
(AGENPARL) – Thu 05 June 2025 Casa, Barbera (Prc): “Il Comune di Roma sfratta le famiglie dal residence
di Val Cannuta, la protesta resiste”
“Esprimiamo la nostra piena solidarietà alle famiglie che questa mattina,
in seguito al tentativo di lo sgombero del residence di Val Cannuta, hanno
scelto di manifestare il proprio dissenso attraverso un blocco stradale.
Questa forma di protesta, pacifica e determinata, rappresenta un grido di
aiuto contro l’ingiustizia sociale e l’abbandono istituzionale ed è grave
che, con il cosiddetto “Decreto Sicurezza”, sia stato trasformato in reato
penale, punibile con la reclusione. Questa scelta ha l’obiettivo chiaro di
criminalizzare le lotte sociali, riducendo lo spazio del dissenso e
intimidendo chi si oppone alle politiche antisociali delle istituzioni.
Come Rifondazione Comunista, rivendichiamo il diritto a protestare e
denunciamo ogni tentativo di ridurre al silenzio le voci dei più deboli”. È
quanto dichiara Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale e
co-Segretario romano di Rifondazione Comunista.
“Contestiamo con forza – continua Barbera – anche il comportamento del
Comune di Roma, che ha deciso di procedere con lo sgombero senza alcun
confronto preventivo con le organizzazioni sindacali, come denunciato da
Unione Inquilini. Un confronto avrebbe potuto garantire soluzioni condivise
con le stesse famiglie interessate, evitando il tentativo di sgombero e le
proteste. Ricordiamo che si tratta di persone che vivono nel residence di
Val Cannuta da anni, dove furono collocate dal Comune stesso in risposta a
precedenti emergenze abitative. Oggi queste stesse famiglie vengono
trattate come un problema da rimuovere, senza soluzioni adeguate e,
soprattutto, senza prospettive definitive, come potrebbe essere l’agognata
assegnazione di un alloggio popolare che attendono da tempo”.
“Quella in corso – conclude l’esponente di Rifondazione Comunista – non è
solo un’azione amministrativa, ma è una vera e propria violazione dei
diritti sociali e umani. È il frutto di una gestione fallimentare
dell’emergenza abitativa. Chiediamo l’immediata sospensione degli sgomberi
e l’apertura di un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e
con le famiglie coinvolte perché le persone non si cacciano, ma si
ascoltano, si tutelano, si rispettano”.