
(AGENPARL) – Wed 04 June 2025 Incontro stamani a Palazzo Cesaroni della Commissione d’Inchiesta “Analisi
e studi su criminalità organizzata e infiltrazioni mafiose, corruzione,
riciclaggio, narcotraffico e spaccio di stupefacenti” per approfondire le
tematiche oggetto dell’attività dell’organo dell’Assemblea legislativa
dell’Umbria
(Acs) Perugia, 4 giugno 2025 – La Commissione d’Inchiesta su “Analisi e
studi su criminalità organizzata e infiltrazioni mafiose, corruzione,
riciclaggio, narcotraffico e spaccio di stupefacenti”, presieduta da
Fabrizio Ricci, ha incontrato stamani a palazzo Cesaroni il Procuratore
generale presso la Corte d’Appello di Perugia, Sergio Sottani, per
approfondire le tematiche oggetto dell’attività della Commissione
d’inchiesta dell’Assemblea legislativa dell’Umbria in merito alla
presenza di criminalità organizzata e di fenomeni quali lo spaccio di
stupefacenti, il riciclaggio di denaro e le possibili infiltrazioni
nell’amministrazione della cosa pubblica e negli appalti.
“In Umbria – ha detto il Procuratore generale – non vi sono conferme
giurisprudenziali che possano far pensare a un radicamento come controllo
mafioso del territorio, come invece risulta evidente in altre regioni. Anzi,
l’Umbria può dire con orgoglio che qui non c’è omertà, come altrove.
Questo non vuol dire che il fenomeno non ci sia, quindi spetta alla
magistratura e alle forze di polizia prestare la massima attenzione a ogni
segnale. C’è un rischio – ha aggiunto – che associazioni criminali non
riconducibili alla mafia, come quella nigeriana, che gestisce traffici di
droga, possano entrare in contatto con essa”.
Sul tema del recupero dei beni confiscati, il Procuratore generale ha
rilevato criticità: “in molti casi i beni vengono tolti in quanto
risultano affidati a dei prestanome. In altri casi un bene confiscato
anziché una risorsa da utilizzare diventa un problema difficile da gestire
perché non tutte le amministrazioni pubbliche possono sostenere le relative
spese. Piccolo è bello ma molti Comuni sono troppo piccoli, molti non hanno
competenze per poter svolgere questo tipo di attività né le possibilità
tecniche e finanziarie, servirebbe un lavoro fra Comuni e sarebbe
fondamentale avere una prima mappatura dei beni stessi”.
“Il quadro d’insieme che il Procuratore generale ci ha rappresentato –
ha detto il presidente Fabrizio Ricci – è per noi uno sprone a proseguire
nel lavoro di analisi che come Commissione d’inchiesta stiamo portando
avanti su questo fenomeno mutevole e mutato nel tempo, che si sostanzia in
‘segnali’ su cui mantenere alta l’attenzione che indubbiamente ci sono,
soprattutto in diversi settori dell’economia. Importante una mappatura dei
beni confiscati e del loro utilizzo, che è uno degli obiettivi che la
Commissione persegue, nel suo ruolo di studio e analisi dell’esistente,
oltre che contribuire a mettere in rete i vari soggetti coinvolti che, senza
una adeguata rete che li sostenga, andrebbero incontro a problemi di
difficile gestione”.
Il presidente della Commissione, Fabrizio Ricci, e i commissari Letizia
Michelini-PD, Bianca Maria Tagliaferri-PPUD, Luca Simonetti-M5s, Donatella
Tesei-Lega e Andrea Romizi-FI hanno poi discusso con il Procuratore generale
della Repubblica sulle attività da mettere in campo per preservare dalla
corruzione o da eventuali infiltrazioni gli appalti pubblici o la stessa
Pubblica amministrazione e sulle attività coordinate di formazione per la
prevenzione non solo del fenomeno mafioso ma anche sul disagio giovanile e
sul ruolo sempre maggiore giocato dai social, non solo per quanto riguarda la
diffusione di propaganda terroristica online, ma anche relativamente alla
capacità della mafia di infilarsi e interagire sui social, visti ormai come
luogo dove fare proselitismo approfittando della vulnerabilità dei più
giovani. PG
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/80298