostra una lieve crescita nel lungo periodo è quello
dei servizi alla persona artigiani, che registra un modesto +0,5% (+162
imprese).
Leconomia vede affiorare ormai la tendenza del terziario ad affermarsi
come dimensione dei servizi digitali e finanziari, senza contare il grande
tema dei servizi alle persone che ha anche una matrice nelle tendenze
demografiche – afferma Stefano Binda, Segretario di CNA Lombardia -. Noi
siamo convinti che la sfera della produzione di cose debba essere
salvaguardata. Un territorio come il nostro non deve solo essere
attraversato da flussi ma ancorato a produzioni ad alto valore aggiunto.
I dati relativi allultimo anno rafforzano ulteriormente la tendenza. Tra
marzo 2024 e marzo 2025, le imprese artigiane si sono ridotte dello 0,8%
(-1.861). A pesare maggiormente sono i settori della produzione (-3,1%,
-1.494), seguiti da costruzioni (-0,8%, -759) e trasporti-logistica (-0,3%,
-44). Crescono solo i servizi alla persona artigiani, anche se in misura
contenuta (+0,4%, pari a +177 imprese).
E tempo di porre con urgenza anche la riforma della legge
sullartigianato, che questanno dimostra il peso dei suoi 40 anni detà –
commenta Bozzini -. Va riformata e riscritta, perché oggi la produzione
artigiana passa dallinnovazione e dai nuovi saperi, anche digitali.